I giardini della Maharani

I giardini della maharani Book Cover I giardini della maharani
Luciano Troisio
All'antico mercato saraceno
1986

“Performances censurate dall'editore ma corrette con collages, una copia alla volta, dal sottoscritto: che non ne ha più nessuna”. Scopriamo quindi questa rarissima plaquette pubblicata dai tipi dell'Antico Mercato Saraceno di Treviso nel 1986. “I giardini della Maharani” è uscita a due anni di distanza da “Persistenza del cavallino” (1984), espressione del Troisio più sperimentale, sregolato e possibilmente estraneo alla linearità: sostanzialmente, stupefacente. Tranquilli: siamo sempre da quelle parti. “Waste sky. / Diavolo di un signifiant / su vetrofania elusa / all'ultima delle porticine / la fantaisie au boudoir dietro / a iura dietro ad aforismi”. Appunto.

L'opera, “Pulchra fabula / a coloro che stanno – sono sul punto di” è inaugurata da un pretext. Del flaneur Troisio, Carlo Rao scrive che è un “caldo straccione”, un “tenero brigante dagli occhi di gatto”: uno che non è mai nel luogo dove dovrebbe essere: è sempre sul punto di arrivarci o è appena passato oltre. E magari stavolta finisce dall'altra parte del mondo, barba incolta e salata, a giocare a palla con Nausicaa. Tranquillamente, con candida innocenza. Una trama questo poemetto ce l'ha, volendo. Odisseo patavino parte per conquistare il corpo di Ricciulina, meno patavina del previsto, forse. Il porto è il giardino. Delle meraviglie. Qua e là soste, prima dell'agognata meta, intervallate da funamboliche reminiscenze della letteratura di tutti i tempi, e di tante lingue. S'intende: soste per tutto il mondo, sin quando almeno non “rividi case modeste nella vegetazione / nidiate di superflui cagnolini / nel fuxia paese delle maharani”. Le Maharani erano, tendenzialmente, le signore del Maharaja, Luciano è molto lontano dal nostro amato occidente, ma lo porta sempre con sé, come bagaglio letterario, chiave di lettura del mondo. Viaggia cercando il segreto dell'eterno femminino, e dell'essenza dei popoli. Sine ira et sine sestertio, forsitan, ma con amore. È tutto qui: amore e pioggia di letterarietà.

Nei primi versi appaiono aurei leoni: nella forbidden city vietano l'orto di Alcinoo. X e K stanno dialogando. X annuncia “il corpo che ti manca”: K risponde “manca ciò che non hai”. Odisseo è un “brillo zimbello” che non tace tutti i nomi perché non li conosce; vaga “anni luce per aspera peregrino”. K dice che viaggia perché Amor lo trasporta “où je ne suis pas”. E Circe, confortevole, nella grotta attende “le flaneur – nella precaria sosta”. X è sul punto di andare in Africa, arcadica mente, a piluccare datteri. Ecco che “bambini sani e allegri aprono il cancello”: K annuncia subito che Crudelia li insidia, con tanto di pistola ad aghi e walkman. Lo stato d'animo di X peggiora: “Io era malincholichissimo / antiochéuomai passivo rapides délices / nell'orto botanico Goethe dopo il dieci aprile / Arcadia anarco noleggiata”.

Nausea da Nausicaa per Odisseo free lance, e semplice umano desiderio di tenerezza in tempo reale, “dentro la cornice / d'una mutazione globale / della società, della cultura” (omissis). X medita di cangiare in inno l'aporia d'ella donna, “Dulcamara pendula negata”. Ma poi chiosa: “E mi disse un timido ciao / come se fosse venuta da quella parte / per caso”. K racconta finalmente dell'incontro con Ricciulina, “pube incantevole illustre mirto”. Ma ecco che X è già sul punto di partire, “volontà di sapere fallica”, a ben guardare, e sogni di liberté nei caldi bivi di California.

Tre foto del magister Sinicopleuste corredano questa copia unica d'un sapore che solo le sue vecchie e nuove amanti ci potrebbero raccontare. Il letterato stanziale e nemico del nomadismo si gratta la fronte e severo riflette. Avessi sbagliato tutto?

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Luciano Troisio (Monfalcone, 1938 -Padova, 2018), poeta, narratore e critico letterario italiano. Si è laureato a Padova con tesi sulla Metafora. È stato ricercatore dell'Università di Padova. Ha tradotto quattro inediti di Marx.

Luciano Troisio, “I giardini della maharani”, All'Antico Mercato Saraceno, Treviso 1986. Questa pubblicazione è il quinto numero della collana “All'antico Mercato Saraceno”, diretta da Carlo Rao. Ne sono state stampate 300 copie numerate presso le Grafiche Olmi. La mia è la copia n. 50.000.

Gianfranco Franchi, febbraio 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.

Con riconoscenza al Magister Sinicopleuste, che mi donò la plaquette nei giorni di Quaresima 2010