Unplugged

Unplugged Book Cover Unplugged
Eduardo Del Llano
gran via
2007
9788895492056

Intelligente, grottesca e caustica come uno sketch dei Monty Python, la scrittura di Eduardo Del Llano è una satira leggera – in accezione kunderiana – e incisiva della quotidianità dei cittadini cubani nella fase terminale del regime: capace di paradossi alla Kržižanovkskij, di trasfigurazioni della burocrazia e dei suoi agenti degni dell’ironia bulgakoviana, va a scolpire un personaggio destinato a diventare paradigma – Nicanor O’Donnell, protagonista di larga parte dei racconti dell’antologia “Unplugged” e delle altre opere di narrativa dell’artista cubano – proprio come avvenne, questo il mio auspicio, per il fortunato e amato buon soldato Švejk di Hasek. Dovrei ribadire che di auspicio e suggestione personale si tratta: nel corso della presentazione dell’opera, qui a Roma, ho domandato all’autore se si sentiva più vicino ad Hasek che a Kundera, per un’istantanea associazione di idee. La risposta è stata netta: Kundera. Peraltro omaggiato in diversi frangenti, in questa raccolta: last but not least nel racconto “You Know My Name”, in cui entra in scena assieme a Ray Bradbury, Steven Spielberg e Nanni Moretti (!) in una parata di artisti amati da Eduardo Del Llano – e dal suo Nicanor, s’intende. Che quando ama idolatra: sino a postulare la propria esistenza come invenzione bootleg di John Lennon, nel (davvero originale, e post borgesiano) “I Beatles”.

Cos’hanno in comune Švejk e Nicanor? La resistenza e l’esistenza in vita in una fase storica e politica delicata, per via dell’oppressione di un regime; l’approccio antieroico, umanissimo e divertito alla vita, e alle sue contraddizioni; la capacità immensa di sorridere delle avversità, di normalizzarle: rifiutando a volte di obbedire, senza per questo sbracciarsi: Švejk e Nicanor si fanno beffe del regime, e della vita, assecondando i paradossi dei regimi e della vita con sublime indifferenza. Come se la follia fosse una cosa normale, come se la propaganda fosse verità. Lasciano dire e poi se ne vanno per la loro strada. Da un punto di vista strutturale, l’aspetto bozzettistico – da strisce di fumetto, o da cortometraggio – è quello che maggiormente mi convince ad accostarli.

Antieroi molto simili a tanti tra noi: velleitari e sfortunati, isolati e sognatori. In questo momento storico ci si poteva attendere, da un narratore cubano, una nuova denuncia disperata delle condizioni di vita dei cittadini, e delle malefatte del regime. Del Llano-Nicanor non grida, non sbraita, non s’infuria: è così umano che ha accettato quel destino, se ne prende gioco come se fosse stato accidentale e inevitabile. E così leggiamo, in “Monte Rouge”, di agenti governativi che si presentano a installare microfoni in casa del polemico Nicanor, incuriositi dalle sue analisi atipiche sulle malefatte dello Stato; come personaggi di Bulgakov, sembrano calarsi con grande agio nell’assurdità della situazione, decidendo infine assieme al loro ospite dove posizionare le cimici.

La satira morbida di Del Llano si esemplifica nella protesta del suo alter ego: dire qualcosa di rivoluzionario significa pretendere un’antenna parabolica. Come dire; basta poco, accontentateci. Stesso discorso vale per “L’influenza del censore”, racconto che rivela le tecniche di controllo della comunicazione internazionale via e-mail, i suoi paradossi e la sua insensatezza. Strani burocrati protagonisti anche nell’allegorico “Sweet Dreams”: nel suo ufficio, Nicanor sottotitola i sogni dei cittadini perché siano tradotti all’estero.

Meglio: “La parola che cerchi è esportare. Proprio così, esportiamo sogni, sogni con ritmo e gusto, fantasiosi ma sobri. I nostri sogni migliori vanno forte in Europa. Proprio adesso ne sto traducendo uno in tedesco. Ed è chiaro, il Governo progetta attentamente l’immagine di sé che vende ai dormienti stranieri. In fondo, i sogni mostrano anche un volto del Paese, delle sue carenze e delle sue virtù, di ciò che colpisce l’immaginario collettivo. Si sa: il povero sogna la ricchezza, il prigioniero la libertà, l’asceta grandi orge. La sfera onirica è in prima linea nella battaglia delle idee” (p. 21) – già. E tutti sognano, a un tratto, la stessa cosa. Tutti eccetto uno.

Tra le altre storie, c’è la deliziosa satira del mondo delle comparse del cinema, “Regina”, l’oscura vicenda accademica della scoperta d’una mela che invalidava la legge della gravità, il para-cosmogonico “Nicanor e i pesci”, simulazione della relazione tra Dio e gli esseri umani sin dalla loro apparizione, grazie a una vasca, il divertissement anti-Compay Segundo (forse non mi sbaglio…) “Gerontamante” e il micidiale “Senilità ribelle”: nonno Nicanor legge ogni giorno un vecchio articolo del 1994, ossesso dalla notizia dell’esercito schierato per salvare il raccolto delle patate. Nell’intreccio deriverà da questo innesco, come scoprirete, un piano per così dire rivoluzionario, ossia la fondazione di un trasgressivo ospizio clandestino.

Artista poliedrico – si vedano, oltre alla nota in questo articolo, le pagine di Danilo Manera “Nicanor, un antieroe spiazzato e spiazzante” in appendice all’edizione esaminata – Del Llano, tra cinema e letteratura, regalerà qualcosa di caratteristico e di memorabile. Non soltanto per come spiega Cuba: ma per come si balocca della commedia umana. Da leggere.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Eduardo Del Llano (Mosca, Russia 1962), attore, narratore e sceneggiatore cinematografico cubano. Ha insegnato arte latinoamericana all’Università dell’Avana e diretto, tra 1982 e 1997, il gruppo di creazione letteraria e teatrale “Nos y otros”. Ha pubblicato romanzi e raccolte di racconti. In Italia, prima di questa antologia, era disponibile solo il romanzo “La clessidra di Nicanor” (Giunti, 1997. Collana: Zanzibar).

Eduardo Del Llano, “Unplugged”, Gran Via, Milano 2008.

Collana: be alta – collana di narrativa ispanoamericana in bilico. Traduzioni di Danilo Manera, Elisa Montanelli. Antologia e postfazione a cura di Danilo Manera. Progetto grafico di Nicoletta Sala. In copertina, foto di Francesco Bonardi. Cura redazionale di Maddalena Cazzaniga e Fabio Cremonesi.

Gianfranco Franchi, aprile 2008

Prima pubblicazione: Lankelot.