Castelvecchi
2009
9788876153235
GF: Come e quando hai scoperto l'arte di Gino Boccasile? Quando hai deciso di scrivere questa biografia, e perché? Qual è stato l'innesco?
PB: Tutto è cominciato con la Signorina Grandi Firme. Alcuni anni fa, sfogliando un saggio sulla storia dell’illustrazione italiana, ho visto per la prima volta una copertina de “Le Grandi Firme” del 1938, con la “signorina” di Boccasile che, prorompente e impettita, si dirige verso Cinecittà. Quell’immagine mi ha colpito, e subito mi sono chiesta quale impatto dovesse aver avuto sull’italiano medio degli anni Trenta. Allora ho iniziato a cercare notizie sul suo creatore, Gino Boccasile, del quale, tuttavia, trovavo solo notizie brevi, informazioni che non appagavano la mia curiosità. Boccasile, all’apice della sua attività di disegnatore e cartellonista, era stato famosissimo, eppure mancava un’opera monografica su di lui, così ho pensato di cimentarmi.
GF: Perché Boccasile sembra un artista proibito? Quanto è necessario restituirlo alla luce? Quanto è coraggioso parlarne? È stupido dire che può essere pericoloso parlarne?
PB: Più che proibito o pericoloso direi che parlarne può essere scomodo. Boccasile è ricordato, specie da chi non è più giovanissimo, per i manifesti dei guerra, per le sue convinzioni che lo fecero aderire al Fascismo, prima, e alla Repubblica di Salò, poi. Non diversamente da tanti altri, solo che Boccasile non si nascose mai dietro l’anonimato, fu di una coerenza oggi quasi incomprensibile. I suoi manifesti li firmò sempre e, quindi, è facilissimo individuarlo. Oltre al cartellonista di punta del regime, Boccasile è stato, però, anche molto altro: un pubblicitario innovativo, un figurinista dall’eleganza indiscutibile, un illustratore straordinariamente prolifico, un vignettista mordace. Aspetti di cui mi sembra non si parli abbastanza. Questo è il motivo per cui “è necessario restituirlo alla luce”.
GF: Hai avuto difficoltà a pubblicare il libro? Hai mai avuto la sensazione che fosse argomento proibito per ragioni ideologiche? Se sì, dove e quando.
PB: Sì, ho avuto difficoltà a pubblicare. Negli scorsi anni, ho spedito il testo a parecchie case editrici. Per quanto popolare ai suoi tempi, oggi Boccasile è un artista di culto. È noto e conteso tra i collezionisti di cartoline e manifesti, ma il suo nome evoca poco o niente al grande pubblico, anche se sono familiari l’immagine del bambino del torrone Sperlari, o quella della mamma col bambino del borotalco Roberts...La Castelvecchi, cui va tutta la mia gratitudine e riconoscenza, ha sposato subito il mio progetto, e quindi mi sono messa di nuovo sulle tracce di Boccasile.
GF: Signorina Grandi Firme: quanto è moderna, ancora oggi, e quando e come potrebbe tornare protagonista sulle riviste di moda o nelle vetrine dei negozi di moda?
PB: Personalmente ritengo che la definizione più bella della Signorina Grandi Firme l’abbia data Antonio Faeti, quando ha scritto che è “una pietra filosofale dell’erotismo che non consentirà mai di trovare l’oro, ma permetterà sempre di sperare di ottenerlo”. È l’antico gioco del vedo e non vedo, del guardare ma non toccare, del dare un indizio e far immaginare un mondo. Un ingrediente sempre valido, sempre attuale, ieri come oggi. Negli anni Trenta, quando la donna era essenzialmente l’angelo del focolare, la Signorina Grandi Firme, con le sue provocazioni involontarie e con i colpi di vento che le alzavano accidentalmente il vestito, era una novità assoluta, era il sasso nello stagno dell’erotismo inespresso. Oggi, nell’era del tutto esibito, quelle allusioni garbate tornano a colpire per il loro coefficiente di “novità”.
GF: Quanto e come ha influito Boccasile sulla tua vita e sulla tua cultura? Cosa racconterai di lui ai tuoi figli e ai tuoi nipoti? Cosa ne sanno i tuoi amici, oggi?
PB: Boccasile ha influito in vari modi. Anzitutto, ripercorrere la sua vita ha affinato la mia capacità di osservazione la realtà da molteplici angolature e mi ha consentito di constatare concretamente come una vita possa essere condizionata dal pregiudizio. E poi mi ha fatto assaporare il gusto della ricerca sul campo. Una ricerca che ha avuto anche dei momenti emozionanti, come la conversazione telefonica con Sandra Mondaini (suo padre era un collega di Boccasile), l’incontro con i familiari del maestro e la scoperta dei suoi schizzi e bozzetti inediti. Quanto al profilo culturale, Boccasile è stato la porta su un mondo, anzi, su tanti mondi. Avendo operato lui in vari settori, ho dovuto – ed è stato un vero piacere – approfondire dal conoscenza delle riviste illustrate tra le due guerre, delle mode e gli stili di vita di quegli anni e di tanto altro.
I miei amici, nel senso di coetanei, oggi sanno chi è Boccasile. Prima, no.
GF: Progetti futuri? Nuove pubblicazioni all'orizzonte?
PB: Non nascondo che mi piacerebbe rimanere nell’ambito del costume a 360 gradi. La Signorina Grandi Firme è stata un fenomeno di costume a tutti gli effetti.
GF: Qual è la casa editrice dei tuoi sogni? Quale la tua collana preferita? Come ti sei trovata, intanto, in Castelvecchi?
PB: Ammiro le case editrici che non si allineano totalmente al mercato e che conducono una reale operazione di ricerca e di recupero. Queste sono case editrici coraggiose. Come Castelvecchi, che è una realtà giovane, vivace e intraprendente, in cui è palpabile la partecipazione corale al libro e il sostegno morale all’autore.
GF: Cosa speri che scrivano, del tuo libro? E cosa proprio non vorresti fosse scritto? Hai paura di essere fraintesa? Cosa ti aspetti da questa pubblicazione?
PB: Spero che emerga la mia intenzione di voler restituire un’immagine di Boccasile quanto più completa possibile. Fino ad oggi, infatti, chi si è occupato della storia del “Le Grandi Firme” ha trascurato la cartellonistica, chi ha parlato dei manifesti di guerra non ha affrontato il Boccasile illustratore e così via. Mi piacerebbe fosse colta la ricerca. Non ho paura di essere fraintesa. Ho voluto ripercorrere e documentare la storia di un uomo, Gino Boccasile, con le sue idee, le sue contraddizioni e le sue straordinarie doti di comunicatore.
GF: Letteratura umbra. Chi sono i tuoi scrittori umbri preferiti, nel Novecento? E tra i contemporanei viventi, chi ci segnali? Prima i ternani, poi i perugini. Vai. Raccontaci tutto.
PB: Premetto che sono un’appassionata del dialetto, anche se, per quanto riguarda quello umbro in generale, e ternano in particolare, si tende a parlare di cadenza più che di dialetto. Non posso non citare Furio Miselli, nostra gloria cittadina. Mi ha sempre appassionato e divertito leggere e studiare le espressioni dialettali. È risaputo, ma il potere di sintesi dei dialetti è sorprendente.
Riguardo ai contemporanei, non molto tempo fa ho letto un bel romanzo, scritto da un autore nato a Roma (Saverio Minozzi), ma “naturalizzato” umbro, e che inserisco nella letteratura della regione, dato che la scelto di ambientarlo in una città dell’acciaio ricalcata su Terni: “Vino e donne dal 1913. Piccola storia di una città industriale e della sua ultima osteria”. Spostandoci nel perugino, apprezzo la prosa del giornalista Mimmo Coletti. E poi non dimentichiamoci che Enrico Vaime è nato a Perugia, questo inorgoglisce l’Umbria tutta.
GF: A chi assomiglia Boccasile tra i contemporanei? Perché?
PB: Questa domanda me la sono posta, ma non sono riuscita a trovare risposte soddisfacenti. Posso dire, però, che anni fa un conoscente ha paragonato la Signorina Grandi Firme alla cantante Madonna. Stesso magnetismo, stesso potere di incidere sul costume, stessa capacità di reinventarsi continuamente. L’ho trovato un accostamento curioso.
GF: Carta bianca. Dì tutto quello che vuoi.
PB: Grazie a Gianfranco Franchi. Di cuore.
GF: E sempre viva Calvi dell'Umbria e il grande popolo sabino.
PB: Sempre. Le origini non si dimenticano.
EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE
Paola Biribanti (Terni, 1977), giornalista e scrittrice umbra.
Paola Biribanti, “Boccasile. La Signorina Grandi Firme e altri mondi”, Castelvecchi, Roma 2009. In appendice, un ricordo della figlia, Bruna Boccasile, una bella cronologia e la bibliografia. Copertina di Elisa Passacantilli.
Approfondimento in rete: WIKI It su Boccasile
Gianfranco Franchi, dicembre 2009.
Prima pubblicazione: Lankelot.