Alzati e cammina

Alzati e cammina. Sulla strada della viandanza Book Cover Alzati e cammina. Sulla strada della viandanza
Luigi Nacci
Ediciclo
2014
9788865491133

Viandanza. Il primo talento del libro di Nacci è ricordarti che esiste una parola come questa, nella nostra antica e stupenda lingua. Viandanza. Tutti noi abbiamo sentito parlare dei viandanti, e col passare delle generazioni abbiamo quasi dimenticato il loro nome. I viandanti stavano diventando, o forse sono diventati, fiabeschi. Intanto, pacificamente, avevamo perso la parola che rappresentava e rappresenta la loro azione, la loro essenza. Con tutto quel che ne deriva e discende, come sempre, quando si perde la memoria. Oggi uno legge questo libro e può tornare a camminare pensando che il cammino sia musica e sia poesia. Uno legge questo libro e ritrova il respiro e il ritmo della viandanza. Come fosse un'educazione. Qualcosa di antico e polveroso. Qualcosa di esatto.

Un viandante è un uomo leggero, leggerissimo, e lento. Ha con sé poco o niente; ha imparato a scrollarsi di dosso tutto quel che è superfluo, come quel vecchio filosofo greco che aveva faticosamente imparato a vivere come un cane, solo con un bastone e una bisaccia. E il viandante avanza, col suo passo, amico della pioggia, spartano. E non pensa a come appare, e non pensa a cosa è. È concentrato sul suo cammino e niente altro. Va. Non è in vendita e non vuole comprare nulla. Va. È così stanco della nostra società che s'è addestrato a esserle estraneo. Cammina, soltanto. Va. L'unica sua meta è il cammino: niente altro ha senso. Non c'è nessun traguardo. Non c'è nessuna ricompensa. Nessuna aspettativa. Il viandante va.

L'artista Nacci dice che il cammino è un'esuberanza, “e l'esuberanza, diceva Blake, è bellezza. Tu, viandante, porti in dono la bellezza”. È bellezza, dunque – bellezza in un'epoca spoglia di solidarietà, di speranza e di prospettiva. Bellezza, e solitudine profonda. Come quella di chi s'è accorto di aver frainteso la gerarchia delle cose che contano, e che pesano. E che forse è troppo tardi per tornare indietro. Forse no.

“Alzati e cammina. Sulla strada della viandanza” (Ediciclo, 2014; 192 pp., euro 15) è un libro sul cammino. Scelta coraggiosa e difficile. Non c'è niente di coraggioso e niente di eroico nel camminare, scrive il poeta triestino Luigi Nacci, classe 1978, forse perché non avere casa e andare come il fiume è bello e triste allo stesso tempo, come cantava l'antico persiano. Se tu vuoi alzarti e metterti in cammino devi mettere in discussione ogni verità, polverizzare ogni certezza. Ripete Nacci: ricorda, nel cammino sarai solo. Lettore, ricordi cosa significa essere solo?

“Alzati e cammina” è un piccolo saggio di filosofia morale, è il distillato dell’intelligenza e della conoscenza di un poeta: delle sue letture, delle sue esperienze, dei suoi sbagli, dei suoi rocamboleschi incontri. Del suo cammino. È un libro maestro, che nasce per rimettere in cammino i suoi lettori. Per tornare a fare delle scelte. E forse per ritrovare pace. È un libro spirituale. Estremamente. È un libro unico. Non è un giocattolo come il recente, colorato “Andare a piedi” (Rizzoli) del francese Gros. È una pietra. Non è mai stato scritto niente di simile in letteratura italiana. Abbiamo avuto letterati viaggiatori e tanti cronisti, ma non un filosofo e non un poeta della viandanza. Adesso c'è. Salutiamolo a dovere.

Perché solo un poeta poteva scrivere questo libro? “Perché il ritmo si batte con i piedi – scrive Nacci – perché la poesia è ritmo, oltre a essere, come il cammino, un'ostinata ricerca di verticalità da una parte, di orizzontalità dall'altra. La poesia è piede che batte la terra”. E allora ecco, a intervallare la narrazione, completa di esercizi e di tempo da dedicare alla meditazione e all'interiorizzazione, versi di Wordsworth, grande poeta viandante, del massimo mediterraneo Kavafis, del tenero Brecht, del romantico Hikmet, del matto Blake. Cosa manca? Forse una copertina della Piccola Biblioteca Adelphi. Tempo qualche anno e, leggermente asciugato, questo libro là arriverà: è nelle cose. Non mancherà la strada. Ha il giusto passo, e questo è il suo tempo.

Gianfranco Franchi

Prima pubblicazione: Affari italiani, 2014

Viandanza. Il primo talento del libro di Nacci è ricordarti che esiste una parola come questa, nella nostra antica e stupenda lingua. Viandanza. Tutti noi abbiamo sentito parlare dei viandanti, e col passare delle generazioni abbiamo quasi dimenticato il loro nome. I viandanti stavano diventando, o forse sono diventati, fiabeschi…