Ragnatela dimensionale

Ragnatela dimensionale Book Cover Ragnatela dimensionale
Annarita Petrino
Delos Books
2004
9788889096024

Esordio della giovane scrittrice (classe 1977) Annarita Petrino, “Ragnatela dimensionale” è un romanzo ibrido: “fantascienza post-romantica”, o “rosa”. Pubblicato nella collana “I Delfini – Ragazzi” della nuova casa editrice Delos Books di Milano, attiva esclusivamente in rete, costituisce il primo volume d’una saga che l’autrice di Giulianova va elaborando e stendendo dal 1996. La scrittrice, cultrice dell’opera di Asimov, non assume come fondamento del suo cosmo letterario le Tre Leggi della Robotica, codificate da Campbell e Asimov nel 1940: nel romanzo, sono state abolite da tempo. Approfittiamo comunque dell’occasione per ricordarle, considerando che hanno un’influenza almeno strutturalmente significativa nel contesto dell’opera.

1. Un robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.

2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.

3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e la Seconda Legge.

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Entriamo nell’universo della saga di Shine, diciottenne discendente d’una antica e misteriosa stirpe, cyborg donna responsabile degli equilibri del Cosmo. Viviamo in un tempo in cui le unioni tra razze (esseri umani e robot umanoidi) sono una consuetudine. Shine è figlia di Lory, umana, Forza Benigna dell’Universo (erede della sorella Rea) e di Daniel, robot umanoide. Esistono due galassie: una Abitata e una Non Abitata. La Galassia Abitata si trova in una dimensione parallela alla Terra. Esiste un luogo dell’origine e del ritorno, Stella Universale, la cui segreta ubicazione è stata tramandata da Rea, a Lory, a Shine.

La madre di Shine era figlia d’un uomo e d’una potente creatura dello spazio, Asophix: Forza Maligna. Lory e Rea erano state separate, destinate a due dimensioni differenti. Lory e suo marito, Daniel, potevano viaggiare nel tempo e nello spazio. Esteticamente, Lory e Shine hanno qualche somiglianza: occhi castani, pelle leggermente ambrata – la ragazza ha i capelli color del rame, come il padre robot. Rappresenta dunque l’ultima evoluzione umanoide d’una stirpe dalle tenebrose e semi-divine radici. Lory ha lottato per salvare la Galassia e insegnare agli esseri umani ad apprezzare ed amare le diversità razziali: contribuendo alla creazione d’un nuovo sistema di vita, e alla nascita d’un tempo non più falcidiato da odio e violenze.

Al principio del libro, assistiamo al tragico incidente che costringerà la giovane cyborg ad assumersi le responsabilità e il ruolo della madre: entrambe vengono ferite da uno sconosciuto raggio arancione, che costa una gamba (presto sostituita) a Shine e una vita (una forma di vita, almeno) a Lory; prima di morire, la madre le aveva svelato i segreti della sua famiglia e della Terra, consegnandole un misterioso bracciale, dagli sconosciuti poteri e dalle segrete funzioni, che la legava alle cinque amiche che un tempo aveva avuto su quel pianeta. L’attentato significa che la pace sta per terminare: Shine indossa il ciondolo di cristallo che contiene la forza vitale della madre, e s’avvia a divenire ago della bilancia del Cosmo. Daniel è sconvolto dalla morte della sua compagna: pur non potendo concepire la morte, si “suicida” (si virgoletta a ragione: la dinamica è piuttosto enigmatica) e abbandona la figlia al suo destino.

Shine si presenta al Consiglio dei Saggi, composto da dodici elementi: 4 umani, 4 robot umanoidi, 4 cyborg. Daniel era uno dei 4 robot umanoidi: il Consiglio è incompleto. In ogni caso, si fronteggia l’emergenza: l’aggressione dello sconosciuto raggio arancione non è stata la prima – gli invasori non approdano, ma prelevano i cyborg. Shine sembra risoluta ad assumersi ogni responsabilità: indossa l’equipaggiamento (guanti in pelle, cinturone con pistole laser, stivali in lega) e decide di lasciarsi “rapire” dal raggio, per risolvere il mistero, vendicare la morte della madre e preservare il Bene nella Galassia.

Smaterializzata, quindi teletrasportata in un’altra dimensione, subito distrugge la piattaforma per evitare ulteriori rapimenti; scopre di trovarsi sulla Terra. Inseguita da un drappello di soldati, va loro incontro per capire cosa stia succedendo. Le spiegano che i terrestri rapiscono i cyborg per avere manodopera adatta: operatori informatici instancabili. Shine non s’attende d’essere aggredita – quando Alan, umano dall’aspetto aggressivo e dagli occhi d’un azzurro intenso, la colpisce, meditando d’integrarla tra gli altri cyborg, nel sottosuolo. E così, tra i suoi simili letteralmente “immersi” nel lavoro, con la testa infilata nei monitor, la futura Forza Benigna dell’Universo si trova ad esplorare la realtà virtuale del programma responsabile della decimazione della sua popolazione. In quella realtà, s’annida una creatura viva – e questo non sarà che il primo d’una serie di incontri-scontri tra lui e Shine, con relativa esplosione di computer. Alan, finalmente convinto dei poteri dell’ospite, accetta di spiegare alla donna cyborg la verità su quel che sta avvenendo: non è un semplice soldato, ma il corresponsabile delle disgrazie che stanno sconvolgendo l’Universo.

Soltanto otto anni prima, nel 2217, aveva inventato un programma. Allora Internet si occupava di quasi ogni aspetto dell’esistenza degli esseri umani: era un sistema autosufficiente, estraneo soltanto al mondo della Sanità. Non poteva curare, né operare. Alan sognava che Internet fosse attivo anche a quel livello: così, aveva creato un programma contenente tutti i dati biologici d’un essere umano. Il programma aveva modificato il Dna umano virtualmente e fisicamente, “correggendo” le leggi della riproduzione. Dovevano nascere solo ermafroditi, la “normalità” andava eliminata. Pochi erano stati i superstiti alla gigantesca opera di “correzione-corruzione” dell’umanità del programma: tra questi, Alan, sentito come padre e creatore del sistema. Tempo di raccontare a Shine l’origine dei problemi che infestano l’Universo, ed è colpo di fulmine – la cyborg tarderà ad ammetterlo a se stessa, mentre il soldato-programmatore tenterà subito di baciarla.

Da questo punto in avanti, il romanzo narra fondamentalmente della nascita di un grande amore, fino ad un epilogo “rosa” che sgualcisce e contamina eccessivamente il genere “originario”; le numerose imprese di Shine, impegnata a sfaldare il diabolico disegno della creatura dalla sagoma antropomorfa che sta distruggendo gli equilibri dei mondi, creando esseri umani tutti uguali (bianchi, dai capelli corti e neri, spaventati da qualunque epifania della diversità, parlano con voce calma e posata; indossano tute celesti), sempre più si confondono con la sua tormentata vicenda sentimentale.

Tra programmi gelosi e amanti traditi, cyborg dagli occhi rossi (penseremmo: iniettati di sangue) che perdono il controllo, dilemmi razziali e stravaganti processi risolti con formule piuttosto fantasiose (p. 215), il romanzo si distende e il ritmo s’affievolisce e s’annacqua un po’; viaggi dimensionali, complotti di “integralisti umani”, reminiscenze di “violenze etniche” e “stupri razziali” a danno delle donne cyborg, curiosi complessi di Elettra (Alan, si ripeterà più volte, somiglia al padre di Shine, e ha la sua stessa taglia), matrimoni e gravidanze, fino al ristabilimento d’una pace che ha il retrogusto della precarietà.

Ragnatela dimensionale” è un esordio che comunque si segnala per atipicità e originalità, per il tentativo di rinnovare e alterare un genere, ibridandolo, e per l’ampio respiro d’un disegno che vedremo svelarsi nel corso dei prossimi anni – e che dunque pretende che il giudizio sull’opera sia sospeso e provvisorio, e non definitivo. Propendiamo a credere che una maggior cura formale (s’allude soprattutto alle grottesche vicende processuali) potrà originare un risultato più apprezzabile. È un libro dalla trama irregolarmente avvincente, scritto da un’autrice che sogna di rinnovare la lezione di Asimov: se all’ambizione e alla fantasia corrisponderanno genio e talento sarà il futuro a deciderlo – in questa Galassia abitata, almeno.

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PAROLE D’AUTORE (di Annarita Petrino)

Caro Gianfranco, non ti nascondo che il punto in cui mi sono soffermata più volte nella tua recensione è la definizione che hai dato del mio romanzo inquadrandolo in un genere di “fantascienza post-romantica” o “rosa”. Il primo mi rimanda a quelle correnti letterarie che tutti noi abbiamo studiato a scuola cercando di impararne al meglio i protagonisti, ma è il secondo quello che mi lascia senza parole, perché è in assoluto la prima volta che qualcuno definisce “Ragnatela Dimensionale” un romanzo “rosa”. Tale letteratura, infatti, non è certo tra le mie preferite e tra un film tipo “Un amore a cinque stelle” e “Il ritorno del Re” preferirei sicuramente andare a vedere il secondo piuttosto che rischiare di farmi cariare i denti con le sdolcinatezze. “Il diario di Bridget Jones”, tanto per fare un altro esempio, è il peggior libro che abbia mai letto. Ciononostante… la tua definizione mi ha dato da pensare. È possibile che nonostante la mia avversione per la letteratura e la cinematografia rosa, sia riuscita ad inserire in un romanzo di fantascienza una storia d’amore degna di essere chiamata tale? A quanto pare si, visto che tu stesso, Gianfranco, hai evidenziato come spesso la storia d’amore prevalga sul resto della trama. Non l’hai visto come un punto a favore del libro, ma quasi come uno svantaggio visto che secondo te il genere originario ci va a perdere. Forse è così, eppure la storia d’amore tra Alan e Shine e qualcosa che va ben al di là del semplice amore tormentato, visto che parte da una immaturità emozionale di fondo da parte della protagonista che piano piano diventa consapevole dei suoi sentimenti e della loro forza. Per me questo è sempre stato un punto di forza del romanzo, intorno al quale ho costruito la psicologia dei cyborg e dei loro “stati particolari” sostituendoli alle tre leggi della Robotica, che hai voluto farci ripassare. Il disegno è ad ampio respiro, come hai giustamente sottolineato, dato che ha avuto inizio ben prima del 1996 data in cui ho iniziato la stesura di “Ragnatela Dimensionale” e ci vorrà del tempo prima che il quadro possa esservi del tutto chiaro. Ma non posso che farti i complimenti per la precisione con cui hai centrato tutti i temi portanti del romanzo e l’impegno che hai messo nel voler riassumere la trama. Forse ci sono troppe cose insieme in questo romanzo, ma un po’ di varietà non guasta mai. L’importante è che sia stata una buona lettura (Annarita Petrino).

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Annarita Petrino (Giulianova, 1977), scrittrice italiana. Laureata in Lingue a Pescara, con una tesi su “La sovversività di Cristina Rossetti”, attualmente è insegnante in una Scuola Materna. Scrive racconti di fantascienza da qualche anno. Ha pubblicato su diverse riviste online: Intercom, Future Shock, NigraLatebra, Continuum.

Annarita Petrino, “Ragnatela dimensionale”, Delos Books, Milano 2004.

Gianfranco Franchi, giugno 2004.

Prima pubblicazione: Lankelot.