Randagio è l’eroe

Randagio è l'eroe Book Cover Randagio è l'eroe
Giovanni Arpino
Lindau
2013
9788867081527

1972. Guido Piovene così commentava, su «La Stampa», la pubblicazione del romanzo breve “Randagio è l'eroe” dello scrittore piemontese Giovanni Arpino: “Un caso imbarazzante, nella letteratura italiana d'oggi, è quello di GA. Imbarazzante perché atipico. È facile parlare di uno scrittore inserito in un discorso di cultura i cui termini ci sono noti. Si descrive quello scrittore accostandolo ad altri, per affinità o per contrasto, e gli si assegna la sua parte sullo scacchiere. Per Arpino questo non vale […]. In questo romanzo, Arpino ha voluto portarci in una condizione di verità e nudità totali. Nuda la parola profetica, nuda la parola scurrile, morte le inibizioni che possono vivere solo accanto ai sentimenti medi. Abbiamo così un altro segno che il pendolo oscilla di nuovo verso l'emotivo, il fantastico, il surreale, il favoloso, il sentimento cosmico e metastorico, e anche un misticismo di tendenza randagia, fuori di qualsiasi chiesa. Non senza fastidio per quanto ormai sa di dogmatico, apodittico, unidimensionale, freddo, rigoristico, arcigno nel genere di cultura scientifico-razionalista in cui siamo cresciuti”.

Queste, insomma, le prime coordinate per avvicinarsi alla narrativa di Arpino, a quarant'anni di distanza dalla prima pubblicazione del suo nono romanzo: siamo di fronte a un letterato atipico, laterale rispetto alla cultura egemone del tempo, libero di sprofondare nella spiritualità, nel grottesco e nel misticismo, addirittura, felice di calarsi in quello che lo stesso autore chiamava “magma esistenziale”. Magma senza colore politico. Vivo. “Randagio è l'eroe” è una stravaganza ribelle ed emi-picaresca, una storia d'amore che gioca su due piani – l'amore di coppia e l'amore per l'umanità – e non nasconde d'esser tinta di fiabesco e di favolistico. Ecco, ad esempio, la prima descrizione dei due protagonisti, Giuan e Olona: “[...] il mento di lui come la metà d'un mattone, il seno di lei greve e scolpito come zuccherosa bilancia, nella luce moribonda che scontornava qua un gomito o un orecchio o il bianco dell'occhio, là confondeva cosce e talloni, cancellava le vaste pieghe dei ventri” (p. 10). Sì, sono due giganti.

Al di là delle convinzioni delle avanguardie e delle stanche e abnormi derive neorealiste, “Randagio è l'eroe” è un libro che vuole parlare di sentimenti e di poesia: la poesia dell'esistenza che rifiuta la rovina, la fatiscenza e la decadenza; la poesia dell'altruismo; la poesia della spregiudicatezza: “Certo. Credo. Ma sempre più penso che la legge senza libertà è ingiustizia e che la libertà senza legge sia strada di disperazione. E non è tragedia anche questa? Non è mangiare letame ogni volta che pensi? E così mi metto fuori del mondo e fuori di ogni chiesa, e il credere mio è soltanto mio, e mi schiaccia” (Arpino, “Randagio è l'eroe”, p. 45).

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Giuan e Olona sono due giganti girardenghi, sempre in bici. Una coppia di giganti innamorati. Lui è un artista ribelle, pittore ossesso dalla Cena di Leonardo, umanista fanatico e indomabile, col vizio di prendere e andare a trasformare i messaggi d'odio che appaiono qua e là in messaggi d'amore (“La dittatura alle teste di cazzo” diventa “Solo la mia ditta cura le teste di cazzo. Firmato: Gesù”, e alè); lei è più tranquilla e mite, sempre pronta a sostenere le crisi estetico-esistenziali del suo amato. Ma Giuan si sente solo, s'accorge che hanno perso tutti gli amici, concentrati com'erano su se stessi e sulla loro quiete: sulla difesa del loro microcosmo: “camminare in discesa sembra comodo – osserva – ma non è allegro”. Almeno, non per sempre.

Un amico, a dire il vero, è rimasto. Si chiama Frank, “testa di formica su uno spillo di corpo […], sguardo da gatto schifato” (p. 37). E si ritrova a tenere compagnia a Olona quando Giuan scompare, e lei già lo sente morto – perché quando non è con lei, è come se lo fosse – e rimane là come in attesa d'un equilibrio nuovo, che proprio non può arrivare.

Giuan, già nelle prime battute, ha avuto l'illuminazione: “Tutto aspetta qualcosa. E qualcosa aspetta noi”. E ha ipotizzato una serie di rivoluzioni. La prima, burlesca, liberare le bestie dello zoo, perché possano andare avanti e indietro da lì al Duomo, e nel frattempo danneggiare negozi, parlare allo radio, mozzicare qua e là. L'ultima, quella che qualche anno più tardi sarebbe stata corrotta dalla fortuna d'una scrittrice giuliana: “Va' dove va il tuo cuore”. E intanto è andato, vagabondando, mendicando, confondendosi coi deboli e con gli umili, in cerca del sentiero d'un miracolo, in cerca d'un senso profondo da restituire a tutti; è stato come un mistico in cerca d'una morte che fosse sacrificio prometeico per l'intera razza umana, è stato come un buddha che ha compreso quale fosse il viatico alla liberazione interiorizzando la sofferenza, e il male.

E la sua fine non è stata insensata, pensa Olona. “Perché un miracolo non muore. Anche se tutta la cenere del mondo lo ricopre, non muore. Io devo credere. Sia questa vita o un'altra, io aspetto. Così pensava, non lasciandosi vincere dall'onda della commozione, ma stringendosi in sicurezza e occhi freddi e sforzo supremo di speranza. Così sapeva che il vecchio suo cane Giuan c'era. Dalla prima nuvola in cielo all'ultimo granello di sabbia, lui c'era. E in ogni rumore della città, in ogni sgranare di minuti e di orarii, in ogni silenzio del loro fiume lontano, in ogni lamento d'uomini affamati perduti vinti e però invincibili, subito, se avessero capito” (p. 140).

Se solo avessero capito, certo.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Giovanni Arpino (Pola, Istria, Italia, 1927 – Torino, 1987), scrittore e giornalista italiano, figlio di un ufficiale. Cresciuto e vissuto in Piemonte, si laureò con una tesi su Esenin nel 1951; esordì in letteratura nel 1952, con “Sei stato felice, Giovanni” (Einaudi). Fu inviato speciale de “La Stampa” e scrisse per “Il Giornale”.

Giovanni Arpino, “Randagio è l'eroe”, Rizzoli, Milano 1980. Prefazione di Guido Piovene. Nota introduttiva di Massimo Romano.

Prima edizione: 1972. Ultima edizione: Marsilio, 1996. Poi Lindau, 2013.

Approfondimento in rete: WIKI It / Parco Letterario / ItaliaLibri

Gianfranco Franchi, Aprile 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.

“Randagio è l’eroe” è una stravaganza ribelle ed emi-picaresca, una storia d’amore che gioca su due piani – l’amore di coppia e l’amore per l’umanità – e non nasconde d’esser tinta di fiabesco e di favolistico.