1994. A tre anni di distanza dal suo esordio come narratore, “Lo sguardo della paura”, l’artista romano Filippo Tuena, quarantunenne, pubblicava, per Longanesi, il suo secondo romanzo, il post-scapigliato e lynchiano “Il volo dell’occasione”, guadagnando discreta e sacrosanta fortuna critica, una candidatura allo Strega, accostamenti a Borges e Hitchcock e un osanna da Geno Pampaloni.