Manualetto della mano morta – Oggetti d’amore

Manualetto della mano morta Book Cover Manualetto della mano morta
V.S. Gaudio
Scipioni
1997
9788883640346

“Manualetto della mano morta. Variazioni sull'approccio tattile”, bootleg del poeta e articolista pataludico V.S. Gaudio, è strutturato in cinque parti: sono cinque frammenti grotteschi, stralunati e ultraletterari, che un tempo, nell'editoria italiana, avremmo definito “castelvecchiani”. Un tempo che sembra decisamente remoto, paradossalmente. Nelle sue originarie manifestazioni e direzioni editoriali, la casa editrice di Alberto Castelvecchi non escludeva stravaganti, provocatorie e radical chic incursioni nel mondo dell'erotismo e della sessualità: giocando a parlarne con molto intellettualismo e non poco divertimento. Non serve dire che questo tipo di pubblicazioni nascevano perché c'era e c'è un folto pubblico – più nutrito di quanto si potrebbe credere – intenzionato a vivere l'erotismo e la sessualità con un grado di consapevolezza e di raffinatezza (si fa per dire) tanto alto da vellicare il sublime. Quando questo tipo di pubblicazioni si coniugavano con l'ironia o l'autoironia, non necessariamente libresca, allora s'andava incontro a risultati di tutto rispetto. Ecco, V.S. Gaudio sarebbe stato perfetto per una confezione editoriale del genere. Adesso può puntare i nuovi marchi di AC per trovare un interlocutore su misura per le sue creazioni artistiche, sempre ammesso che voglia tornare a pubblicare con un editore nazionale, soggiacendo alle forche caudine della maggioranza relativa degli editor nostrani.

Stiano come stiano le cose, sostiene Gaudio che la mano morta potrebbe essere, diciamo, una forma di corteggiamento fondata sulla comunicazione tattile, liberata dall'assenza di movimento della femmina o dalla sua posizione remissiva. È in un certo senso un atto pubblico nato per contestare la sensazione di prigionia dell'individuo nel contesto metropolitano: un'impresa neo-utilitarista caratterizzata da un grande controllo di “tempo e avidità”, poggiata su una scelta oculata dei mezzi. Gaudio individua cinque varianti strategiche (“items”), differenti fattori cinestetici (toccare con testa o tronco, col le gambe o con la coscia, con avambracci, gomiti e ginocchia, etc), differenti tipologie di carezza. Non mancano tavole complete di grado di accettazione della mano morta, a seconda di fattori psico-sociali, economici (naturalmente), geografici, zodiacali (!) o – come dire – erogeni. Il tutto, condito da una ricca serie di reminiscenze letterarie, dai trovatori in avanti, destinate a fare la gioia dei bibliomani, prima ancora che dei letterati. Gaudio scrive con grande ironia e divertimento – non potrebbe essere altrimenti, il rischio era precipitare nella pubblicazione offensiva e sessista; e diciamo pure che qualche terrificante e non involontaria caduta di stile c'è, inutile nasconderlo, assieme a una scanzonata e goliardica estraneità alla misura – dando vita a una pubblicazione che, non fatico a crederlo, costituisce una trattazione hapax nelle virate patafisiche della letteratura italiana.

Un anno più tardi [1998] vede la luce un nuovo bootleg di Gaudio: “Oggetti d'amore”, accompagnato da una solare lirica del Belli sulla bellezza, è una raccolta di “saggi e racconti minimi per una Somatologia dell'Immagine della Bellezza e del sex-appeal”, completa di materiali e indici morfologici. I pezzi furono originariamente pubblicati, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, in riviste come “Fermenti”, “Fragile”, “Pensionante dei Saraceni” e “Zeta”.

Si parte da una meditazione sulla vita sessuale di Sartre e sulla disinibita visione del mondo di Raquel Welch (“In genere preferisco un approccio sottile e romantico alla faccenda. Ad esempio gli dico: perché non scopiamo?”), completa di analisi linguistica; più avanti, notevoli e deliranti le pagine su “L'alluce di Georges Bataille e il culo di Nadia Cassini”, interessante la scoperta che Farrah Fawcett ispirò la Mattel per il look di Barbie (restyling 1977), stranianti e proto-labranchiane le citazioni kitsch e camp pescate sui periodici gossipari o modaioli d'antan: in linea di massima, Gaudio procede così, puntando le donne più seducenti dell'epoca, da Ornella Muti a Marina Suma, e descrivendo la loro bellezza con tutta una serie di digressioni estetico-filosofiche-dadaiste di almeno discreto divertimento.

Infine, l'autore propone tabelle per valutare un corpo-simulacro sulla base di fattori difficilmente definibili come iconicità, complessità, pregnanza e polisemia, per andare a stabilire infine un “tasso generale del sex-appeal”.

Questi due suoi libretti costituiscono una delle operazioni più originali, contorte, mattoido-erudite e pop (ma pop altissimo) di sempre. Sono un feticcio da conservare negli scaffali di letteratura italiana contemporanea, per la loro relativa irripetibilità – e non certo per l'irreperibilità: più d'uno tra i miei vecchi sodali giura d'averne visto copia per edicole e banchetti ancora in questi anni. Sospetto sia possibile.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

V.S. Gaudio, saggista, poeta, esperto di giochi, testologo, articolista pataludico.

V.S. Gaudio, “Manualetto della mano morta. Variazioni sull'approccio tattile”, Scipioni, Viterbo 1997. V.S. Gaudio, “Oggetti d'amore”, Scipioni, Viterbo 1998.

Gianfranco Franchi, luglio 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.

Bootleg del poeta e articolista pataludico V.S. Gaudio