Fahrenheit 451

Fahrenheit 451 Book Cover Fahrenheit 451
Ray Bradbury
Mondadori
2000
9788804487715

Una goccia di pioggia. Clarisse. Un’altra goccia. Mildred. Tre gocce. Lo zio. La quarta goccia. E l’incendio di questa sera. Una, Clarisse. Due, Mildred. Tre, lo zio. Quattro, il quadro dell’incendio. Uno, Mildred, due, Clarisse, uno, due, tre, quattro, cinque, Clarisse, Mildred, zio, incendio, compresse di sonnifero, gli uomini come carta igienica, giubbe-fazzoletto, soffiarsi il naso, appallottolare, tirare lo sciacquone, Clarisse, Mildred, zio, incendio, compresse, carta igienica, soffiare, appallottolare, tirare l’acqua. Uno, due, tre, uno due tre! Pioggia. Temporale. Lo zio ride. Il tuono che rotola da basso giù per le scale. Il mondo intero che cade a rovescio. Il fuoco che zampilla da un vulcano. Tutto che irrompe, precipita, inonda con un rombo scoppiettante, in una fiumana torrenziale verso il mattino. «Non so proprio più nulla di nulla» egli disse, e lasciò che uno zuccherino di sonno gli si sciogliesse sulla lingua” (Parte prima, “Il focolare e la salamandra”, pp. 20-21)

Distopia secondo Ray Bradbury: una società che vive nell’oblio del tempo in cui i vigili del fuoco spegnevano gli incendi: tempo divenuto leggenda. Fahrenheit 451 è la temperatura alla quale brucia la carta. Nell’apocalissi dello scrittore dell’Illinois i vigili del fuoco sono pirofili - Guy Montag, protagonista del romanzo, alimenta gli incendi dei libri. Odora di cherosene, ha il simbolo d’una salamandra sul braccio e un disco con una fenice sul petto; indossa un elmetto nero, una giubba ignifuga e condivide la gioia d’appiccare il fuoco alla conoscenza proibita: sinfonia incendiaria dell’umanità restituita al triste primo comandamento dell’antico dio della Bibbia: “Tu non devi conoscere”.

Non è più quel dio a sentire invidia e provare fastidio per una specie che tende a emularlo: l’Occidente s’è lasciato irreggimentare da un sistema che, tra una guerra e l’altra, ha drogato di televisione il popolo, condizionandolo alla passività ed educandolo al lassismo e al disimpegno. Distruggendo i libri, cancellando la memoria. Sulle pareti non più quadri, ma schermi giganteschi: e per quanti fossero avvelenati dal tumore della malinconia, pronto interviene un tecnico ad assorbire la memoria del male, con nuovi e potenti macchinari. È la società della dimenticanza e della sudditanza: la società che non deve conoscere per poter facilmente essere condizionata, dominata e governata.

Sintesi, semplificazioni, quindi culto dello svago e del divertimento: sempre più fumetti, sempre meno parole. Accesso al superfluo, rinuncia all’essenziale: damnatiocapite delle verità e delle conquiste civili e culturali, era d’edonismo e di decadenza.

È notte. Montag sta tornando a casa. Da diverso tempo percepisce qualcosa di vago e insolito che va scuotendolo. Avanza per una strada deserta e muta. Sente un sussurro – o un respiro, non sa distinguere il suono. Si guarda attorno. C’è una ragazza che cammina tra le foglie. È la consueta epifania letteraria della bellezza – della bellezza che restituisce lucidità all’uomo – l’innesco del risveglio del dormiente. È bianca come latte, e ha un’espressione di pallida sorpresa; veste di bianco, e appare come “neve al chiaro di luna” (p. 7), “fragile cristallo di latte” (p. 8). L’intelligenza si riflette nei suoi occhi neri: scintillanti e vivaci.

Clarisse McLellan ha diciassette anni, ed è pazza. Sa che c’è un volto umano sulla Luna; e d’un tratto chiede a Guy qualcosa che nessuno sa domandare più; gli domanda se è felice. Guy non sa rispondere. Guy non legge i libri che brucia – per non violare la legge. Brucia i libri e poi brucia la cenere.

L’ambiente del pirofilo è a dir poco funebre: la camera è come un “mondo sepolcrale” (p. 13), sua moglie Mildred riposa “come un cadavere” (p. 14), ha gli occhi come vetro, e il respiro indifferente (p. 15).

La distanza tra Mildred e Clarisse è nello sguardo e nel respiro: Clarisse s’annuncia con un respiro, Mildred ha respiro indifferente: Clarisse ha sguardo scintillante e vivace, Mildred gli occhi di vetro. Due figure assolutamente antitetiche. Mildred tenta invano di uccidersi – l’intervento dei tecnici la restituisce alla vita e le cancella la memoria del male. Al suo risveglio, è incredula ascoltando le parole di Guy.

Guy Montag esce e incontra Clarisse che cammina sotto la pioggia. Lascia che la pioggia le cada sulle labbra: per sentirne il sapore. La pioggia e il pallido fragile archetipo della bellezza: il pirofilo vacilla. Le antiche convinzioni – l’effetto delle ipnotiche campagne di propaganda del sistema – cedono il passo alla voce di lei. Gli dice che non sembra un incendiario, perché sa ascoltare e osserva quel che lei gli chiede di osservare. E sa guardare negli occhi.

Lei si sente piena di senso sociale in un sistema in cui appare aliena alla compagnia degli altri cittadini. Vaga per la città, per sentire e ascoltare le parole delle altre persone; fino a scoprire che non dicono nulla. Parlano di auto, vestiti, piscine. Parlano di cose, non di persone.

S’accontentano del niente. Un giorno Clarisse scompare, e Montag perde la sua guida: ma l’innesco è avvenuto, e quanto avverrà è segno dell’avvenuta illuminazione. Cade un libro tra le sue mani, durante un incendio: scopriremo che ne ha salvati molti altri, in passato. Nuova opposizione, di qui in avanti: tra il nuovo mentore, il vecchio professor Faber, uomo cui “importa tanto che ha nausea di tutto”, e il suo superiore, Beatty, pirofilo stranamente istruito. L’equilibrio dei personaggi è rigidamente suddiviso per antitesi: Montag è combattuto e conteso tra due fuochi – il fuoco fatuo del suo passato, Beatty e Mildred, menzogna e artificio ma integrazione nel sistema e ruolo di prestigio, e Faber e Clarisse, verità e dolore e estraniazione dal sistema, per ribellione, dissociazione e oscuramento.

Quindi a vagabondare tra chi ricorda, e incarna antiche lezioni, ai margini della nuova civiltà; mentre gli aerei da guerra sorvolano la nazione che ha vinto le ultime guerre, e domina il mondo, addomesticandolo con il vizio e la corruzione ed educandolo alla stupidità e all’ignoranza. La fiamma risplende nell’ombra, infine – ecco un roveto ardente che non potrà estinguersi mai.

Romanzo allucinato e apocalittico, intenso e disperato; patrimonio della cultura occidentale del Novecento, simbolo di quanti non vogliono allinearsi e intendono difendere memoria, sangue, storia: nell’arte il futuro dell’umanità, motore d’una nuova liberazione, d’una nuova etica.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE.

Ray Douglas Bradbury (Waukegan, Illinois, 1920 – Los Angeles, California, 2012), scrittore americano. Esordì pubblicando il racconto “Pendulum”, scritto in collaborazione con Henry Hasse, su “Super Science Stories” nel 1941.

Ray Bradbury “Fahrenheit 451”, Mondadori, Milano 1978. Traduzione di Giorgio Monicelli.

Prima edizione: “The Fireman”, febbraio 1951, nella rivista “Galaxy Science Fiction”. In volume: “Fahrenheit 451”, Ballantine, New York 1953. Leggenda vuole che il romanzo sia stato battuto a macchina dall’allora giovanissimo autore in una biblioteca pubblica.

Riduzione cinematografica: “Fahrenheit 451”, di François Truffaut, 1966.

Gianfranco Franchi, giugno 2004.

Prima pubblicazione: Lankelot.