Terra morale

Terra morale Book Cover Terra morale
Sara Dicorato
Prospettiva
2003
9788874181858

Forse, quello che manca, è la fede in ciò che è vero, in ciò che è giusto. Un’idea di bene in cui credere, a cui aderire con la mente e con il cuore. Una verità naturale da fissare, come una stella nel cielo. Una certezza morale da seguire, come una luce nell’anima. Forse, quello che ogni volta riscopriamo, che ancora reinventiamo e da sempre cerchiamo, sono valori comuni e principi assoluti che possano durare eternamente e valere universalmente. Costituire un punto di riferimento, un’ancora di salvezza, nel mare dell’infinità, ambivalenza e mutevolezza che sommerge la natura umana” (p. 9).

L’esordio della scrittrice pisana Sara Dicorato, classe 1967, è un testo a metà strada tra un monologo destinato ad una lettura pubblica (dal retrogusto dell’omelia) e un breve saggio moraleggiante; per franca ammissione dell’autrice, è la confessione d’un credo – d’una coincidenza esistenziale tra pensiero e azione. Ed è un credo che sembra destinato ad una alfabetizzazione morale del lettore: si rivolge, preferibilmente, a chi ha intenzione di dedicarsi a una lettura immediata, di facile interiorizzazione (vogliamo auspicarlo), regolarmente aliena alla letterarietà. È un libro, questo “Terra morale”, di buoni principi e fermi propositi; di belle speranze, e di riflessioni impregnate dalla luce di saldi valori e bei sentimenti. S’accantoni l’attesa o la pretesa di ricercatezza stilistica, di suddivisione – almeno sommaria – in capitoli e paragrafi, che da un saggio attenderemmo, di una pur episodica attenzione alle opere del passato: il testo sembra scritto per scintille di buon senso, integrando e assemblando riflessioni e analisi semplici e lineari, rivolgendosi – valga la pena ripeterlo – ad un lettore assolutamente “debole”, culturalmente e moralmente. Potrebbe avere valenza didattica in contesti disagiati, per intenderci: solo per questo, chi scrive non può che apprezzare l’intento, il disegno e il respiro etico dell’opera.

La nota dolente, se vogliamo, è accogliere questo libro accantonando la percezione d’aver sfogliato pagine scritte con sentimento, dolcezza e infinita umanità da una giovane autrice esordiente. In tal caso, potremmo affermare che il testo è retorico e demagogico, populista e popolano, fastidiosamente cattolico sin dalla dedica (a Padre Pio) pur rivolgendosi a un pubblico probabilmente laico, e negativamente contraddistinto da sporadiche cadute nel parlato. E che davvero si vive in un’epoca storica sinistra e degenerata, se s’avverte l’esigenza di pubblicare un libro tanto naturalmente votato ad educare il lettore alla speranza e al significato della parola “valore”.

Questione, allora, di predisposizione del lettore: se avrà a sensibilità di negligere determinate trasandatezze, di trascurare imperfezioni e di surclassare ovvietà e banalizzazioni, pensando allo spirito che ha dato vita a questo libro, allora potrà leggerlo godendone garbo e solarità. La speranza è il motore dell’esistenza, spiega la Dicorato; la felicità deriva da una disposizione spirituale interiore e individuale. L’arte deve tornare ad avere una funzione autentica e spirituale. Il nemico del nostro tempo è il culto dell’individualismo sfrenato – culto che implica egoismo e cecità.

Dovremmo tornare a ricordare d’essere umani, oltre qualsiasi differenza, di lingua, razza o sesso. Per questo, è fondamentale tornare ad avere fede – riedificare la perduta moralità. È un libro che nasce per rappresentare e ricordare la forza più grande dell’umanità: lo spirito. È un testo gentile e grazioso: è scritto con amore e con dolcezza. S’accantoni l’arte, allora, per un momento – rallegriamoci per l’esistenza di un’anima come quella di Sara Dicorato.

Concludo con l’auspicio di eterna coerenza e fedeltà a quanto è stato, con chiarezza esemplare, esposto in questo testo; non cambierà la storia della Letteratura della nostra nazione, ma restituirà un po’ di fiducia nel prossimo ai lettori. E probabilmente, ciò ha più importanza di qualsiasi altra cosa. “(…) c’è sempre chi si occupa di elevare la cultura, di valorizzare l’arte, di nobilitare la politica. Chi si dedica a promuovere la responsabilità sociale, a sensibilizzare la coscienza civile, a informare la condotta morale. Chi si cura di tutelare l’indipendenza di giudizio, di favorire l’autonomia di pensiero, di stimolare il senso critico delle persone. Chi si batte in difesa della libertà e della democrazia, sostanzialmente, e non solo formalmente. Per essere davvero liberali, democratici, e proclamarsi tali, forse non basta impegnarsi a garantire la libertà individuale e la sicurezza personale. Limitarsi a tollerare, o ancora meno, a sopportare, la diversità degli altri. Occorre impegnarsi a valorizzarla: quella diversità; a far sì che tutti possano pensare, agire e vivere con consapevolezza e libertà di spirito” (p. 42)

PAROLE D’AUTORE (lettera di Sara Dicorato)

«Ciao “Franco” (di nome e di fatto!). Grazie per la tua veritiera e obbiettiva recensione, mi rende felice sapere che la semplice esistenza della mia anima possa rallegrare qualcuno... mi è piaciuto quello che hai scritto, sia nel bene che nel male. Si, forse ho sbagliato a degenerare e cadere nel “parlato” pensando di alleggerire il tutto... e forse il mio libricino potrà essere o apparire banale, trasandato, imperfetto, una specie di opera artigianale “fatta in casa”, ma forse... è proprio in ciò che può essere o sembrare più banale, più povero e più semplice che si può nascondere qualcosa di vero e di autentico, è proprio in ciò che non rientra in certi schemi intellettuali e forme letterarie che si può scoprire qualcosa di originale. Ma questo tu lo sai meglio di me... Anche se avrei tante cose da dire... non credo sia giusto scrivere niente in calce alla tua recensione, è la tua recensione e mi piace che resti tale. Solo una cosa che hai scritto mi ha dato un po’ fastidio... e vorrei dire la mia... riguarda la mia dedica “personale” a padre Pio, che è appunto una dedica mia personale che riguarda la mia vita e che non ha niente a che vedere con il testo, che poi non credo abbia nulla di “cattolico”, dal momento che fino a qualche anno fa ero del tutto atea e che il mio impasto culturale è del tutto laico, se non proprio marxista, almeno di sinistra. Sarebbe lungo e complicato raccontare com'è che adesso posso considerarmi una “credente” (non di certo una “cattolica”, così come mi considero e cerco di essere una persona “morale”, ma non una “moralista”) se pur a modo mio, non basterebbe una vita, e poi, non credo che la mia esperienza mistica o spirituale possa interessare, ma ci tengo a dire che a volte... accadono cose inimmaginabili e incomprensibili, cose che hanno un che di “miracoloso”, cose con cui non puoi non fare i conti, cose che ti possono salvare e far scoprire improvvisamente un'energia, un amore invisibile e impalpabile, ma percepibile col cuore, che non credevi esistesse davvero. PS. Se credi puoi inserire in calce... questa mia mail...così come mi è venuta... come se fosse una lettera...Grazie per le tue parole... credo davvero che Dio... o comunque lo vuoi chiamare, che tanto fa lo stesso...sostenga chiunque nella difesa e nella ricerca del bene. Un abbraccio, Sara» (5 agosto del 2004)

Grazie.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Sara Dicorato (Pisa, 1967), scrittrice italiana. “Terra morale” è il suo esordio.

Sara Dicorato, “Terra morale”, Prospettiva editrice, Roma 2003.

“[…] Dopo anni di impegno e di ritiro, ho pensato di fare qualcosa, per colmare il vuoto morale che c’è nel mondo. Non che pensi di colmare quel vuoto col mio libretto: sarà già tanto se verrà pubblicato e diffuso. In fondo, quello che ho scritto, è solo quello che credo e cerco di praticare nella vita. Ma spero che nel suo piccolo possa servire a portare un po’ di bene a chi lo leggerà” (Sara Dicorato, maggio 2002).

Gianfranco Franchi, agosto del 2004.

Prima pubblicazione: Lankelot.