“Il dono di saper vivere” è letteratura anfibia: ha elementi romanzeschi, altri chiaramente autobiografici, altri saggistici, altri da trattatello di estetica; è una personalissima lezione su Caravaggio e un severo, crudo esame di coscienza: sull’arte, sulla mercificazione, sul tempo, sul “saper vivere”, sul senso di raccontare le storie, sull’opportunità che vengano raccontate (può essere una maledizione).