L’ultima volta

L'ultima volta Book Cover L'ultima volta
Desmond Hogan
Playground
2012
9788889113639

“Una sera lui le raccontò del cinquantesimo anniversario della rivolta del 1916, caduto prima che lui se ne andasse. I vecchi preti che, in classe, annaspavano nel tentativo di trovare le parole giuste per esaltare gli eroi morti, tricolori malridotti che sventolavano sopra la scuola e giovani preti, molto belli, che recitavano la poesia di Patrick Pearse. 'Quando arrivarono le bombe in Irlanda' disse Liam, 'e diedero la colpa a noi, alla classe lavoratrice irlandese, capii che erano loro i colpevoli, quei preti, la gente che aveva mentito sulla gloria di certi gesti. La violenza non è, e non sarà mai, gloriosa” [Hogan, “Ricordi della Swinging London”, in “L'ultima volta”, Playground, 2012, p. 80]

Dieci nuovi racconti dell'irlandese Desmond Hogan, ex grande promessa scomparsa sostanzialmente nel nulla, appaiono in prima edizione qui in Italia, per la Playground di Roma, e finiscono per raccontarci la semplicità, la sensibilità e la speranza di un artista che sogna un'Irlanda libera da ogni revanscismo e da ogni violenza: un intellettuale schierato per il dialogo, fiero nemico di ogni forma di protesta aggressiva. L'edizione, tradotta da Gaja Cenciarelli, comprende diverse storie già apparse in “Lark's Eggs: New and Selected Stories” per la Lilliput Press, nel 2005. Il ritmo della scrittura di Hogan è decisamente lento e compassato, ma non grigio: le trame non conoscono brutali colpi di scena o dinamiche improvvise e spiazzanti, ma sembra come se ogni volta Hogan stia aspettando il momento giusto per predicare pace, amore e tolleranza, estraneità al passato rivoluzionario dei suoi padri, fiducia nel futuro, profonda dedizione ai legami sentimentali – tutti.

Qualche cenno sui pezzi più interessanti. “L'ultima volta” è la storia di Maria la rossa, orfana, e di Jamesy il borghese, viziato e ozioso, e del loro amore adolescente, proibito; di Jamesy che leggeva Tolstoj e Turgenev, Tennyson e Zola; di Maria che sognava la libertà, e combatteva per sopravvivere tra tanti sacrifici. Il destino spezza l'incanto; Maria si ritrova a dover combattere tra la nostalgia e il risentimento: diventa adulta altrove, altrove s'incarna il futuro. L'anima rimane ferma ai giorni in cui il sogno sembrava possibile – e in quel ricordo, germoglia letteratura.

“Miles” è la storia di un modello adolescente, cresciuto in un sobborgo di Dublino, senza mamma, povero e lunare, benedetto dalla sua bellezza e dal destino, ossessionato dall'idea di ritrovare la madre, fuggita nell'altra isola, fuggita in Inghilterra, e della possibilità di dare un senso all'esilio.

“L'ospite” è la storia di Jackie e Moira, figli di fattori della contea di Kerry, fratelli cresciuti distanti, nelle esperienze e nella libertà; lui vagabondo, lei stanziale; di come si ritrovano, e cercano un equilibrio nuovo, altrove, distanti dall'Irlanda, a Londra; di come lei racconta che il dolore può essere bello, quando serve a riconoscere quanto le cose possano essere senza speranza, e tuttavia ad accettarle. Di come lui impara a riconoscere che i combattenti dell'Ira hanno le mani sporche di sangue, il sangue dell'intolleranza, proprio come gli inglesi: e si limita a mantenere giuste distanze, a rivendicare solo pace. Di come infine la nostalgia di casa, e del suo popolo, restituisce Moira a casa, mentre Jackie va per la sua strada, sognando il Mediterraneo, e una libertà più autentica.

“I Teddy Boy” è la storia di Jamesy, rimasto in Irlanda a badare alla mamma, nella sua casa operaia, a differenza dei suoi compagni Teddy Boy partiti per Londra, e per Birmingham; è la storia della sua vita raccontata dagli occhi di un ragazzino, Desmond, che se ne è veramente innamorato, e finisce per stargli appresso dappertutto, nell'ombra. È la storia della gelosia di Desmond per tante ragazze, e della triste fine del suo amato – che sembra un sacrificio simbolico, per salvare un'altra vita.

“L'uomo che veniva dalla Corea” è la storia di un reduce della guerra di Corea, tornato sconvolto, e della sua tenera amicizia con un bambino di cinque anni; il reduce ha il cuore di poeta, è uno straniero ma è in grado di riconoscere le immagini del suo mondo “nel fuoco del camino di una piccola città irlandese”; finisce per fare innamorare di sé due sorelle, e per ritrovarsi oggetto del loro antagonismo; finisce per dividerle, senza sceglierne nessuna fino in fondo. Sembra esistere in quel contesto solo per sedurre, e per spezzare legami.

Infine, “Il lutto del ladro” è la storia di Liam, nemico della violenza, convinto che l'Irlanda sia popolata di fantasmi – e che stia morendo, perché la sua generazione è stata addestrata a tollerare la “violenza giusta”, e questa menzogna fa del male a oltranza: e invece l'Irlanda ha bisogno di un eroe creativo, uno che capisce che il cambiamento non deriva dalla violenza, ma “da gesti intensi di abnegazione”. È anche la storia di Liam e della sua relazione con Gerard, vissuta con tenerezza ragazzina, e della sua sensazione che il tempo sia il ladro dell'ozio. Niente di lezioso, niente di artificioso, tanto garbo, tanta compostezza: come in ogni altro racconto breve di DH.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Desmond Hogan (Ballinasloe, Ireland, 1950), scrittore irlandese, laureato all'Università di Dublino. Ha esordito nel 1974 col romanzo “The Ikon Maker”.

Desmond Hogan, “L'ultima volta”, Playground, Roma, 2012. Traduzione di Gaja Cenciarelli. ISBN, 9788889113639.

Prima edizione: è questa. Parte dei racconti erano già apparsi in “Larks' Eggs: New and Selected Stories”, Lilliput Press, 2005.

Approfondimento in rete: WIKI en / Guardian / The White Review

Gianfranco Franchi, Febbraio 2012.

Prima pubblicazione: Lankelot.

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SEMPRE A PROPOSITO DI DESMOND HOGAN...

La Playground di Andrea Bergamini, già orgogliosa di ospitare, in catalogo, romanzi di Scott Heim e scritti di Edmund White, resta fedele al suo livello, e spiazza il pubblico italiano restituendo, per prima, l'ex enfant prodige della letteratura irlandese, Desmond Hogan da Ballinasloe, classe 1950, sparito da un bel pezzo dalle cronache letterarie, vissuto qua e là per l'Europa orientale, e poi tornato nella sua isola. Questa raccolta di racconti, pubblicata con l'approvazione dell'artista, è una prima edizione assoluta. Sono storie di una nuova Irlanda che nasce per essere più forte del suo passato, capace di autentica democrazia e sincero pacifismo, del rifiuto di ogni violenza e di ogni prevaricazione: sono piene di sentimento e parlano del popolo. Insegnano un'altra strada: quella della conciliazione, e dell'accoglienza.

Gianfranco Franchi, febbraio 2012; prima pubblicazione di questa notula, BlowUp, febbraio 2012.

Niente di lezioso, niente di artificioso, tanto garbo, tanta compostezza.