Natale a Marradi. L’ultimo Natale di Dino Campana

Natale a Marradi. L’ultimo Natale di Dino Campana Book Cover Natale a Marradi. L’ultimo Natale di Dino Campana
Sebastiano Vassalli
Interlinea
2008
978-88-8212-634-6

Plaquette di Sebastiano Vassalli, completa di foto sue e di Attilio Lolini scattate a Marradi, “Natale a Marradi” è un nuovo omaggio all'amato Dino Campana, e un amaro e fascinoso dietro le quinte di quella grande biografia romanzata che fu “La notte della cometa”. Il libretto è apparso nella seducente collana “Nativitas” delle edizioni Interlinea, da Novara, nel 2008, al grottesco prezzo di dieci euro (eccessivo per 47 pagine in corpo 14 o 16...). Idealmente destinato a quanti avevano amato quel gran libro di Vassalli, e a quanti non si stancano di cercare frammenti di letteratura dedicati al povero Campana, risponde a entrambi con dolcezza, e grande semplicità. Il leit motiv lo conosciamo già bene: “E poi, diciamo le cose come stanno: vera o falsa, la storia del poeta matto piace. Attira. Un matto che abbraccia le donne per strada, che strappa le pagine del suo libro prima di venderlo, che va avanti e indietro come una trottola tra Odessa e Buenos Aires, è molto più divertente di un pover'uomo perseguitato dalla sorte e dai suoi familiari” (p. 43).

Vassalli ribadisce e rivendica l'onestà e la verità della sua interpretazione: Campana è stato vittima di drammi famigliari, e non certo di una falsa “demenza precoce”: nato “sano e intelligente, era dovuto diventare matto (con effetto retroattivo) perché sua madre non scappasse da casa” (p. 30).

Dino, in casa, non può starci perché la madre non lo tollera. I suoi guai nascono da lì: e si sa che, quando una vita incomincia ad andare storta, poi non c'è più nessuno che la raddrizzi. La bocciatura in prima liceo, i comportamenti strani, gli anni trascorsi in collegio sono una conseguenza di quel dramma famigliare: e a loro volta causeranno l'alcolismo, i vagabondaggi, la nomea del 'matto' e le persecuzioni dei compaesani” (p. 23). I genitori del poeta cercheranno di scacciarlo in tre momenti differenti; prima, avviandolo (con iniziale successo) alla carriera militare, quindi, internandolo in manicomio; infine, spedendolo in Argentina senza biglietto di ritorno. Falliranno.

Assieme alla riproposizione di queste argomentazioni – sempre notevole, ed edificante – Vassalli alterna due binari differenti; nel primo, racconta di quanto avvenne tra Dino Campana e Sibilla Aleramo nel Natale 1916, Natale triste per tante famiglie italiane lontane dai papà, dai mariti, dai figli o dai fratelli al fronte, e paradossalmente entusiasmante per il poeta innamorato; nel secondo, accenna alla fortuna della sua “Notte della cometa”, amalgamando litigi e incomprensioni con critici e letterati con i fraintendimenti sofferti coi cittadini di Marradi, ostili per via di qualche imprecisione apparsa nel libro, e per l'immagine del paese rappresentata nel testo.

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Nel Natale 1916, Dino e Sibilla – la loro relazione durava da quattro mesi soltanto – si rifugiano a Marradi. Dino vuole mostrarle i suoi luoghi d'infanzia: a lei e a lei sola, l'unica donna che l'abbia mai amato. Vassalli è persuaso che Campana “abbia voluto mostrare a Sibilla quei frammenti del suo sangue rimasti attaccati alle pietre di Marradi” (p. 9), per regalarle così tutto se stesso.

Quel loro amore durerà sei mesi soltanto, spezzato e intervallato da liti furibonde e tristi e ripetute separazioni. L'ultimo giorno felice sarà quello di Marradi. Lei non ricorderà altro che il letto, il letto magnifico e ultimo di quel loro amore tutto letterario. Lui, forse, non ritroverà mai più la lucidità per ammettere quanto intenso era stato il loro amore: l'anno successivo passerà le feste da solo, a Lastra a Signa; nel 1918, in manicomio, dove rimarrà fino alla fine dei suoi giorni, quattordici anni dopo.

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Vassalli – segnalo a beneficio di cultori e appassionati dell'opera sua, e di Campana – ricostruisce la bibliografia di Campana e su Campana disponibile prima della “Notte della cometa”: Le “Lettere Campana-Aleramo” a cura di Niccolò Gallo; “Dino Campana e i goliardi del suo tempo” di Federico Ravagli; “Per una cronistoria dei Canti Orfici” di Enrico Falqui; “Vite non romanzate di Dino Campana scrittore e di Evaristo Boncinelli scultore”, di Carlo Pariani, psichiatra. Sulla base di quelle letture, Campana gli era apparso subito per “ciò che è: un grande solitario della Letteratura Italiana del Novecento. Un grande poeta, che pagò con la sua vita la sua opera, definita da lui stesso 'esigua e frammentaria'” (p. 16).

Vassalli non crede affatto alla favola del “poeta pazzo”. Ma crede nella favola della prima notte di quiete, quella dell'ultimo (unico) Natale vissuto con gioia dal poeta infelice, sfortunato e dissociato. Avvicinatela con l'umanità e l'empatia che si riserva a chi non ha avuto quel che molti di noi hanno: l'amore, la comprensione, la fortuna di poter esistere senza dare fastidio a chi ci ha generato. E provate a mettervi nei suoi panni. Vi farà bene.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Sebastiano Vassalli (Genova, 1941-Casale Monferrato, 2015), poeta e romanziere italiano, laureato in Lettere con tesi sulla psicanalisi e l'arte contemporanea.

Sebastiano Vassalli, “Natale a Marradi. L'ultimo natale di Dino Campana”, Interlinea, Novara, 2008. In appendice, immagini di Marradi (foto di Lolini e Vassalli).

Approfondimento in rete: WIKI It

Gianfranco Franchi, dicembre 2009.

Prima pubblicazione: Lankelot.