La maledizione degli affetti

La maledizione degli affetti Book Cover La maledizione degli affetti
Andrea Consonni
Area 51
2011

Un artista inespresso pieno di talento e di stile, incresciosamente e inspiegabilmente dimenticato dalla piccola e media editoria di qualità e di progetto: un'intelligenza letteraria notevole, uno spirito indipendente e ultrasensibile, una grande e contrastata personalità autoriale. Questo, oggi, è lo scrittore Andrea Consonni, lombardo, anarchico, classe 1979. A quasi otto anni di distanza dal suo secondo romanzo, “Wrong”, un libro fiutato e pubblicato da uno scout laterale di lusso come Gordiano Lupi, esce adesso il suo terzo libro di narrativa, “La maledizione degli affetti”. Esce per essere nuova avanguardia: esce per raccontare il nostro tempo da una prospettiva insolita e autentica: esce per restituirci la scrittura potente e cruda di un narratore che ha in canna qualcosa di sinceramente memorabile, da un pezzo. Esce per emozionarci e stupirci e scuoterci. Impresa riuscita.

“La maledizione degli affetti” è stato pubblicato da un piccolo e coraggioso editore, pioniere della cultura e della tecnologia dell'e-book: si tratta di Area51 Publishing, animato da Simone Bedetti, Federico Mascagni e Simone Buttazzi, editor, traduttore e scout bolognese, berlinese d'adozione. Il libro si trova in vendita in tutti i principali bookshop della Rete o direttamente sul sito di Area51. Già, stavolta è così: chi vuole nutrirsi dell'ispirata prosa di Andrea Consonni, una delle massime promesse della narrativa italiana, deve superare inibizioni, perplessità e ritrosie ultraconservatrici: niente piccola libreria di quartiere, niente grande magazzino Feltrinelli o similare. Stavolta il lettore forte e radicale e giustamente pieno di pretese deve prendere e comprarsi l'e-book. Non c'è alternativa, d'altra parte. Costa pochissimo (3 euro) e volendo si può stampare e rilegare a casa. Magari un bel giorno questo libro uscirà nel solito vecchio amabile formato cartaceo, complice l'investimento di un altro editore, intelligente e sensibile come i ragazzi di Area51: per adesso è così.

E allora entriamo nel vivo dell'opera. Consonni non riconosce più il suo paese, da qualche parte, a nordovest. Ha la sensazione che il suo paese, come tanti altri paesi italiani, stia morendo di istinto di modernità, e di consunzione. Consonni ha paura di aver cominciato a perdere la memoria del suo paese. E allora va ricostruendolo per frammenti: elegiaci, lirici, ossessivi, infantili, famigliari. Veridici, non sempre veritieri. Reali. E poi dolorosi, assurdi, solari, vulnerabili: come i ricordi sanno essere. Come si rivelano, sempre. Questo suo nuovo libro è il mosaico di una piccola cittadina di provincia lombarda simile a tante altre cittadine di provincia italiane. È il grande omaggio di un narratore italiano di talento a una nazione che sembra aver dimenticato la sua essenza: sembra aver dimenticato la possibilità di raccontarsi la verità: sembra non sapersi più raccontare senza il sostegno facile e la sintesi comoda delle immagini. Delle giostre di immagini. Dei film. Dei filmati.

“Il paese è piccolo come l'iride di un bambino avvelenato. Il paese si piega nel mio pugno come un origami dalle forme mostruose. Il paese è grande come il mio stomaco distrutto” [p. 122].

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Ricordi di persone sparite e di abitudini perdute, intervallati dalla sofferenza di un narratore che sente di soffrire di paura per tutto: per le piccole cose di tutti i giorni, delle piccole cose di tutti i giorni – di tutte le interazioni con l'esterno, di tutte le interazioni con l'alterità. E così, spesso, rimane chiuso in casa: in stanza: per ore. Si sente solo ossa. Sempre e solo ossa. E ha la sensazione di non capire più nulla di quello che gli sta succedendo intorno. Da un pezzo. Sente il cuore battere al contrario, il fiato sempre più corto. “Il pensiero del suicidio mi sorregge”, confida. Ogni giorno. Il dolore è una questione privata, punto.

Ricordi di un paese che viveva di Officina o di Tessitura. Tutti gli abitanti lavoravano per l'Officina o per la Tessitura, o al limite per qualche piccolo artigiano che in ogni caso lavorava con le commissioni dell'Officina, o della Tessitura. Questo sin quando l'Officina non crollò, complice la crisi dell'industria italiana e dell'economia occidentale. E allora più ancora di prima successe che in paese si nasceva per scomparire. Istantaneamente. Non per vivere, dice Consonni: ma per sparire.

E ricordi del razzismo strisciante, mai sconfitto, endemico: metamorfico e sempre umiliante, sempre disorientante. Ricordi dei piccoli negozi di una volta, della vita a dimensioni umane, della semplicità dell'economia dell'Italia del secondo dopoguerra: e rifiuto dell'alienazione e della disumanità del supermercato, “campo di battaglia da dove esco sempre mutilato”. Ricordi delle disastrose mode micidiali dei decenni scorsi – dell'eroina, che sgretolava gruppi interi di persone, disintegrava ogni speranza. E ricordi della piccola stazione ferroviaria, che man mano ha smesso di funzionare - nel suo paese come in tanti altri, che si devono accontentare delle briciole di tutto.

Ricordi di un'infanzia solitaria, passata sulla moquette in camera o sul pavimento in soggiorno “a inventare storie, fantasticando di vivere avventure come quelle di 'Sentieri selvaggi', 'La più grande avventura', 'Zulu Dawn' e 'I Goonies'. Io mi sentivo un Goonie ma nessuno voleva essere un Goonie come me” [p. 81].

Ricordi, infine, di uno che non rifiuta il suo destino, perché ha capito che “quello che sei quando nasci te lo porterai dietro per sempre. Non bisogna ribellarsi al destino ma ribellarsi a chi vorrebbe cambiartelo” [p. 192].

Potente, davvero. Punto.

“Vorrei solo piangere e scrivere cartoline d'addio. Ribaltare mobili giù in cortile. Spaccare i vetri delle finestre con una sbarra d'acciaio. Bruciare le confezioni di pasta sul balcone. Far marcire il pesce e la carne surgelata nella vasca da bagno. Tagliare i materassi con un'accetta. Scrivere sui muri tutto quello che non riesco mai a scrivere. Farei di tutto per rompere la maledizione che incombe su questo Paese” [p. 42]. Forse Consonni sta già riuscendo. Avanti così, in ogni caso.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Andrea Consonni (1979), scrittore lombardo. Ha esordito pubblicando nel 2001 “Settantanove punti di fuga” (Besa Editrice).

Andrea Consonni, “La maledizione degli affetti”, Area 51, 2011.

14 frammenti erano stati già pubblicati sulla rivista “'tina”, numero 22.

Gianfranco Franchi, luglio 2011.

Prima pubblicazione: Lankelot.

Raccolta di racconti e di frammenti di Andrea Consonni