La «Repubblica dei matti». Franco Basaglia e la psichiatria radicale in Italia, 1961-1978

La «Repubblica dei matti». Franco Basaglia e la psichiatria radicale in Italia, 1961-1978 Book Cover La «Repubblica dei matti». Franco Basaglia e la psichiatria radicale in Italia, 1961-1978
John Foot
Feltrinelli
2014
9788807111372

Esistono rivoluzionari chiacchieroni, esiste una retorica rivoluzionaria insopportabile, e ripetitiva, esistono idealisti da operetta e socialisti d'accatto. Una volta ogni trecento anni, invece, esiste un rivoluzionario autentico, esiste un'utopia rivoluzionaria praticabile, e praticata, esiste un idealismo magnifico, scintillante di un'umanità unica. Nel Novecento, in Europa Mediterranea, abbiamo salutato la presenza di un intellettuale rivoluzionario, di un coraggio visionario, e abbiamo apprezzato il lavoro d'avanguardia di tutta la sua équipe. Franco Basaglia è stato così leale ai suoi ideali e così radicale nella sua rivoluzione che ha finito per cambiare il panorama di tutte le nostre città, abbattendo le ultime mura moderne superstiti – quelle dei manicomi – e determinando un rinnovamento epocale nel lessico della nostra cultura: e quindi nei nostri pensieri. È stato idolatrato dai suoi sostenitori ed è stato fatto a pezzi dai suoi rivali, e dai suoi oppositori, per ragioni non sempre edificanti, non di rado stupidamente partigiane. Ha tirato dritto, obbedendo al suo demone, sempre spronato da un senso di predestinazione antichissimo, a quella che sentiva come una missione da compiere.

Per raccontare cosa è stato e cosa ha rappresentato – qual è stata la portata della sua impresa, e della sua liberazione – abbiamo adesso a disposizione il buon saggio di uno storico inglese, John Foot, già docente di Storia Contemporanea Italiana all'University College di Londra, ora all'Università di Bristol. Si chiama “La Repubblica dei matti. Franco Basaglia e la psichiatria radicale in Italia, 1961-1978” e a pubblicarlo è stata Feltrinelli, nella traduzione d'eccezione di Enrico Basaglia, nella collana “Storie”.

Per raccontare questo libro mi piace partire dal fondo, da un aspetto che probabilmente oggi, da contemporaneo, riesco più chiaramente a riconoscere come unico, prova di una generosità così assoluta, e cristiana, da sconfinare nell'autodistruzione. In un suicidio altruistico, qualcosa del genere. John Foot scrive: “I manicomi italiani furono chiusi da chi ci lavorava: gente che aboliva, e per sempre, il proprio impiego. Nessuno, oggi, occupa i posti che furono di Basaglia, Giacanelli, Pirella e Casagrande negli anni Sessanta e Settanta: nessuno, oggi in Italia, fa il direttore di un ospedale psichiatrico. Il movimento agiva contro i propri interessi immediati, andando nella direzione opposta del clientelismo e del nepotismo. Fu la negazione di se stesso”.

Il movimento fu, infine, la negazione di se stesso. E finì per scrivere la storia dell'unica rivoluzione autentica della nostra disordinata, regressiva e caotica epoca: quella della chiusura dei manicomi. È forse questa la testimonianza più limpida della stupenda autodistruzione del movimento basagliano: della gratuità, della bellezza, della poeticità dell'impresa.

Il libro è strutturato in due parti di diseguale resa, e consistenza: la prima è di singolare intelligenza e insolita chiarezza, ed è dedicata al luogo in cui ha avuto inizio la grande riforma basagliana: Gorizia. La seconda si chiama “La lunga marcia” ed è la storia della progressiva rivoluzione basagliana, e di quella che è stata la capitale della rivoluzione: Trieste. Se nella prima parte ci si concentra sull'istituzione negata, nella seconda si va a delineare l'istituzione disintegrata, senza dimenticare le tappe intermedie dell'esperienza basagliana e del collettivo goriziano, da Parma ad Arezzo, e si finisce per raccontare, con una sintesi forse eccessiva e in un capitolo soltanto, “mito e realtà” della Legge 180. Ma quella forse meritava un libro a parte, di eguale spessore. In appendice, nota bibliografica, buon apparato di note, robusto indice dei nomi.

Gianfranco Franchi, aprile 2015.

Prima pubblicazione: Ponte rosso, numero zero

Franco Basaglia è stato così leale ai suoi ideali e così radicale nella sua rivoluzione che ha finito per cambiare il panorama di tutte le nostre città…