Shepard Fairey in arte Obey. La vita e le opere del re della poster art

Shepard Fairey in arte Obey. La vita e le opere del re della poster art Book Cover Shepard Fairey in arte Obey. La vita e le opere del re della poster art
Sabina De Gregori
Castelvecchi
2011
9788876156373

Maestro d'avanguardia dell'arte del dissenso, l'artista democratico Shepard Fairey s'è inventato un poster, “Hope”, che è diventato una bandiera. Una bandiera solare e sentimentale. L'icona massima del primo presidente nero degli Stati Uniti è stata ideata da un giovane artista che s'è formato aderendo e sperimentando l'antica lezione costruttivista russa, ibridandola con i capricci della pop art; è infine è andata a combattere il gran torpore d'una nazione che si fonda sull'obbedienza all'egida del consumo, sul rifiuto dell'autonomia di pensiero, sulla necessità del debito. L'icona massima del primo cambiamento radicale del nuovo secolo, nell'impero yankee, è nata dal talento di un artista che aveva saputo prendersi gioco del presidente Bush, pubblicando un poster col motto: “La guerra è la risposta”. Qualche anno più tardi, Fairey ha cambiato approccio; ha preferito costruire, piuttosto che ridicolizzare. E s'è affermato.

Shepard Fairey, da Charleston, South Carolina, classe 1970, detto Obey (vale a dire: “Obbedisci”), non estraneo alle forze dell'ordine, complici una serie di spregiudicate campagne di adesivi, è, nelle parole di Sabina De Gregori, uno che riesce a creare interesse dal nulla: “artista e dj, imprenditore e commerciante, graffitista furtivo e portavoce delle minoranze, costruttore di immagini politicamente scorrette”, Obey è uno che ha capito che più è trasversale ed eterogenea una platea, più il dialogo con quella platea si fa interessante e fertile. E allora ha saputo interagirci a dovere.

“Shepard Fairey in arte Obey” (Castelvecchi, pp. 214, euro 24), riccamente illustrato, è la storia di un giovane artista ribelle, di un sognatore che non si stanca di pensare che un altro mondo è possibile, e che persone come lui e Banksy possono contribuire a forgiarlo; e che il progresso può essere qualcosa di ben diverso dalla crescita dei consumi, e della spesa per i farmaci. È la biografia di un appassionato lettore di “1984” di George Orwell, un cittadino sensibile e intelligente che non ha nessuna intenzione di vivere sotto regime, e vuole combattere per sostenere chi crede nella possibilità di plasmare una nazione diversamente democratica e civile. Fairey ha tenuto a ribadire che in Obama ha apprezzato la volontà di restare fedele agli ideali dei padri fondatori: al principio sacro dell'uguaglianza di tutti i cittadini, e del diritto di ognuno “alla vita, alla libertà e alla felicità”. Sulle prime, avrebbe voluto scrivere “Progress”, e non “Hope”, “Speranza”, nel poster del futuro Presidente; i concetti erano eteronimi, nella sensibilità di Obey. Erano parte dello stesso humus. “Oggi quel volto è un virus, dove Obama è quasi un santino” - ha dichiarato Obey al “Manifesto”, pochi anni fa. “Trovo l'iconografia politica ufficiale incredibilmente noiosa e incapace di esprimere lo spirito intenso della candidatura di Barack. Non avevo alcuna esperienza in campo politico, provengo dalla grafica punk della Street Art, ma mi sembra che le immagini politiche ufficiali sottovalutino il proprio pubblico”: una lezione che da queste parti, nel nostro benedetto assurdo belpaese, in parecchi dovrebbero mandare a memoria, come un mantra, per rigenerare e reimmaginare senso e portata delle proprie campagne elettorali. Per mostrare, in altre parole, di avere un'altra visione della realtà, e delle persone. Perchè la speranza porta all'azione. E l'azione, a quel punto, cambia ogni scenario, squassa la depressione, disintegra il torpore, rende lucidi. È nelle cose.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Sabina De Gregori (Ginevra, Svizzera, 1982), vive e lavora a Roma. Laureata in Storia dell'Arte, è ufficio stampa Castelvecchi dal 2009.

Sabina De Gregori, “Shepard Fairey in arte Obey”, Castelvecchi, Roma 2011. Pagine 214, euro 24. ISBN: 9788876156373. In appendice: bibliografia, sitografia.

Approfondimento in rete: Frank Shepard Fairey su WIKI + ObeyGiant.

Gianfranco Franchi, Gennaio 2012.

Prima pubblicazione del pezzo: “Il Riformista” del 2 febbraio 2012, pagina 7. A ruota, “Lankelot”.

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