Apocalypse wow

Apocalypse Wow Book Cover Apocalypse Wow
Marco Visinoni
Unibook
2009

Nove ballate per l'ultim'ora: “Apocalypse wow”, strutturato in nove pezzi (otto più una “ghost track”: c'è una tracklist, non un indice), è il secondo libro di narrativa del giovane Marco Visinoni. Si tratta di nove storie (americanoidi, non solo nei nomi dei personaggi e nelle ambientazioni) fondate su un tema principe e decisamente vago – quello della fine. “Fine non solo come morte – scrive l'autore – ma come ora decisiva per vivere o crollare, termine delle certezze perchè un ordine nuovo le ha sbaragliate”. Così è nel primo racconto, “Lilith”, giocato su uno stile discretamente sperimentale, che va assemblando le battute dei personaggi alla narrazione con disinvolta negligenza delle virgolette e stravagante scelta grafica – diciamo “biancheggiamenti” - raccontando una vicenda di morte annunciata per errore, accompagnata da un senso di predestinazione e di inevitabilità classicheggiante e scolastico. Il secondo pezzo, “Weekend”, mantiene – del precedente – il ritmo spezzettato, frammentario, singhiozzante. I dialoghi sono più simili a quelli di una chat che a quelli di due cittadini comuni. Stavolta non manca un trattone a indicare i dialoghi, ma mancano i punti esclamativi o i punti interrogativi – a volte. È una curiosa difformità, nata probabilmente nella ricerca di un artificio grafico che consentisse, chissà, una maggior adesione al parlato. C'è sempre qualche citazione pop o rock (qui “Heroin”), più o meno facile – e facilmente riconoscibile. La sensazione è che Visinoni non abbia nessun interesse per le trame, per le storie, per il corpo della narrazione; che stia pitturando le pagine, non scrivendo. Le storie rimangono irrisolte (come “La terza volta”), volutamente deboli, fragili, fievoli. Sono schizzi: bozzetti, accenni, prove d'autore. Come incursioni nei sogni. Questo è solo il principio del viaggio. Non c'è maturità e non c'è ancora adeguata consapevolezza autoriale. Verrà, nel tempo. La terra è fertile.

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“Paradise now”, terzo pezzo, vede la sparizione dei dialoghi sostituita da una vicenda piccolo borghese di mortificazione di un lavoratore: siamo dalle parti del dramma del precariato e della disoccupazione. La soluzione è dormire – da tutti i punti di vista. Esercizio di stile. “Spazio di separazione”, il sesto, è una storia di manipolazione di immagini, con retrogusto e omaggi pynchoniani. Sinceramente buono, probabilmente il miglior pezzo della breve raccolta, “Una ragazza che ha perso il padre”, dialogico e intimista, romantico e amaro. Potrebbe derivarne un discreto cortometraggio. Infine, la ghost track: “Non so perché quando mi sveglio sembra una domenica normale”, un'oscura e allucinata vicenda di morte (violenta. E ti pareva) e di confusione domestica.

Visinoni dichiara e rivendica le proprie influenze: nell'intervista rilasciata ad Unibook, spiega: “Nell‘arco di poche pagine si danno il cambio le mie passioni per la letteratura postmoderna americana (Pynchon, ma anche Wallace e Palahniuk), per il minimalismo glaciale di Ellis (penso alla seconda ballata, Weekend), per la fantascienza metallica di Ballard (in Paradise Now e Spazi di separazione). Spero si intraveda una goccia di sudore di Ellroy in Jackson Morton e Thomas Gregory, che è un noir vero e proprio”.

Quantomeno, siamo di fronte a un lettore forte e ambizioso: non è poco per un autore sostanzialmente esordiente, e lascia ben sperare per il futuro. Chiaramente, se scrivesse nella lingua dei suoi padri letterari, l'inglese, e leggesse quei suoi padri nella loro lingua madre, potrebbe diventare ben altra figura autoriale. Così com'è, adesso, suona come una band di alternative rock italiano: è chiaramente derivativo, in cerca di una personalità che non riesce a venir fuori, incapace di raccontare il proprio territorio, innamorato – incatenato – a nomi e terre che qui non esistono, e non hanno ragione di esistere. Quando Visinoni scoprirà la letteratura italiana, se ne nutrirà e andrà ad amalgamarla con tutte le sue influenze nordamericane (e inglesi: Ballard), allora nella sua scrittura scintillerà qualcosa di nuovo, di riconoscibile, di caratteristico e di nostro. Aspettiamo.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Marco Visinoni, scrittore italiano nato negli anni Ottanta. Ha esordito pubblicando “Macabre danze di sagome bianche” nel 2007.

Marco Visinoni, “Apocalypse wow”, Unibook, 2009.

Gianfranco Franchi, luglio 2009.

Prima pubblicazione: Lankelot.