Laurana
2011
9788896999103
Terzo libro di narrativa di Gabriele Dadati, scrittore e consulente editoriale piacentino classe 1982, “Piccolo testamento” [Laurana, 2011] è la confessione e la trasfigurazione del dolore dell'allievo che ha perduto il maestro: è lo sconsolato memoir di un letterato ragazzo che ha dovuto accettare una perdita percepita come una mutilazione. È la storia della sua sofferenza: di quanto è inconsolabile e di quanto è fredda: e di quanto è spoglia di pretese di sublimazione. Assieme, è la frammentaria e semplice vicenda dell'amicizia tra due letterati, del riuscito passaggio di consegne tra due generazioni, del momento del passaggio di consegne tra due generazioni. E infine è l'incubotica discesa nell'abisso della malattia e del silenzio del maestro: raccontato, per quanto possibile, evocando e non descrivendo il male – scelta santa. Santa perché decisamente e veramente rispettosa.
Stilisticamente, Dadati mostra, come già nella sua prima raccolta di racconti, “Sorvegliato dai fantasmi” [PeQuod, 2006], una scrittura algida e compassata, sempre a un passo dalla giostra manierista; e tuttavia, a differenza che in passato, stavolta Dadati nella maniera non scende mai, e nella maniera non si arrocca mai. “Piccolo testamento” è un libro scritto con sentimento vivo, e inequivocabile; e in questo sentimento non c'è finzione e non c'è esasperazione – c'è, piuttosto, crudezza, c'è desolazione, c'è la ricerca della parola più adatta a rappresentare il dolore, e a rappresentare la grandezza dell'esempio perduto. E infine c'è il tracollo: il tracollo della coscienza. La coscienza d'aver perduto l'uomo che aveva dimostrato all'autore cosa significasse essere intellettualmente onesti e come si potesse vivere di cultura, in provincia, e senza fare marchette ai partiti: la coscienza, infine, che l'accaduto è irrimediabile. Così: “Mi ripeto che Vittorio, colui che mi ha dato la parola e l'autorevolezza per prendere parola, che mi ha accompagnato in questi ultimi anni di crescita intellettuale, è morto. […]. Il mio destino è più misero e meno clamoroso: sono rimasto inconoscibile, e cioè non c'è più nessuno qua attorno che abbia condiviso con me questi ultimi anni che sono stati i più importanti della mia vita” [p. 108]. Inconoscibile: perché, come scriveva Montale nella poesia omaggiata nel titolo di questo libro, “ognuno riconosce i suoi”, e i suoi due Dadati li aveva riconosciuti in lui, suo maestro, e in una ragazza, Marta, amata e perduta con sinistra e simbolica sincronia.
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“Piccolo testamento” è il libro in cui uno scrittore si guarda dall'urlo dei morti: dall'urlo del morto maestro, dalla sua rabbia terribile diventata “combustibile di pregio”. È il libro in cui un allievo dà un senso estetico alla sofferenza senza senso e senza rimedio del suo maestro. È il libro in cui tanti oggetti restituiscono il ricordo dell'amico e della guida perduta. È un libro di solitudine profonda, magnificamente rappresentata da piccoli elenchi, e da ripetute descrizioni minuziose di cose da niente [“ho mangiato tonnarelli alla carbonara con gli spessi pezzi di pancetta bruciacchiati e l'uovo troppo rappreso. Non avevo nessuno con cui parlare. Il piatto era bianco e pesante”, p. 27; oppure si veda la descrizione della scrivania, pagina 91]. “Piccolo testamento” è un libro personale e intenso e fragilissimo, nato per essere poggiato come una pietra, o come un fiore, sulla tomba d'un maestro che sembrava un padre. Così è stato. È un grande atto d'amicizia e d'amore, espressione d'uno stile e d'un lessico che era, prima di tutto, quello di loro due. È un tributo a ciò che è stato, è la dedica di tutto ciò che potrà essere, nel tempo. È un gran gesto.
EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE
Gabriele Dadati (Piacenza, 1982), scrittore e consulente editoriale italiano. Ha esordito pubblicando la raccolta di racconti “Sorvegliato dai fantasmi” (Pequod, 2006); poi, ecco “Il libro nero del mondo” (Gaffi, 2009).
Gabriele Dadati, “Piccolo testamento”, Laurana, Milano 2011.
Per approfondire: Prudenzano in AFFARI ITALIANI / LAURANA / Michele Lupo sul RECENSORE / intervista a GD in VICOLO CANNERY.
Gianfranco Franchi, settembre 2011
Prima pubblicazione: Lankelot.
Terzo libro di narrativa di Gabriele Dadati, scrittore e consulente editoriale piacentino classe 1982, “Piccolo testamento” [Laurana, 2011] è la confessione e la trasfigurazione del dolore dell’allievo che ha perduto il maestro.