“Borghesia” e altre voci escluse dai Sillabari

"Borghesia" e altre voci escluse dai Sillabari Book Cover "Borghesia" e altre voci escluse dai Sillabari
Goffredo Parise
Via del Vento
1997
978888774131

“Benessere-Borghesia (26 settembre 1971), Obbedienza (18 settembre 1978) e “Politica” (16 ottobre 1978): tre racconti di Parise esclusi dall'artista nell'edizione in volume dei “Sillabari”: inspiegabilmente, e senza darne motivazione. La fonte, pure, è la stessa: la famosa rubrica del “Corriere della Sera”. Spiega il curatore di questa plaquette Via del Vento, Silvio Perrella: “In assenza di motivazioni esplicite dello scrittore, è possibile solo fare delle congetture, le quali spesso si rivelano arbitrarie. Qualcosa scatta però, se si collega la parola 'politica' alla data di pubblicazione del racconto, il 16 ottobre 1978. È l'anno del delitto Moro e il piombo è tragicamente emigrato fuori dalle tipografie” (p. 28). Parise, osserva Perrella, mostrerà tutto il suo malessere per il “Paese della politica, sconvolto per millenni da furti, ricatti, assassinii” nel suo reportage dal Giappone, il magistrale “L'eleganza è frigida”, di poco successivo (1982). La politica dei “Sillabari” si riferirà a un lontano episodio del 1945, quasi a voler rifiutare il presente. Oppure, per farne una metafora. Non di piombo, ma di tangente.

Leggiamo, allora, questa preziosa edizioncina (1997, 2000 copie) degli scritti di Parise spariti dalla circolazione. “Benessere-Borghesia”, il primo, è ferocemente caustico: un atto di accusa crudo e diretto rivolto a quella classe sociale, nuova, consumista, nemica della legge e odiosamente americana (non liberale ed elitaria, come da tradizione italiana), massacrata a dovere qualche anno più tardi in “Verba volant” (1974-1975, fonte sempre “Corriere della Sera”). È la storia di Mr and Mrs. Trupìa, imprenditori, in viaggio per Portofino per comprare una barca. Lui è un meridionale che si spaccia per trentino, perché si vergogna delle sue origini. Vorrebbe essere americano, si limita a fare il lombardone. È un buon compromesso. Lei è una borghese di provincia meneghina, avida lettrice di “Vogue” yankee. Ogni tanto hanno qualche problema con la giustizia, ma sanno farla franca: prendono tempo, e alè che gli avvocati fanno scattare una berlusconiana (l'aggettivo non è di Parise) prescrizione. Lui è uno che pensa che la legge sia la “consolazione dei meschini, di chi non ce la fa” (p. 5). Passa il tempo libero a giocare a carte al casino, o al limite tra Porto Rotondo e New York. È convinto che il futuro stia non nel risparmio, ma nel debito. Non è il solo, purtroppo. Il loro primogenito è un perito chimico con vaghe ambizioni artistiche, indeciso se sposarsi vestito da hippie o in tight; il secondogenito ama Che Guevara e si droga, ma poi torna a casa perché ha nostalgia di suoi. Si schiantano tutti quanti, allegramente, a Pavia, in autostrada, durante il viaggio per Portofino. Scampa la zia miope, rimasta a fare la guardia nella casa, costruita con sublimi abusi edilizi. Condonati.

“Obbedienza”, meno crudele ma non meno satirica, è la storia di due vecchi amici. Uno, Gino, è un ex agricoltore diventato uomo d'affari, generoso, prepotente e allegro, l'altro, Gastone, è un pensionato astuto, polemico e rancoroso, con ambizioni intellettuali irrisolte e molte arie, a quanto pare immotivate. Uno è sposato con due figli, l'altro è scapolo. Hanno un rapporto un po' morbosetto – da marito e moglie – e si direbbe che Gino soffra di complessi di inferiorità nei confronti della “cultura” di Gastone. La moglie s'accorge che come lei ha obbedito per una vita a ogni suo capriccio e ogni sua richiesta, sprecando magari tempo e denaro, senza mai fiatare, così adesso lui obbedisce alle richieste di Gastone. L'ultima è la più crudele: Gastone s'è ammalato, sta per morire e giura che i due si rivedranno. Gino obbedisce, qualche mese dopo muore. Un po' fiacca e forzata, come allegoria dell'obbedienza, ammettiamolo.

Veniamo infine a “Politica”. Siamo nel 1945. Giuseppe osserva il nuovo professore di greco, latino, storia e italiano. È gonfio, sfatto, trasandato; ha le venuzze dell'alcolista, sul naso; ha l'aria pigra e sonnolenta, a dispetto della sua preparazione micidiale. Ha un modo di fare che conquista la classe, riesce a mettersi in mezzo alle loro cose – cambiando i posti, scombinando i banchi, andando “a facce” – e indovina tutto, ghettizzando a dovere gli asini e coniugando allegri, musoni, sportivi e secchioni, alti e bassi (“un alto e un basso fanno un uguale”), e via dicendo. Giuseppe, scarsa dimestichezza coi libri e nulla voglia di studiare, gioca la carta dell'amicizia etilica, e via, una bottiglia al giorno. Buon rosso, come dio comanda. Man mano il grecista s'addomestica, trimestre dopo trimestre. E quando qualcuno mormora, a scuola, allora a chi sigarette, a chi colombe, a chi cioccolato, a chi un bel panino. E tutti zitti. C'è solo un povero cristo che trova il coraggio di dirgli che la sua promozione è una vergogna, un orfano che va avanti a borse di studio. Lui gli dà ragione, si compiange e gli dà ragione ancora: e poi lo tranquillizza ancora, nel senso che sa benissimo che in vita non farà proprio niente, perché niente ha voglia di fare. Una cosa potrà fare, sembra suggerire Parise, a partire dal titolo di questa storia. Politica. L'arte della corruzione, dell'ipocrisia e della furbizia. All'italiana, repubblicana, parlamentare.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Goffredo Parise (Vicenza, 1929 – Treviso, 1986), scrittore, sceneggiatore e giornalista italiano.

Goffredo Parise, “Borghesia e altre voci escluse dai Sillabari”, Via del Vento, Pistoia 1997. A cura di Silvio Perrella. Bandella di P.F.I. 2000 copie di tiratura; la mia è la numero 0250.

Prima edizione: “Corriere della Sera” 1971-1978; esclusi dal “Sillabario n. 1” (1972) e “Sillabario n. 2” (1982).

Approfondimento in rete: WIKI it / Casa di Cultura Goffredo Parise

Gianfranco Franchi, Marzo 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.

Tre racconti di Parise esclusi dall’artista nell’edizione in volume dei “Sillabari”: inspiegabilmente, e senza darne motivazione.