Sotto un cielo cremisi

Sotto un cielo cremisi Book Cover Sotto un cielo cremisi
Joe R. Lansdale
Fanucci
2009
9788834714812

“Io e Leonard avevamo delle giacche a vento. La mia era azzurra, quella di Leonard beige. Ci eravamo messi d'accordo per non indossare gli stessi colori. È difficile sembrare dei veri duri, se si va in giro abbigliati in tinta”.

Aprile 2009. In anteprima mondiale – limpido segno d'affetto da parte di un artista che non ha mai nascosto di amare il nostro paese, felice di poter essere libero, qui da noi, di parlare di politica senza freni – Fanucci pubblica “Sotto un cielo cremisi” (“Vanilla Ride”) di Joe R. Lansdale, ultimo episodio della saga di Hap & Leo, dedicato a tutti i fan della saga (“siete dei ben strani tesori”, glossa l'autore). Nelle prime battute, Hap – cosa che non vi stupirà, credo – è a letto con Brett. Sorpresa: visita fuori orario del fratello Leonard, e di una vecchia conoscenza, l'ex sbirro Marvin Hanson. Hap si infila le pantofole coi coniglietti e scende. C'è una brutta storia in arrivo. La nipote di Marvin, Julia detta Gadget (da piccola le piaceva aggiustare le cose, ecco tutto), è cotta di un pusher che la maltratta e la pesta. Come se non bastasse, si direbbe che abbia cominciato a spacciare anche lei, in una cittadina chiamata No Enterprise. Bisogna entrare in azione.

“La nostra destinazione era una sorta di sobborgo da bianchi con le pezze al culo, formato da un boschetto di alberi spennacchiati che pendeva da una parte e un cane accucciato a scacazzare in quello che in teoria doveva essere un giardino”. A posto. Qualcuno, nei dintorni, ascolta rap: anche se “sembrava più il rumore di qualcuno che massacra una lavatrice con una catena per legare i tronchi”. Un negro dà del negro a Leonard. Si mette male. Danno anche del vecchio negro a Marvin. Pessima decisione. Indovinate che succede. Le descrizioni, credetemi, sono molto credibili. Hap & Leo fanno il culo a tutti ma non ammazzano nessuno. Pure Gadget finisce in mezzo. Un bel ficozzo e via. In macchina, sulla via del ritorno, sembra un angelo impigliato nel ventilatore, dicono. Riconsegnata la ragazza, Leo minimizza: “Non avevamo proprio niente altro da fare. Di solito riserviamo questa giornata allo studio della Bibbia, ma i passaggi sconci li abbiamo letti così spesso che non ci fanno mica più effetto”. Sì, Hap ha qualche graffio in faccia. Ma Leo dice che è stato un gatto. Voleva scoparselo, e il gatto non ha gradito. Ah, ecco. Succede. A posto.

Stacco. Hap fa lavoretti, lavora alla giornata. Marvin pensa di aprire un'agenzia di investigazioni. Leonard è in crisi con John. John è credente, il guasto è la froceria. Invincibile, la froceria, ma c'è qualche senso di colpa. E qualche preoccupazione per la giustizia di Dio, e via dicendo. Come se non bastasse, è morto Bob, l'armadillo domestico di Leo. “L'ho sepolto in cortile, accanto a una piccola buca che aveva scavato lui. Sai bene quanto gli piaceva scavare”, spiega. “Era un armadillo, Leonard. Lo fanno di mestiere”. Pare.

Leo rimane un po' con Hap e Brett, parlano di fumetti, passano il tempo. Poi arriva uno sbirro. Avverte che hanno toccato gente che ha a che fare con la Dixie Mafia. Hap è un po' perplesso. “E cos'è che hanno? Bandiere confederate? Ancora rompono i coglioni con la faccenda del Sud che è stato infilato a forza nel resto del Paese? Non fanno altro che parlare di cotone? Hanno le lacrime agli occhi dalla nostalgia? Non so come la pensi lei, ma al mondo non esiste niente, assolutamente niente che mi annoi più di quelle teste di cazzo”. Chiaro, no? Abbastanza... Il tizio in ogni caso viene a dare un avvertimento, niente di grave. Un avvertimento. In campana, che prendete le bastonate. Un poliziotto, pure bello grosso, che parla da mafioso. Capita.

Da qui in avanti, solo qualche anteprima sul resto... preparatevi a una robusta iniezione di violenza (ma va?), per via delle rappresaglie di chi voleva recuperare Gadget; a una serie di sganassoni di Brett (“Vado a fare il culo a Gadget”; “Alzati, troia. Che te la do io una buona ragione per frignare”. Seguirà disintossicazione), un po' di galera (“di fica ne gira poca, in galera”), svago post uscita di prigione, romanticherie, ritorno di Jim Bob (classico), avvento di Tonto e... nuove leggendarie imprese. Altro trailer? Scoprirete chi è la“Vanilla Ride” del titolo originale dell'opera. È pericolosa. È bella. È come un tornado. Fermiamoci qua.

Non manca la denuncia sociale: “I texani e gli americani in generale hanno sempre avuto problemi ad ammettere il fatto che è proprio la passione per le armi a contribuire agli ammazzamenti d'ogni genere, e che a quella passione manca solo un bell'orgasmo e un grido liberatorio. Basta ascoltare certa gente, quando parla di armi da fuoco, per sospettare che invece stia parlando di donne, delle loro curve e della loro abilità sessuale”.

Ma nemmeno la satira religiosa: “Trovammo delle casette di legno vecchio stile, nei pressi di un punto del bosco particolarmente fitto e scuro, oltre a un grosso e malconcio cartello sui cui era raffigurato un cencioso predicatore che reggeva in mano una Bibbia e puntava un dito al cielo. GESU' STA ARRIVANDO, recitava il cartello. Se si sbriga è meglio, pensai, visto che sono già passati più di duemila anni”.

Hap ormai sogna una vita passata a scopare con Brett, su qualche isola. L'epilogo lascerà forse un po' d'amaro in bocca. Buio in sala?

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Joe R. Lansdale (Gladewater, 1951), scrittore e sceneggiatore americano. Ha esordito pubblicando “Act of Love” nel 1980.

Joe R. Lansdale, “Sotto un cielo cremisi”, Fanucci, Roma 2009. Collana Collezione Vintage. Pubblicato in anteprima mondiale in IT.

Prima edizione: “Vanilla Ride”, 30 giugno 2009.

Gianfranco Franchi, aprile 2009.

Prima pubblicazione: Lankelot.