Turritani

Turritani Book Cover Turritani
Giovanni Cossu
Lavieri
2008
9788889312544

Scritto nel 1985, pubblicato nel 2008 grazie al fiuto e alla sensibilità di Domenico Pinto, editor di Lavieri, “Turritani” è il secondo, stravagante libro di Giovanni Cossu, letterato e libraio sardo classe 1945, fiorentino dal 1966.

Ambientato a Porto Torres, nasce per “rendere credibile in altra lingua il vero spirito di Turritania”. È frammentario e ondivago, intenso e puntinato da reminiscenze espressioniste limpide (Gadda e Joyce sono nomi chiamati in causa non invano). Siamo a Tattari, ricco capoluogo di origine forse tartara. Ultimo limite a Nord, il mare. Altrimenti, un tempo, “se fosse solo per la relativa intensità di insediamenti abitativi, non ci sarebbe stato verso di distinguere tra città e campagna se non in quei settantacinque, cento metri del Corso, tanti e vasti erano gli spazi aperti tra casa e casa, o chiusi qualora adibiti ad orto, oppure la prurigine proprietaria raggiungendo livelli tali di patologia da spendere una fortuna nel circondare con muro quel niente che di niente aveva bisogno” (p. 38). Questo prima dell'industrializzazione selvaggia, che aveva avvelenato il cielo e il mare. Le donne a casa, fuori solo per la spesa o al limite sull'uscio, a parlare con le altre, “in un potipurro di ruoli”.

Cossu racconta – servendosi, come scoprirete avanzando nella lettura, dell'espediente letterario classico del manoscritto fortunosamente rinvenuto, spedito da un anonimo che voleva essere riconosciuto – le storie di cittadini piccolo borghesi o proletari. Pura espressione del territorio. Ecco Tìtto Tauro, che da bambino gridava e si ribellava sempre. Padre assente e amici troppo più grandi, bevute straordinarie e pianti a tutto spiano quando s'era andati oltre. Ecco il suo rivale Gio'condo, pescatore e poetastro (grottesche inconsce profezie nascoste) che sogna una facoltà meccanica e si ritrova senza entusiasmo a studiare Legge, e infine per amore agente di vendita di casseforti. E ancora Elvezio detto Vezio, portuale, Me Lasso, nome di battaglia di un giovanotto che si lasciava andare con le donne troppo presto, e si ritrovava a fronteggiare le provocazioni di quelli più grandi, e Baciccia, senza un occhio, non più giovane, cantastorie e maestro di pugilato.

Cossu è capace di descrizioni di forte visività, come nell'incipit: “Piove, e vi siete lasciati alle spalle i cancelli del porto. Alle spalle la vecchia torre, ormai supporto umile al faro, e l'antica colonna, cippo che segna l'inizio della strada che attraversa l'isola. Da poco avete imboccato il Corso, ma la pioggia non cessa, e vi costringe a cercare rifugio in un bar, appena più avanti, sulla vostra destra. Dentro notate che non c'è alcun movimento al banco. Solo nel mezzo del locale un folto gruppo di persone attorno allo stesso tavolino (...)”

La lingua letteraria di Cossu è ricca e il periodare è estremamente articolato, inframezzato da incidentali e frantumato da deviazioni che inchiodano, necessariamente, alla pagina. Per orientarsi in un mondo di pensieri e di osservazioni vitale e anomalo. Un assaggio: “Lo sguardo di Titto Tauro, benché disinnescato – forse grazie ai particolari casi in cui si trovava a vivere – da quell'aria maligna che a lui sembrava di ricordare, e malgrado l'impressione che il girarsi di quello nella sua direzione contenesse un implicito invito a portarsi dappresso, che so: a mettere da parte quell'astio ventennale che aveva caratterizzato i loro rapporti dopo il fattaccio, gli procurò invece come una doccia fredda, un serpeggiare spiacevole lungo tutta la schiena” (p. 62).

Destinato in primis a lettori e letterati sardi, o a grandi appassionati della cultura e del popolo dell'isola, (sapranno più correttamente decifrare spirito e significati di certi rilievi e racconti: previsione facile) Cossu si propone come voce altra d'un neoespressionismo naturalmente de-ideologizzato, anarchico e lirico e precipitosamente, a un tratto, prosaico come sa manifestarsi ed essere. Un outsider imprevedibile e inatteso.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Giovanni Cossu (Sardegna, 1945), libraio e scrittore italiano.

Giovanni Cossu, “Turritani”, Lavieri, Napoli 2008. Collana Arno, 6. In appendice, traduzioni del turritano.

Approfondimento in rete: Nazione Indiana – scrive Forlani: “Sulla copertina del libro di Giovanni Cossu c’è una linea che è un profilo di costa tra terra e mare. Terra e Mare di Sardegna. E quando lo apri entri in un mondo che stenti a comprendere all’inizio come la lingua di chi lo abita ovvero gli unici a poterti guidare lungo quella linea di confine, i soli veramente in grado di aprirti un mondo. A farti capire che quella non è una linea ma una cicatrice. Un’esperienza, appunto, una storia”.

Gianfranco Franchi, dicembre 2008.

Prima pubblicazione: Lankelot.