La guaritrice di Ventotene

La guaritrice di Ventotene Book Cover La guaritrice di Ventotene
Carla Ammannati
Meridiano Zero
2008
9788882371678

Un romanzo ambientato – non solo, e non casualmente: la dedica parla chiaro – nell’isola di Ventotene, a sud di Ponza, nei giorni tristi ma non vani del confino di intellettuali oppositori del regime, non può non restituire alla memoria lo spirito del “Manifesto di Ventotene”: documento fondato sulle intuizioni di Luigi Einaudi, scritto da Ernesto Rossi e Altiero Spinelli in collaborazione con Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann. Documento anticomunista e anticapitalista, nemico dei totalitarismi e delle prevaricazioni delle oligarchie: seme per un’Europa altra, libera e democratica. Merito primo e limpido del nuovo libro della narratrice toscana Carla Ammannati, letterata classe 1951, è il contributo alla restituzione di altra centralità a quanto accaduto allora; in appendice, è possibile consultare una bibliografia dedicata a quanti vorranno studiare e approfondire. Solo per questo, da privato cittadino, saluto e ringrazio l’autrice. È un gran bel seme.

Il romanzo è una saga (uni?)famigliare e popolare, d’una famiglia imprevedibilmente allargata e solo tardivamente radunata, come spesso in Italia accade – si fa ma non si dice: succede – e soavemente matriarcale, ed è ambientato in un arco di tempo decisamente esteso: quanto basta, se volete lasciarvi suggestionare, per passare dalla musica di Carlo Buti (chiaramente: toscano) sino a un passo dai giorni nostri, attraverso un simbolico film, dimenticato eppure all’epoca tutt’altro che laterale, come “I pugni in tasca” di Bellocchio. E appare finalmente, pure senza guadagnare centralità nel contesto della narrazione, ma rivelandosi almeno discreto comprimario, una nuova figura di anarchico, amore giovanile della narratrice. Un anarchico umanissimo, meno coerente del previsto e tuttavia sempre romantico. Peraltro buon lettore di Walser. Ho speso l’avverbio “finalmente” considerando che di anarchici – Longanesi destro escluso – in narrativa italiana si parla poco: naturalmente “Piazza d’Italia” del toscano (ormai lusitano) Tabucchi, e il recente “Il diavolo custode” di Balocchi sono tra le eccezioni memorabili, nel secondo Novecento.

La storia è quella di Vincenzina detta Zina, madre della protagonista ed io narrante del romanzo, isolana. Morta a novant’anni, già guaritrice, cantante e purtroppo da sempre claudicante, donna del popolo che il popolo amava, e sapeva consolare, è una figura magica e terrigna. Questo è il libro della sua ingenuità, della sua giovinezza, dei suoi amori e dei suoi lavori; dell’amore partigiano adolescente, del marito e del figlio amato e poi perduto, della relazione con un confinato, Pacifico (ah nomen omen) che darà vita a Siliana. Ma avrà vita altra e diversa altrove, Pacifico: dal suo matrimonio vedrà la luce, vent’anni dopo, nel 1963, il giovane Teodoro (l’etimo non mente mai).

Il libro – ma la trama non voglio bruciarla con altre anticipazioni: scrivo a pochi giorni dall’uscita – principia nel momento della morte di Zina, e col racconto delle memorie della figlia: sulla storia della madre, e sull’incontro tra la figlia e quel fratello che non sapeva di avere. È quindi giocato per flashback, ricostruzioni, sovrapposizioni e cortocircuiti temporali. Linguisticamente è connotato da uno stile letterario capace di classe senza cadere nell’artificio della ricercatezza. Penso soprattutto alle varie scene erotiche, evocative e descrittive a un tempo, senza essere sciatte o volgari o morbose: merito dello stile dell’autrice. È una saga famigliare con elementi lirici e favolistici – al termine del libro si ha la sensazione di aver ascoltato, davanti al fuoco del camino, una delle storie belle della nonna e del magnifico dolore e dello stupore dei rovesci della vita. La morale non è solo resistere e saper superare con dignità le avversità e le malignità della vita. “Senza amore non siamo niente”, ricorda una battuta di Truffaut in apertura di romanzo. Semplicemente, è tutto lì. E non è poco. La storia di tre generazioni non insegna altro che questo, il resto ne deriva o ne discende, come un fiume carsico, sino a sprofondare nel mito.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Carla Ammannati (Empoli, 1951), scrittrice italiana. Vive e insegna Lettere a Firenze. Ha esordito pubblicando una serie di racconti, negli anni (riviste “Cuore di cane”, “Tuttestorie”) e il romanzo “Relazione sul nascere” (ExCogita, 2003).

Carla Ammannati, “La guaritrice di Ventotene”, Meridiano Zero, Padova 2008. Collana Primo Parallelo, 35. Pag. 192 - Euro 13,00

Gianfranco Franchi, maggio 2008.

Prima pubblicazione: Lankelot.