La casa della nonna

La casa della nonna Book Cover La casa della nonna
Barbara Gozzi
Nicola Pesce
2007
9788888893044

Tra le prime prove narrative di Barbara Gozzi, scrittrice modenese classe 1978, c’è questo (difficilmente reperibile) racconto lungo, “La casa della nonna”: probabile viatico a un futuro romanzo famigliare, è caratterizzato da una promettente indagine sui sentimenti, sulla natura dei legami consanguinei e sul significato dei segreti, delle menzogne e degli inganni; infine, evidenzia una sensibile capacità di giostrare la prospettiva della narrazione: quando femminile, quando maschile. Dalla terza persona si passa – in entrambi i casi – alla prima per rappresentare pensieri o brevi monologhi interiori dei due protagonisti: il movimento di camera è sempre piuttosto fluido.

Il retrogusto di questa pubblicazione è già discretamente cinematografico; l’ingresso nella casa, nelle prime battute, rivela adeguate capacità descrittive e una forte visività: assieme, i dialoghi manifestano prudente e puntuale fedeltà a ritmi e cesure del parlato. I tempi sono decisamente interessanti.

Strutturato in cinque capitoli (“Ritornare”, “Perdere”, “Capire”, “Scontrarsi”, “Ripartire”), questo racconto è un ritorno alle origini: origini dimenticate, non perdute né sconosciute. Già questo sembra un primo passo notevole, ragionando in termini di produzioni future; potrebbe figliare, ad esempio, un suggestivo romanzo plurigenerazionale. La casa della nonna era la casa di campagna, quella delle vacanze d’infanzia. Ma significa, naturalmente, qualcosa di più: “La casa è stata costruita dalle braccia di suo nonno, ogni singolo mattone che adesso sembra sul punto di cadere è stato fissato col sudore e la fatica di chi non ha niente ma non si arrende alla povertà. Erano altri tempi, direbbero in molti, e, in effetti, era davvero così… chi si prenderebbe la briga, oggi, di usare calce e scalpello?” (p. 6).

Significa coscienza delle proprie radici, consapevolezza della propria storia: allegoricamente, pure diroccata, in queste pagine la casa custodisce un documento che rivela l’origine d’un contrasto famigliare; la storia d’un grande atto d’amore famigliare che qualcuno non voleva condividere con l’amato ormai cresciuto, e che una persona e una soltanto aveva deciso di rivelare. Per tempo, e nel momento giusto.

*

Luisa – la sorella maggiore – sta cercando, tra le ombre del suo passato e le rovine di quella casa, una scatola: sua madre, molto malata, domanda di ritrovarla prima che sia troppo tardi. Pietro – il fratello – intanto non ha più nulla da cercare: conosce da tempo la verità sulla sua adozione, si domanda soltanto perché né la madre né la sorella abbiano voluto parlargliene. Soltanto la nonna aveva saputo comunicare con lui, sempre: con dolcezza, e con amore.

Luisa ha sempre mentito, nascondendo la verità al fratello: Pietro ha dissimulato, nascondendo la sua consapevolezza della verità. Per anni.

Questo equilibrio davvero fragile e precario ha svilito e avvelenato i rapporti tra i due fratelli, e tra Pietro e la matrigna, che morirà prima di potergli parlare, senza riuscire a spiegarsi, senza riscattarsi. Ne deriva un quadro comunque mortificante, doloroso e complesso; riscattato infine da quella che si direbbe una propensione della narratrice per l’introverso Pietro, che riparte – un nuovo amore, una sua impresa economica – senza nascondere le ferite della vita né il dolore derivato dallo scontro ripetuto con la menzogna.

L’intreccio si sviluppa con intelligenza, accompagnando progressivamente il lettore in questo piccolo labirinto diroccato, popolato da spettri gentili, tessuto dalla Gozzi; appariranno fantasmi (la vera sorella di Pietro, morta assieme ai suoi genitori in un incidente d’auto) capaci di cortocircuitare la prevedibilità degli eventi narrati, e tanto sentimento a pregiudicare la verità; menzogna per amore o per affetto, menzogna rimane: menzogna sull’origine o sul sangue è di quelle che non possono non ferire, sino alla fine del tempo.

Difficile dubitare che questo sia l’embrione, o il lavoro preliminare, di un romanzo ambientato dall’autrice nelle sue stesse terre; promettente la coscienza del passaggio dal proletariato alla piccola, o piccolo-media borghesia; altrettanto fascinosa la dedizione ai meandri dei sentimenti e dei conflitti famigliari. Ogni migliore auspicio, davvero: e grazie per questo primo, esclusivo assaggio.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Barbara Gozzi (Modena, 1978), scrittrice italiana. Ha esordito pubblicando “Progetto Butterfly” nel 2006.

Barbara Gozzi, “La casa della nonna”, Nicola Pesce Editore (Underground Press), 2006.

Gianfranco Franchi, ottobre 2007.

Prima pubblicazione: Lankelot.