Il figlio del dio del tuono

Il figlio del dio del tuono Book Cover Il figlio del dio del tuono
Arto Paasilinna
Iperborea
2002
9788870910742

Il popolo finnico ha smesso di adorare i suoi dei, e di consacrare loro ricchi e opportuni sacrifici: s'è fatto cristiano e ha rinnegato le sue origini. Oggi, ammettere di adorare il Dio dei pagani implica manicomio o gravi guasti sociali. L'antico capo degli Dei è stato tollerante per parecchi secoli: adesso non ne può più d'essere trascurato, e medita di radere al suolo la Finlandia. Gli altri dèi domandano un'ultima riunione per provare a salvare il salvabile. La storia la racconta – a modo suo – il grande Arto Paasilinna. Magnificamente blasfema, satira di un'intelligenza sovrumana, “Il figlio del dio del tuono” è un'opera esemplare. È spirituale e credibile, rigenerante e solare. Vivere questo romanzo è stato folgorante.

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Fabrizio Carbone introduce: “Siamo nel più variegato e inimmaginabile Olimpo del grande Nord, laddove, tra le miriadi di stelle che brillano nel cielo nero dell'Artico, vivono essere soprannaturali (…) decine e decine di dèi grandi come Ukko, il dio del Tuono, medi come Tapio, il dio della Foresta, piccoli come Pelto-Pekka, il dio della Birra (…) gnometti geniali e gnometti malefici: i villosi 'maahinen' che vivono sottoterra, affidabili e laboriosi, e i 'menninkainen', buontemponi che si occupano dei morti e vivono nei cimiteri” (p. 8).

Scopriamone alcuni. Ukko: è il più antico di tutti, “già quasi vecchio come oggi quando niente ancora era stato creato e nessun altro dio era nato. Oltre ad essere il più vecchio, è anche il più severo e il più potente. È il migliore” (p. 13). Non ha nessun antipatia per Gesù e per Dio. Non sente proprio la rivalità.

Rauni: moglie di Ukko, Madre della Terra, tende a sbuffare per parecchie cose; intanto tiene a bada gli gnomi delle montagne, da che mondo è mondo. Rutya: figlio di Ukko e Rauni. Il Dio più giovane e bello, coraggioso e gentile. Il suo fratellastro, Turja, se ne sta all'inferno.

Ilmarinen: dio della Pace e del Sole. È lui che va ringraziato quando non piove. Sampsa Pellervoinen: lotta contro lo strapotere dell'inverno. È il dio dell'Agricoltura. Pelto-Pekka: il dio della Birra. A lui basta che si beva per bene e che si sia sempre allegri. Agras, il Priapo di quelle parti, nemico dell'aborto. Ajattara, spiritella fascinosa e sensuale, Venere finnica, volubile e sfuggente. E poi tutta una pletora di spiritelli che incontreremo in queste pagine...

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Sampsa, antiquario in crisi e agricoltore quarantenne, è uno dei cinquecento pagani rimasti in Finlandia. È pagano da generazioni ma non ha una gran voglia di parlarne in giro. Ha paura del tuono, perché è credente. Fa bene.

Si stanno riunendo, finalmente. È il 27 giugno, festa del Dio Sampsa Pellervoinen. Non appena tutti gli dèi si sono accomodati, arrivano gnomi, silfidi, folletti e spiritelli. Prende la parola Ilmarinen, sintetizzando la situazione: in Finlandia, cristiani, agnostici e atei hanno preso il posto dei pagani, ridotti a una minoranza assoluta, mentre gli ugrofinnici sotto regime sovietico, in URSS, e cioè Voguli, Ceremissi e Ostiaci, adorano ormai l'immondo Dio Marx. Come se non bastasse, in tutto il paese sono spariti i boschetti sacri, tamburi e strumenti sciamanici si trovano soltanto nei musei, si beve birra senza adorare Pelto-Pekka e via dicendo. Rimedi? Una soluzione armata è poco plausibile; manca un Dio della guerra, oltretutto. Le guerre di religione preferiscono lasciarle ai cristiani. Ci pensa Ajattara. Serve mandare – a mo' di Gesù – un figlio di Dio tra i finlandesi. Ecce Rutja, che non ha paura di finire impiccato o fucilato.

“Rutja, uno splendido dio villoso, imponente, si alzò. Indossava una pelliccia d'orso, un copricapo di piume di rapace e un manganello nodoso alla cintola. Guardò calmo suo padre e gli altri dèi, poi disse con voce possente: 'Sono pronto a tutto. Assolutamente a tutto'” (p. 43). Il premio – decide il Padre – sarà la stupenda Ajattara. E a chi appare per primo Rutja, avvolto in un magnifico mantello di pelle d'orso? Proprio allo stoico Sampsa, l'antiquario pagano in crisi economica.

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Stratagemma divino: assumere un corpo poco appariscente, per non spaventare eccessivamente i cittadini. Certamente non vale la pena incarnarsi in un neonato e aspettare una trentina d'anni. Un buon borghese come Sampsa va di lusso. Nel frattempo, Sampsa potrà andarsene a spasso nel corpo di un Dio.

Rutja comincia a predicare come può il suo Vangelo, minacciando di licenziare i fittavoli di Sampsa a meno d'una loro pronta e sincera conversione al paganesimo; quindi, raccoglie informazioni, da brava spia, direttamente dal parroco, scoprendo che i finnici stanno in crisi per via del materialismo; poi, licenzia l'assistente dell'antiquario, per scarso rendimento.

La signora si serve del suo fascino per riscattarsi. Ne deriva una divina esperienza erotica. Può tornare al lavoro, ma “Ci saranno anche altre cose da fare. Dovrai cominciare a battere a macchina i miei discorsi. Forse potrei fare di te anche una buona discepola, bisognerà vedere. La Finlandia sta per avere la sua riforma religiosa” (p. 116).

E riforma religiosa dovrà essere. I discepoli non saranno pescatori (“I pescatori di aringhe del golfo di Finlandia potevano pure avere una fede indistruttibile, ma, visto come curavano male i loro interessi – vendevano buon pesce a un prezzo irrisorio a degli allevamenti come mangime per i loro inutili visoni – difficilmente sarebbero stati di grande aiuto al momento di cominciare a convertire la Finlandia, e più tardi il mondo intero, alla vera fede”, p. 143), la compagna amatissima non sarà l'ex assistente dell'antiquario ma una stupenda ispettrice fiscale (mai il fisco è stato più erotico), strumento di persuasione sarà la miracolosa capacità di fulminare chiunque soltanto borbottando le parole giuste. E ci saranno dei comandamenti. E guarigioni dei malati. Il demone è la pazzia. “In due giorni, Rutja aveva miracolosamente guarito quindici malati. Era più di quanto Gesù avesse fatto in due mesi. Ma Gesù non era finnico, come Rutja” (p. 238). Fermiamoci qua.

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Ricordati di temere il Tuono. Non fare del male ai piccoli. Proteggi la vita. Rispetta i vecchi. Vivi umanamente. Non cedere.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Arto Paasilinna (Kittilä, Finlandia 1942-Espoo, Finlandia, 2018), scrittore finlandese. Ex guardaboschi, ex giornalista, ex poeta.

Arto Paasilinna, “Il figlio del dio del tuono”, Iperborea, Milano 1998. Traduzione di Ernesto Boella. Introduzione di Fabrizio Carbone.

Prima edizione: “Ukkosenjumalan pioka”, 1984.

Gianfranco Franchi, febbraio 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.

È spirituale e credibile, rigenerante e solare. Vivere questo romanzo è stato folgorante.