Il silenzio degli alberi

Il silenzio degli alberi Book Cover Il silenzio degli alberi
Eduard Márquez
Keller
2011
9788889767245

Leggerissimo, ultradialogato, tanto manierista, sempre sentimentale e molto melodrammatico, "Il silenzio degli alberi" è una sequenza di psicodrammi figli di complicate e malconce relazioni esistenziali, sempre a un passo dall'eccessiva leziosità e dalla capziosa manfrina. Derivativo e fragilotto, vagamente – ma davvero molto vagamente – debitore della lezione del Pianista di Polanski, è stato considerato dal quotidiano iberico “El Pais” come uno dei migliori risultati della produzione dello scrittore catalano Eduard Márquez, classe 1960, già tradotto in Italia, sempre dalla coraggiosa Keller di Rovereto, nel 2008 ("La decisione di Brandes", pluripremiato in patria).

“L'arte di perdere è difficile da imparare”, scriveva la poetessa americana Elizabeth Bishop, omaggiata con un'epigrafe in ouverture. Ma altrettanto difficile è l'arte di manovrare e giostrare rappresentazioni delle dinamiche e dei contrasti interiori senza piombare nell'equivoco dell'esercizio di stile. Márquez non sembra sempre esserne cosciente; forse per eccessivo amore nei confronti dei personaggi di questo suo Silenzio degli alberi a volte pecca di calligrafia e a volte eccede in didascalia. Per “La Vanguardia”, questo libro è “una grande parabola sul potere della fabulazione e della musica come risorsa contro gli effetti della guerra”. Ne prendiamo atto.

È la storia del violinista Andreas, figlio d'arte: sua madre, violinista, gli aveva insegnato, bambino, a non nascondere il suono: a lasciare che la musica arrivasse “dove finisce il silenzio degli alberi”, cioè al di là dei pioppi, nel giardino di di casa. Ma poi se ne era andata, la mamma, scolpendo un gran mistero e dettando un gran dolore. Nel tempo, Andreas aveva imparato che la musica esisteva completamente soltanto “quando risuona in chi ascolta, quando emoziona o turba, quando fa vivere un momento irripetibile”. E quando suonava con Amela la musica sapeva unirli e isolarli dal mondo. Purtroppo il destino avrebbe saputo essere beffardo. Ma non invincibile, direi.

Gianfranco Franchi, gennaio 2012.

Prima pubblicazione: BlowUp