L’amore altro

L'amore altro Book Cover L'amore altro
Ausilio Bertoli
Besa
2009
9788849706048

Delicato e leggero romanzo breve, sentimentale e – soltanto in senso lato, generico – politico, “L'amore altro” è un omaggio discreto a quei cittadini che consacrano le loro esistenze al prossimo; a quei campioni d'altruismo e di generosità che rischiano la vita pur di assicurare un futuro dignitoso alle nuove generazioni; a quei popoli che sono sopravvissuti al mostruoso dolore delle guerre, e dell'odio etnico.

Siamo in Kosovo. Giulia e Boris, il narratore, sono partiti per ritrovare la sorella di lei, Clizia, volontaria in un'ospedale. Un'ospedale che sembra un gigantesco scatolone bianco pieno di “finestrucole”, come fossero fori figli delle cannonate della guerra etnica. Le condizioni di quel posto sono una delle ragioni per cui Clizia sogna di costruire uno splendido e funzionale ospedale pediatrico dalle parti di Pristina: è il sogno suo e di tanti, per contribuire alla rinascita e alla serenità di un popolo ferito dalla guerra, dalla miseria e dalle ingiustizie patite per secoli.

Giulia ha alle spalle un matrimonio andato male; Clizia un amorazzo frigido per un medico padovano, suo collega nel nuovo ospedale kosovaro. Boris, sulle prime, sembra propendere per Clizia, a dispetto della corte di Giulia. Ma c'è una outsider di lusso, l'infermeria albanese Arifa. Boris le s'avvicina, e man mano comincia a sedurla. È un gioco adulto e romantico, ma molto tenero. Così, sulle prime, “L'amore altro” sembra un romanzo rosa. Ma poi, bruscamente si vira altrove: durante una gita nel parco di Brezovica, succede qualcosa di terribile; loschi trafficanti d'armi e di droga, naturalmente italiani, uccidono Giulia e rapiscono Arifa. Boris collassa per lo spavento, senza poter vedere niente. Al suo risveglio, prende atto con disperazione della scomparsa di Arifa. Parte per l'Italia per partecipare al funerale di Giulia, ma il cuore è altrove: il cuore domanda un ritorno in Kosovo, per ritrovare l'amata infermiera sparita nel nulla. Lei sta diventando un amore ciclopico, totalizzante. Fermiamoci qui.

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Sullo sfondo, varie annotazioni sulle condizioni di vita e sulla qualità della vita nella nuova nazione balcanica. I cittadini kosovari sentono di non avere pace, né futuro. Agli invasori s'è sostituito il sole, adesso, a devastare i campi. La regione non sembra ancora riappacificata. I giovani, soltanto, sembrano aver già imparato che il passato è sparito, che non esiste più – che forse non è mai esistito. E intanto sognano un mondo senza più conflitti, e forse senza confini. Peccato per chi era partito all'inizio della guerra: spesso s'è ritrovato a lavorare, male e sottopagato, in Italia. A volte, purtroppo, per strada (p. 33). Bertoli racconta dei piccoli passi e dei grandi sogni di questa povera gente, europea e coraggiosa, suggerendoci che non è il caso di abbandonarli sul più bello, adesso, nei primi anni della loro fragile democrazia. L'amore vero è quello per l'umanità, non per una donna soltanto. Quello è l'amore altro.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Ausilio Bertoli (Grumolo delle Abbadesse, Vicenza, 194*), scrittore, pubblicista e ricercatore sociale italiano.

Ausilio Bertoli, “L'amore altro”, Besa, Lecce 2009. Quarta di Anna Renda.

Gianfranco Franchi, febbraio 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.