On Some Faraway Beach. La vita e i tempi di Brian Eno

On Some Faraway Beach. La vita e i tempi di Brian Eno Book Cover On Some Faraway Beach. La vita e i tempi di Brian Eno
David Sheppard
Arcana
2010
9788862311373

Un uomo del Rinascimento nato in Inghilterra nel 1948: un futurista inquieto, un paesaggista sonoro. Un anglosassone sanguemisto fiammingo, incarnazione autentica dell'arte per l'arte. Un artista convinto che perché il mondo possa essere interessante, il sentiero sia uno e uno soltanto: plasmarlo giorno dopo giorno, continuamente, senza paura di rimettere in discussione le proprie convinzioni e i propri risultati. Un ex ragazzo del Suffolk, nato da una famiglia di origine ugonotta, cresciuto in una cittadina strapiena di militari dell'Air Force, tendenzialmente pieni di dischi introvabili: la piccola e grigia Woodbridge. Ecce Brian Peter George St. Jean le Baptiste de la Salle Eno, alias Brian Eno: musicista sperimentale, icona pop, ma non solo. Produttore discografico. Letterato. Artista visivo. Grande performer. Cattolico, e poi libertino. Collaboratore del prestigioso “The Observer”. Oggi, portavoce dei giovani del partito liberaldemocratico inglese, per precisa e coraggiosa scelta di Nick Clegg, orgoglioso di poter affidare un incarico del genere a un artista d'avanguardia, democratico e storicamente antimilitarista, capace di nitide prese di posizione contro i conservatori sin dai foschi tempi della Thatcher. E più avanti, a questo punto, chissà. Il ragazzo ha le idee chiare e non poco carisma.

Brian Eno è stato una delle grandi anime dei Roxy Music, è stato l'eminenza grigia di diverse fortune degli U2, dei Devo, dei Coldplay, di David Bowie, dei Talking Heads, è stato uno dei pionieri della musica ambient: ma più ancora è stato e rimane una delle più limpide incarnazioni dello Zeitgeist europeo del secondo Novecento e del primo Duemila. Per dirla con le parole di David Sheppard, «ispirato dall'avanguardia post-bellica; liberato dai licenziosi anni Sessanta; abbracciato dai rivoluzionari anni Settanta; consacrato dai tecnocratici, ibridi anni Ottanta e Novanta, costretto a diversificarsi lateralmente dagli ambigui anni Zero del Duemila: da tempo possiamo sincronizzare la nostra sveglia socioculturale su Brian Eno». E possiamo divertirci a scoprire quanti sono gli artisti che ha influenzato, e con quale differita finiscono per ripetere i suoi stessi esperimenti, o per ripiegare sui suoi vecchi sound. In un certo senso, è un Franco Battiato più politico, meno cinematografico, confusamente lascivo.

“On Some Faraway Beach. La vita e i tempi di Brian Eno” (Arcana, 500 pp., euro 29) è una coraggiosa e schierata biografia di un artista di straordinaria versatilità e almeno discreta complessità, tradotta con linearità e freschezza dalla brava Chiara Veltri. L'autore, il giornalista inglese David Sheppard, forte di una robusta documentazione e della disponibilità dell'artista e di qualche suo famigliare, non ha soltanto ricostruito infanzia, adolescenza e giovinezza di Brian, ex mod ed ex dandy; in questo libro è andato a restituirci le sue principali influenze artistiche (Mondrian, John Cage, Nabokov, gli Who, i Velvet Underground), ha cercato di ricostruire il suo albero genealogico, ha proposto uno spaccato socio-antropologico della sua cittadina originaria. Non solo: Sheppard ha rivelato le primitive, coraggiose strategie esistenziali ed etiche dell'artista inglese: pur di fare musica, il giovane Brian campava in discreta povertà, e in ogni caso preferiva accettare diverse privazioni piuttosto che le vessazioni del posto fisso, che aveva già assaporato e rifiutato per bene.

Sheppard ci racconta i primi passi dei Roxy Music e le dinamiche della rottura con l'altro Brian, Ferry, non senza campionare tre-quattro aneddoti divertenti, come quello dell'incontro-scontro sulla porta di casa di Elton John, durante una festa stranamente rimossa da più d'uno; ci racconta il disordinato libertinaggio dell'artista, e le sue relazioni più stabili, non senza spettegolare sulla strana storia dei suoi introvabili film osé d'antan, e sul suo culto per le vecchie Polaroid. Quindi, il buon biografo ci guida nell'abnorme laboratorio creativo di Brian Eno, per quanto possibile, riuscendo a mettere a fuoco almeno una parte dei molti microcosmi che hanno caratterizzato e vanno caratterizzando i primi sessant'anni di vita dell'artista inglese. Una parte, non tutto: sarebbe stato sinceramente complicato. Questa è la ragione, in fin dei conti, per cui Bono degli U2 ha potuto dichiarare, qualche tempo fa, “We didn't go to art school, like so many bands, we went to Brian”, vale a dire «Non siamo stati in nessun istituto d'arte, a differenza di parecchie band. Siamo andati da Brian».

Eno è una magnifica anomalia della scena alternativa inglese. Magnifica ma complicata, e giustamente misteriosa. Lo sguardo di Sheppard si concentra, in particolare, sugli anni Settanta e sui primissimi anni Ottanta dell'attività di Eno: il rischio, diversamente, era quello di pubblicare una sorta di «eno-ciclopedia». Rischio sventato. Ma va detto che Sheppard s'è messo sulla buona strada.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

David Sheppard, musicista, critico e giornalista culturale inglese, già collaboratore di “Mojo”, “Q”, “Observer”, “Glasgow Herald”. Ha scritto biografie di Elvis Costello e Leonard Cohen. Vive dalle parti della prima casa di Brian Eno, a Camberwell, Londra.

David Sheppard, “On Some Faraway Beach. La vita e i tempi di Brian Eno”, Arcana, Roma, 2011. Traduzione di Chiara Veltri. In appendice, ricca bibliografia.

Prima edizione: “On Some Faraway Beach. The Life and Times of Brian Eno”, 2008.

Gianfranco Franchi, marzo 2011.

Prima pubblicazione: Secolo d'Italia. A ruota, Lankelot.