Cosa avete letto in un anno di Porto Franco

La progressiva desertificazione della piccola e media editoria, una breve storia della pioggia, il romanzo d’esordio di Flavia Perina e il secondo romanzo di Tommaso Giagni: sono questi gli argomenti che vi hanno più richiamato durante il primo anno di vita del mio archivio di letture e scritture, “Porto Franco”, almeno a dar retta alle statistiche di Analytics. E poi ancora, a breve distanza, il “Maldifiume” della Baldanzi, l’esordio di Filippo Nicosia, la singolare e sperimentale “Stanza profonda” di Santoni. Sono dati interessanti – chiaramente condizionati da diversi fattori, non soltanto dalla fortuna commerciale o dal numero di appassionati; ad esempio, una delle ragioni secondarie della maggior fortuna di questi pezzi rispetto ad altri è che sono stati pubblicati per la prima volta in “Porto Franco”: le schede o gli approfondimenti che avevo pubblicato prima altrove, magari in “Mangialibri” o in “Ponte Rosso”, hanno avuto un numero di passaggi ovviamente diverso. La distanza rispetto alle altre novità è comunque considerevole e quindi fa testo.

Prima di condividere la classifica con i dati ufficiali di Analytics, magari per invogliarvi a recuperare qualcosa qua e là, qualche altra osservazione. Lentamente, nelle ultime settimane, sto cominciando a registrare un buon numero di consultazioni dei pezzi del mio vecchio, massiccio archivio, pezzi che per parecchi anni erano stati indicizzati prima su Lankelot e poi su una pletora di altri siti letterari che a Lankelot facevano riferimento; la ragione è che, da pochi mesi, Lankelot è andato definitivamente offline e così, poco a poco, google (e wikipedia) stanno modificando e recuperando l’indicizzazione dei miei vecchi articoli, puntando correttamente su Porto Franco. Il prossimo anno avremo dati più interessanti, credo.

In attesa che l’indicizzazione migliori e la consultazione delle oldies si faccia più rappresentativa, il dato clamoroso è che l’indice delle mie letture e dei miei approfondimenti [cioè questa pagina qua] è la pagina più frequentata e consultata del “Porto Franco” [circa 3mila visualizzazioni, con una permanenza media di 2 minuti e mezzo: piuttosto elevata. Ci perdete abbastanza tempo].

Come fonte dei passaggi, è evidente che i social network hanno ormai, in ogni caso, scavalcato (ma non del tutto soppiantato) google: i navigatori googlecentrici sono sempre meno, quelli originati da facebook sono ormai la maggioranza assoluta. Google si sta trasformando sempre più in un incrocio tra le pagine bianche e le pagine gialle, a quanto pare, e al limite in un’enciclopedia medica amatoriale. Strano esito di quella che sembrava una potenziale rivoluzione culturale.

A livello di provenienza, i lettori sono registrati per lo più da Roma e Milano [da sole, le due capitali fanno il 52 percento del mio traffico]; a ruota, le principali provenienze sono Firenze, Bologna, Torino, Napoli, Udine, Vicenza e Palermo.

Ecco la classifica delle vostre preferenze nel Porto Franco, le prime 15 per questi primi 14 mesi di attività, con un breve commento dove necessario:

2.922 per l’archivio delle letture [diviso in “letteratura italiana e altre lett.”]

445 per la mia biografia [pagina di servizio]

298 per l’archivio delle [poche] novità o delle stravaganze [“a breve”]

272 per il discorso sulla desertificazione della piccola e media editoria.

268 per la “Breve storia della pioggia” di Corbin.

268 per l’editoriale di apertura.

251 per “Le lupe” di Flavia Perina.

213 per “Prima di perderti” di Tommaso Giagni.

206 per “La sventura di un uomo giusto” di Bruni.

197 per la pagina dei contatti [pagina di servizio]

189 per la notizia di una tesi di laurea sul mio vecchio libro “Monteverde”.

169 per “Maldifiume” della Baldanzi.

168 per l’invincibile estate di Nicosia.

158 per “La stanza profonda” di Santoni.

142 per la pagina sulla storia di Lankelot [sito che ho animato fino al 2013]

…seguono centinaia di altri risultati.

Per la cronaca, per quanto riguarda la mia storia autoriale, le pagine più consultate sono quelle dedicate alla rassegna stampa di “Monteverde” [Castelvecchi, 2009] e “Radiohead. A Kid” [Arcana, 2009], seguiti a breve distanza da quello che ad oggi rimane il mio ultimo libro, “L’arte del piano b” [Piano B, 2011]. Sto a sei anni di silenzio, niente male.

Mi spiace non aver potuto dedicare più tempo ad aggiornare il “Porto Franco”, in questo primo anno di vita; non è successo non soltanto perché sono stato molto preso dalla famiglia, dalle paranoie romane e dalle scartoffie: la ragione è che ho trovato molta meno ispirazione e molto meno interesse nelle nuove uscite (e nei recuperi), e poi è che ho continuato a starmene parecchio per conto mio. Non potermi dedicare più alle questioni letterarie come primo o secondo lavoro, ormai da diversi anni, mi ha probabilmente inaridito o estenuato un po’, insieme alle famose “cose della vita”. Niente di inedito.

Buone letture [e buone ricerche: buona ricerca]

Franchi

Monteverde, Agosto 2017

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