Praticamente innocuo

Praticamente innocuo Book Cover Praticamente innocuo
Douglas Adams
Mondadori
2000
9788804572114

Et caelum recessit sicut liber involutus, et omnis mons et insula de locis suis motae sunt: Apocalisse mai tanto ben trasfigurata in un’opera di science fiction, e forse mai così centrale: la saga di Douglas Adams si conclude mostrando una struttura perfettamente circolare, incipit ed epilogo coincidono: il pianeta verdazzurro esplode – non implode: interessante – e tutti i personaggi, con un’importante eccezione, rimangono, infine, coinvolti nel disastro. L’importante eccezione, quella che potrebbe convincerci che davvero la “trilogia in cinque libri” poteva non finire qui, è quella dell’onorevole Presidente della Galassia, il bicefalo Zaphod dalle personalità multiple e la memoria assai labile: in quest’ultimo “Praticamente innocuo” la sua assenza è pesante e poteva essere considerata un indizio (una speranza). Sappiamo che Adams, prima di morire prematuramente a nemmeno cinquant’anni, per un attacco cardiaco, in palestra (…), stava valutando l’ipotesi di dare vita a un sesto libro. Gli appunti, amalgamati dai redattori della casa editrice lavorando su diversi dei suoi computer, sono stati poi inclusi ne “Il salmone del dubbio”, assieme ad altro materiale extravagante. Non credo che sia rimasto molto di memorabile, stando alle recensioni apparse sul web e nella carta stampata. Per il momento non intendo appurarlo nemmeno. Purtroppo Adams aveva parlato troppo e qualche Vogon ha deciso di disintegrarlo con un raggio catodico prima che dicesse dell’altro. Fa un po’ piangere ma è così.

“Praticamente innocuo” mostra un interessante deficit nella coerenza rispetto all’opera precedente: l’assenza di quella figura femminile, Fenny, che aveva guadagnato centralità assoluta dopo un rapido ma importante cammeo nel libro primo. Questo potrebbe essere considerato un elemento ulteriore a favore di un sesto libro: la compagna di Arthur, l’umana che aveva inteso, unica, quale fosse la grande domanda per la risposta “42”, è sparita nell’iperspazio, senza lasciare tracce. Arthur passa il tempo, così, navigando di pianeta in pianeta, cercando una società che ricordi almeno vagamente quella inglese, scoprendo volta per volta popoli estranei quando alla speranza e al desiderio (su NowWhat, che nell’edizione italiana prende un nome idiota che non merita menzione), quando alla tecnologia (Lamuella). Lui non saprebbe, come ognuno di noi, nemmeno ricostruire una penna biro: così diventa un genio dei panini, da quelle parti.

Ford sta lavorando, nel frattempo, sulla Guida. Si batte per evitare le crudeltà contro gli animali (ah, Douglas). Ma ci sono novità: come al solito, l’amministrazione della casa editrice conosce un passaggio di consegne (strano eh? tutta la Galassia è paese); questo passaggio sembra particolarmente sinistro, e non solo perché vogliono retrocederlo a redattore enogastronomico per la sezione ristoranti. Dopo tutta una serie di incontri-scontri, riesce fortuitamente a impadronirsi della versione evoluta della Guida – animata, e potentissima – e la spedisce ad Arthur.

Tricia… Tricia è doppia. Già, siamo nel pieno del disordine delle applicazioni delle teorie degli universi paralleli (Gran Casino Generale): Tricia, in uno di questi, non è mai andata via con Zaphod dopo il loro primo incontro, e ha avuto una mediocre carriera televisiva. Non è mai diventata Trillian, e non sa niente dei suoi sodali. Adesso provo a dirvi qualcosa ancora senza rivelare tutto: incontrerete un nuovo personaggio, nel romanzo. Si chiama Casualità, è figlia – grazie a una favolosa inseminazione – di due terrestri. Soltanto, in un universo la madre non ne sa niente. Altro non aggiungo per non bruciare le residue sorprese.

Qualche trailer: preparatevi a scoprire che ne è stato di Elvis Presley, e dove passa le sue giornate da qualche anno a questa parte; sappiate che verrà risolta la profezia di Agrajag, l’ex coniglio, mosca e via dicendo che Arthur aveva fronteggiato nel terzo libro; sappiate che salirete su una nave Grebulon, e che scoprirete quanto interesse ha risvegliato l’astrologia su tutti gli altri pianeti dell’Universo – soprattutto da quando hanno scoperto Persefone-Rupert, l’ultimo pianeta di questo sistema solare.

Ciò detto. No, “Praticamente innocuo” non è assolutamente degno del primo e del secondo libro della saga, e nemmeno s’avvicina all’onesto terzo, se non per qualche baluginante trovata nell’ultima parte. Non è frenetico ed estraneo al corpus dell’opera come il quarto libro, ma si direbbe decisamente “altro”: se permettete, è un libro terrestre e tutt’altro che galattico, sia nell’ambientazione che negli intrecci. Douglas aveva ricominciato a guardare per terra, rinunciando alle stelle; e le stelle che ci aveva raccontato, beh, qui non ci stanno proprio più. Certo, l’artista inglese è riuscito a chiudere in bellezza (bellezza?) l’intreccio. Mmm. Sì, ha chiuso l’intreccio, ecco. Ed è riuscito a distruggere – a sgretolare, letteralmente – tutto quel che aveva creato. Ma rimane rammarico perché aveva dimostrato di saper volare (e non mi riferisco certo al volo di “Addio, e grazie per tutto il pesce”) e infine, a questo punto della sua carriera, camminava. Camminava e osservava. Non inaridito, ma quasi esausto. Avremo nostalgia di lui, e dei suoi personaggi, per almeno qualche secolo. Nonostante tutto. Adams ci ha insegnato una nuova franchezza e una nuova ferocia gentile, nella satira: e ha trasfigurato i guasti del mondo e la stupidità dell’umanità preconizzando l’autodistruzione della specie.

Credetemi se vi dico che spesso è più vicino a un profeta biblico alcolizzato e non estraneo alla psichedelia che a uno scrittore di fantascienza. DNA ci ha messo in guardia, prima di partire – col suo bravo asciugamano – alla volta di nuovi pianeti. Amatelo, questo pianeta, con tutte le sue creature: e liberatevi dalle macchine e dall’inquinamento, prima che il pianeta decida di liberarsi di noi. Colonizzare altri mondi sarà difficile, sono tutti popolati. Da un pezzo.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Douglas Noël Adams (Cambridge, England 1952 – Santa Barbara, California 2001), scrittore e sceneggiatore radiofonico inglese, laureato in Letteratura Inglese.

Douglas Adams, “Praticamente innocuo”, Mondadori, Milano 2000. Traduzione di Laura Serra. In copertina: illustrazione di Toby Leigh.

Prima edizione: “Mostly Harmless”, 1992.

Adattamento cinematografico: “The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy”, di Garth Jennings, 2005. La sceneggiatura, scritta da Douglas Adams, venne originariamente opzionata da Ivan Reitman. Preferì girare “Ghostbusters”.

La saga completa: “The Hitchiker’s Guide, to the Galaxy” (1979); “The Restaurant at the End of the Universe” (1980), “Life, the Universe and Everything” (1982), “So Long, and Thanks for all the Fish” (1984) e “Mostly Harmless” (1992), protagonisti sempre Arthur Dent e Ford Prefect.

Prime edizioni italiane: “Ristorante al termine dell’universo” (Urania, 1984), “La vita, l’universo e tutto quanto” (Urania, 1984), “Addio, e grazie per tutto il pesce” (Urania, 1986), “Praticamente innocuo” (Urania, 1992). Incompiuto per la morte dell’autore “Il salmone del dubbio” (2002).

Approfondimento in rete: h2g2 / Sito ufficiale di Douglas Adams / Wiki en /

Gianfranco Franchi, agosto 2008.

Prima pubblicazione: Lankelot.

A Luca, Gigi e Zap

Il pianeta verdazzurro esplode – non implode: interessante – e tutti i personaggi, con un’importante eccezione, rimangono, infine, coinvolti nel disastro…