La vita meravigliosa dei laureati in Lettere

La vita meravigliosa dei laureati in Lettere Book Cover La vita meravigliosa dei laureati in Lettere
Alessandro Carrera
Sellerio
2002
9788838918230

Prendete a esempio lo spietato sarcasmo che gli ingegneri rivolgono ai loro colleghi: sembra che la categoria trovi irresistibili certe ironie. Il più delle volte rimangono tristemente autoreferenziali, però: ho visto ingegneri ridere di gusto per una battuta riferita a un collega alienato, una boutade che voleva essere brillante e autoironica e si rivelava astrusa, mentre i presenti mantenevano un silenzio orrendo e carico di significati. Ecco: nel caso del primo romanzo breve del letterato Alessandro Carrera si stabilisce un meccanismo del genere.

L’autore si rivolge a noialtri laureati in lettere (meglio ancora: disoccupati in lettere), ma riesce a trasmettere ilarità soltanto alla sua stessa riserva indiana: l’impressione è che si stia sparando, con grossolana dolcezza, sulla croce rossa. Si ride, ma in fondo non c’è troppo da ridere. Anzi. Ecco un interessante paragrafo in proposito.

Un laureato in lettere disoccupato è una vista che spezza il cuore ai sassi. Un laureato in lettere disoccupato è uno che ha preso l’autostrada della vita, ha seguito per sbaglio dei cartelli di lavori in corso e adesso non sa più come rimettersi in corsia. Niente al mondo è più inutile di un laureato in lettere disoccupato. Un asteroide caduto fuori dalla sua galassia ha più motivo di esistere di un laureato in lettere disoccupato. Un neutrino che vive per un miliardesimo di secondo porta più contributi all’universo di un laureato in lettere disoccupato. Una mutazione genetica sterile è più soddisfatta del suo ruolo nell’evoluzione della specie di quanto non lo sia un laureato in lettere disoccupato” (“La vita meravigliosa dei laureati in lettere”, capitolo III, “L’Andrea Doria”). In altre parole, l’intento è quello di ridicolizzare, non senza nascondere spirito di corpo, l’intera categoria dei disperati laureati-disoccupati in Lettere dell’Italietta contemporanea: con ironia, appunto, da ingegnere.

L’ironia da ingegnere scatena risate convulse tra ingegneri. In altro ambiente, risulta alla lunga vagamente stucchevole. Bene ha fatto Carrera a propendere, per un’opera come questa, per il pattern del “romanzo breve”: nelle prime pagine l’impatto è folgorante, l’allegria e il grottesco sono trascinanti e non c’è motivo di nascondere apprezzamento per il libro. Col passare del tempo, si ride meno: va bene denigrarsi e schernirsi, ma a un certo punto ci si può identificare con eccessiva spontaneità nello spirito dei meravigliosi laureati in lettere di Carrera e comprendere che chi simpaticamente si fa beffe dei propri simili altri non è che un meraviglioso laureato in Filosofia Teoretica (se le fonti non ingannano) che insegna in Texas. Professore, professore…

Lingua bizantina savinieggiante (e comunque molto meno trasandata di quel che si vorrebbe far credere), toni vagamente debitori di certa produzione di Benni e ancora dello stesso Savinio, dialoghi vivacissimi e deliziosi, improvvisi deliri sono il sangue e il magma di un testo accattivante e complessivamente divertente. Protagonisti principali sono i due laureati in Lettere Renato e Rinaldo, detto Rino: stessa laurea, diversa sorte. Renato è professore di ruolo in una scuola media di Milano. È scontento, insoddisfatto e tormentato: medita di abbandonare l’attività per dedicarsi al commercio dei “prodotti naturali”, vagheggiando fortune e ricchezze. Rinaldo è un disoccupato che “languiva supplenze”: correttore di bozze, “negro per qualche giornalista sovraffaticato”, è invece allegrotto, “ilare e francescano”, nonostante le difficoltà economiche.

Renato deve darsi malato per poter seguire uno stage sull’argilla ionica: Rino s’appresta a sostituirlo. È il principio di una serie di stravaganti e meravigliose (ovviamente) avventure, a metà strada tra surreale e nonsense, tra spogliarelliste laureate in lettere, biscotti della fortuna da consegnare all’Imperatore cinese, seducenti dottoresse della ASL e ingombranti profezie destinate a pesare sulle spalle d’un povero supplente, costretto a salvare la scuola pubblica.

Si ridacchia, ci si diverte, a volte si ha la tentazione di volare fino a Houston per dare una robusta pacca sulla spalla a quello scanzonato compagnone del Carrera: ah, ah ah. Che spasso ‘sti laureati in lettere.

Atipico e dissacrante. Da leggere.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE.

Alessandro Carrera (Lodi, 1954) romanziere, poeta e saggista italiano. Meraviglioso laureato in Filosofia Teoretica. Docente di Letteratura Italiana all’Università di Houston, Texas. Tra i suoi saggi: “La voce di Bob Dylan. Una spiegazione dell’America” (2001).

Alessandro Carrera, “La vita meravigliosa dei laureati in lettere”, Sellerio, Palermo, 2002.

Gianfranco Franchi, 11 novembre 2003.

Prima pubblicazione: Lankelot.