Testa di cane. Cronaca spassosa di una vita infelice

Testa di cane Book Cover Testa di cane
Jean Dutourd
ISBN Edizioni
2013
9788876381126

“A due anni, la testa di Edmond assunse la sua forma definitiva: era una testa di spaniel con lunghe orecchie penzolanti, una bocca che sembrava una feritoia e peli, migliaia di peli bianchi e gialli. Per il resto, era fatto come un comunissimo essere umano. Era un bravo bambino che parlava, camminava, riempiva la pipa del padre e giocava con le pantofole della madre. I suoi genitori nutrivano perfino dell'affetto per lui. Un giorno, sua sponte, andò a prendere il giornale in edicola e lo portò a casa in bocca” [p. 9].

Edmond Du Chaillu già a due, tre anni, abbaiava meglio di chiunque altro, si capisce. Ma fu soltanto a scuola che s'accorse davvero di avere una testa di spaniel sulle spalle. È che i bambini sanno essere spietati. Uno arrivava e domandava com'era andata la passeggiatina, appena sveglio, l'altro chiedeva come si trovava col nuovo collarino antipulci, un altro lo obbligava a starsene a quattro zampe, e via andare. Edmond seppe rovesciare la situazione a suo favore, facendosi rispettare. Bastò qualche mozzico, qualche ringhiata. Come studente, niente di particolare: un liceale parigino qualunque. Un po' pallonaro, millantava conquiste a tutto spiano. E poi una laurea in Legge e una in Lettere, come niente fosse.

Patriota, sotto servizio militare fu la gioia dei nonni. Quando dormiva, qualcuno gli infilava una ricca museruola. Oppure, gli legava le orecchie con l'elastico. Per la compagnia, era il bravo Pluto, uno tranquillo, nonostante il muso. Goliarda, seppe stupire tutti per il suo talento:

“Abbaiava a meraviglia. Era una specie di canto canino che andava dalle tonalità più acute a quelle più basse, includeva gorgheggi, tristi latrati, grida di collera, guaiti di gioia e suppliche amorose. Nella sua voce c'erano tutte le passioni dei cani. Non si era mai sentito tanto felice” [p. 41].

Congedo dall'esercito e poi congedo dai genitori: qualche banconota di buon auspicio e alè, Edmond si ritrovò solo. Subito adottò un bovaro delle Fiandre, un bel cane rude e solido. Durò poco. Edmond campava dando ripetizioni, poi finalmente trovò un bel posto sicuro, in banca. E poi s'innamorò. Non venne capito, e allora si licenziò. E per smania di soldi giocò in borsa, e diventò un ricco. Un ricco che sapeva dare belle feste, offrire buon cognac e conversare amabilmente. Ma tanto solo... e con la storia di Edmond fermiamoci qua.

“Testa di cane” è un romanzo grottesco, buffo e amarognolo; un'elegante allegoria della diversità, e più probabilmente della diversità d'un letterato: è la narrazione della costrizione all'adattamento, e della capacità d'adattamento, di un diverso alla realtà, e alla società. È una storia semplice, piana e prevedibile, e tuttavia si lascia leggere con più di un momento di entusiasmo: questo perché Jean Gwenaël Dutourd [1920-2011] era un narratore di classe, con una personalità spigolosa quanto basta, e un buon passo.

Originariamente apparso per Gallimard nel 1950, premiato col prix Courteline, “Une těte de chien” è stato uno dei primi libri di uno scrittore particolarmente prolifico, e sin qua sostanzialmente inedito in Italia; Dutourd pubblicò questo romanzo appena trentenne, a una manciata d'anni di distanza dalla lotta partigiana antinazista. Due anni più tardi, stando a quanto riferisce “Le Figaro”, Dutourd trasfigurò le sue memorie di guerra: e “le succès colossal de 'Au bon beurre' (prix Interallié 1952) le hisse au rang des grands romanciers satiristes”.

Patriota francese, monarchico e snob, si sarà sentito abbastanza “testa di cane” nella società letteraria francese del secondo Novecento, fino alla nausea – e probabilmente avrà finito per accettarsi, come il suo Edmond, con disinvolta e favolosa negligenza delle critiche del prossimo. E stile.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Jean Gwenaël Dutourd (1920-2011), scrittore e consulente editoriale francese. Esordì nel 1946 pubblicando “Le Complexe de César”.

Jean Dutourd, “Testa di cane”, ISBN, Milano, 2013. Traduzione di Chiara Manfrinato. ISBN: 9788876381126.

Prima edizione: “Une těte de chien”, Gallimard, Paris, 1950.

Gianfranco Franchi, aprile 2013.

Prima pubblicazione: Lankelot.

A due, tre anni già abbaiava meglio di chiunque altro.