Actarus. Intervista a Claudio Morici

Actarus Book Cover Actarus
Claudio Morici
Meridiano Zero
2007
9788882371371

Roma, 29 Marzo 2007.

È appena uscito – edizioni Meridiano Zero – il nuovo romanzo di Claudio Morici, “Actarus – la vera storia di un pilota di robot”. Ho avuto il privilegio di poterlo leggere in anteprima, a giorni pubblicherò una recensione che avrei voluto scrivere diversi mesi fa. Perché quando s’incontra un piccolo capolavoro come questo viene voglia di gridarlo a tutti, perché è sempre un miracolo e chissà quanto tempo passerà ancora prima di poterne riconoscere ancora uno. Lo scrivo da lettore violento, trecento libri l’anno. Sogno di leggere ogni giorno qualcosa che mi emozioni così. Capita molto di rado. Intanto, confidando nella disponibilità dell’autore, l’ho intervistato in esclusiva per lankelot.eu.

GF: Actarus: pilota d'un mondo fantastico e tuttavia eccezionalmente vicino alla nostra esperienza. Qual è stata la genesi del romanzo? Quando hai iniziato a pensare a questo libro, e quanta documentazione è stata necessaria?

CM: All'inizio doveva essere uno spettacolo teatrale. Mi è venuta in mente la prima scena. Actarus alto e magro, con la tutina attillata che gli stringe, seduto sul divano di casa sua, televisione accesa, una birra Peroni in mano... Questa immagine già conteneva il gioco di tutta la storia e suggeriva da subito che poteva funzionare, mi sembrava una cosa talmente realistica! Lui stava sbracato sul divano perché era appena tornato dal lavoro, niente donne, lo stress per dover difendere la Terra 24 ore su 24, le giornate che passano una dopo l'altra e non cambia nulla... Praticamente la vita del trentacinquenne italiano single che lavora in azienda. A questo punto mi sono studiato Goldrake, ho rivisto tutte le puntate, ho studiato il linguaggio, le armi, l'etica di ogni puntata. È incredibile quanto combaciasse con quel senso implicito del reale che ha la mia generazione. Ma non è certo un caso, per molti di noi Goldrake ha sostituito i racconti davanti al fuoco della nonna, le leggende, gli aneddoti di famiglia, tutti quei contesti narrativi che danno l'imprinting al sistema di valori di un bambino.

GF: La percezione della ripetitività dell'esistenza: la percezione di irrealtà, la percezione di una predestinazione invincibile... che ruolo giocano nel tuo libro?

CM: Beh, la realtà è vista nella sua componente misterica, questo è un filo conduttore importante nel libro. Se ti poni delle domande, se scopri “buchi” nella logica del reale, e soprattutto: se ti metti a parlarne, se cerchi di comunicarlo in qualsiasi modo, anche a persone fidate, c'è una reazione forte da parte della società. È un meccanismo di autoconservazione spietato: “gli altri” sembra che si mettano d'accordo per spazzarti via, o peggio ancora, per far finta di niente. Questa è la “predestinazione invincibile” di cui parli. Tutti i miei libri girano intorno a questo tema.

GF: “Actarus” è una satira caustica della vita. Caustica e originale. Il tuo pilota è un antieroe che si batte contro il male a tutto campo: progressivamente sembra capire che quel male che combatteva non è l'unico, sembra voler sfrondare la propria vita dalla menzogna. È un antieroe che cerca liberazione, e vorrebbe essere liberatore: sei d'accordo?

CM: Di certo, la prima che hai detto. Actarus cerca di liberarsi, vuole tornare sulla sua stella, opporsi al male vero e non a quello che, in genere, chiamano così. Ma non so se “vorrebbe essere liberatore”. Sarebbe un passo troppo grande, già è tanto se riuscirà a liberarsi lui solo... Non ha davvero nessun alleato, quando sonda il terreno scopre che nessuno ha il suo stesso desiderio di liberarsi. Pensano alla guerra, vanno ai festini, rimorchiano in chat, fanno carriera, chiacchierano nei centri sociali, organizzano raccolte fondi per le popolazioni sottolinkate. La missione “liberare il mondo” è davvero molto lontana. Actarus punta a non avere nessuno che gli rompa i coglioni.

GF: VAI DISTRUGGI IL MALE VAI. Dobbiamo STARE UNITI. La ripetizione di questi slogan sembra riflettere la propaganda militarista - in generale, la propaganda di tutti i regimi. Fino a che punto volevi scuotere la coscienza dei tuoi lettori? L'impressione è che - tramite il tuo letterario omaggio a Goldrake, tra un'alabarda spaziale e l'altra - si sia andati a virare altrove...

CM: Basta mettersi davanti al TG, aspettare le interviste ai politici, quegli stacchetti da 5-10 secondi dove devono sintetizzare un concetto. È incredibile quante volte dicano “uniti”, “dobbiamo essere uniti”, “abbiamo bisogno di unità”, “abbiamo preso una decisione unita”... Negli anni '90 andava invece di moda il “dialogo”: “apriamo il dialogo”, “bisogna dialogare al nostro interno”, “dialogare con l'opposizione”. La stessa tecnica di comunicazione a tormentone, o meglio, a “simbolismi emotivi”, c'era nel linguaggio di Goldrake: “sconfiggere il male”, “la pagheranno cara”. I ghost writer dei politici di oggi da bambini vedevano i cartoni animati giapponesi, è sicuro.

GF: Tratti comuni al tuo esordio, “Matti Slegati” e “Actarus”: la sensibilità nei confronti delle diversità, la ricerca d'una definizione delle gabbie dell'esistenza, del senso di quel che è vero e reale e di quel che è folle o fantastico. Le tue opere sanno essere esistenzialiste con una leggerezza miracolosa; la sofferenza si sprigiona senza gravare sulla coscienza dei lettori. Sembri comunicare la fragilità e la debolezza dell'umanità del nostro tempo senza dimenticare di sorridere di tutto. Quanto influisce in questo la tua formazione di psicologo, e la tua esperienza nei Centri di Igiene Mentale?

CM: Ti ringrazio per le belle parole. Dobbiamo essere UNITI.

GF: Claudio Morici: romanziere, net-artist di Gordo, psicologo, copy, musicista dei Levia Gravia; interprete del malessere generazionale (“Teoria e Tecnica dell'Artista di Merda”) e... e domani? Quali sono i nuovi progetti in cantiere? Qual è il tuo grande sogno, in questo momento, e quale il grande rimpianto?

CM: Mi stai bombardando di domande... In questo momento sto cercando di scrivere un libro per me difficilissimo che, se ci riesco, finirò tra qualche anno. Ogni volta che mi metto sotto parto sempre da una cosa che non so fare... è una gran faticaccia, devo studiare, capire delle cose di me, sentirmi un merda totale, osservare quello che mi sta intorno... Ma soprattutto devo guadagnarmi da mangiare e quindi il tempo dedicato alla scrittura è sempre rubato, anche nel vero senso della parola. Alla fine però nasce tutto dall'attrito, dal conflitto, dall'impossibilità di fare qualcosa.

GF: I fan di Goldrake come reagiranno al tuo romanzo? Personalmente sono convinto che non potrà non diventare un libro di culto. Hai paura di poter diventare, nell'immaginario collettivo, lo scrittore dei cartoni animati? In altre parole: posso sperare, tra dieci anni, in una reinvenzione originale di Capitan Harlock?

CM: Non so, staremo a vedere, certo non voglio e non posso mettermi a controllare l'immaginario della gente. Il libro ha uno strano posizionamento. Io non sono un fan di Goldrake o un malato di cartoni animati in generale. Non è colpa mia se quando ero piccolo c'era questa cosa in televisione. Poi non mi sono perso una puntata, ma lo hanno fatto tanti altri bambini che ora hanno vite normali, sebbene sia convinto che abbia condizionato la nostra struttura mentale. Il libro parla proprio di come ti ritrovi una struttura mentale, utilizza Actarus come espediente, in realtà non è un libro sul cartone animato. Pensa che ieri da Feltrinelli l'ho visto nella sezione fantascienza... Ma non ha nulla neanche dei libri di fantascienza, o forse è “fantascienza cazzarona”, un nuovo genere. Il prossimo comunque non c'entra niente. E' un romanzo drammatico, che vi farà mettere tutti a piangere.

GF: Quando partiamo per Fleed?

CM: C'ho l'astronave in doppia fila, sbrigati.

GF: Consigli per i tuoi aficionado: quali sono i romanzi, i film e i dischi che ti hanno più segnato, negli ultimi due anni? Suggeriresti qualche titolo in particolare? Poi: cosa leggevi e ascoltavi mentre scrivevi “Actarus”?

CM: Sto aprendo in questo momento iTunes per vedere gli mp3... Nel periodo di "Actarus" sentivo tanto Einaudi, Lolli, Piero Ciampi, Bob Dylan, Radiohead e poi ricordo che ho scoperto i primi 3 dischi di Alan Sorrenti, fantastici. Per quanto riguarda il cinema, mi sono rivisto 10-15 volte una scena di Mimì metallurgico ferito nell'onore, di Lina Wertmüller, l'ho praticamente copiata per un passaggio cruciale del rapporto tra Actarus e Venusia. Nel film c'era un terrone e una polentona che imparavano a volersi bene. Nel mio libro si tratta di una terrestre e un ragazzo di Fleed, praticamente la stessa cosa.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Claudio Morici (Roma, 1972), romanziere e net artist italiano.

Laureato in Psicologia Clinica con una tesi intitolata “Fenomenologia esperenziale del sognare lucido” (pubblicata in “Sogni Lucidi”, a cura di Fabrizio Speziale, Edizioni Il Punto d’Incontro, Vicenza, 1999), ha lavorato per due anni in diverse comunità terapeutiche, prima di cambiare lavoro. È stato direttore dei contenuti del sito d’arte indipendente www.gordo.it. Ha esordito con il romanzo “Matti slegati” nel 2003.

Claudio Morici, “Actarus”, Meridiano Zero, 2007.

Gianfranco Franchi, marzo 2007.

Prima pubblicazione: Lankelot.

Dobbiamo STARE UNITI.

Quattro chiacchiere con Claudio Morici a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione del suo micidiale “Actarus”