La collina dei conigli

La collina dei conigli Book Cover La collina dei conigli
Richard Adams
Rizzoli
1987
9788817113304

“I conigli sono simili agli esseri umani sotto molti riguardi. Fra cui, senz'altro, la loro capacità di sopportare le disgrazie e lasciare che la corrente della vita li trascini avanti, oltre le secche del terrore e della disperazione. Essi hanno una certa qualità che non sarebbe esatto definire durezza di cuore o indifferenza. Si tratta, piuttosto, di una felice limitazione della fantasia e della sensazione intuitiva che la Vita è Adesso” (p. 139).

1972. L'esordiente Richard Adams non s'abbatte per la dozzina abbondante di rifiuti raccolta qua e là, nel mondo dell'editoria anglosassone: sa che sta per venire il suo momento. Ha ragione. Arriverà. Impiegato statale a un passo dalla pensione (è nato nel 1920, nel Berkshire) s'è fatto convincere dalle sue due bambine che quella storia che raccontava loro in macchina, durante i viaggi, meritava un pubblico diverso. Le sorelline avevano ragione, stando alla fortuna che ha avuto “La collina dei conigli”: campione di vendita in tutto il mondo, il libro rimane – a quasi quarant'anni di distanza dalla prima pubblicazione – un'esperienza atipica, romantica, divertente e decisamente in linea con il rinnovato spirito animalista ed ecologista delle nuove generazioni.

“Watership Down” - questo il titolo inglese del romanzo: il titolo della meta della saga – è una sorta di anabasi conigliesca: un romanzo fantasy animalista. È la vicenda dell'eroico e incredibile viaggio di un piccolo gruppo di conigli in cerca della “terra promessa” annunciata dalla visione di uno di loro, un outsider ultrasensibile. Attraverso incredibili – fatte le debite proporzioni, s'intende – imprese, rischiose e maculate di tentazioni forti, accompagneremo i conigli nella loro nuova terra, sorridendo della loro sorte, sino alla famosa collina di Watership Down. E così si va dal passaggio d'un fiume all'incontro con una comunità di conigli solo apparentemente felice e ricca, dal pericolo gattesco e volpesco sino alla drammatica consapevolezza che senza donne non si può vivere. Questo sì che è un problema. Nel frattempo, avremo imparato qualcosa. Qualcosa di nuovo a proposito della loro lingua, della loro cultura, della loro suddivisione sociale e via dicendo. I conigli sono decisamente gerarchici. Il capo della vecchia comunità dei nostri Moscardo e Quintilio, protagonisti del romanzo, si chiama “Trearà”, che significa “principe sorbo”. C'era solo un treàr (sorbo selvatico) dalle parti della conigliera. È salito al potere per via della sua forza e della sua equilibrata capacità di giudizio. In ogni conigliera c'è una “Ausla”: è un gruppo di conigli forti e lucidi, prima guardia del Capo Coniglio e prima autorità del popolo. Possono essere guerrieri, esploratori o razziatori di orti e giardini; a volte, c'è un cantastorie, o un indovino. Hanno almeno un anno di età.

I “periferici” sono i conigli plebei, al di sotto d'un anno d'età; Adams ci racconta che vengono tenuti sotto dagli anziani e che campano alla meglio, “spesso senza neanche un covo, ai margini della conigliera” (p. 12). I “hlessi” sono conigli maschi senza tana e senza fissa dimora, vagabondi e raminghi. Il coniglio maschio è in grado di scavarsi una tana provvisoria: per quella ufficiale e definitiva, solida e resistente, servono le femmine. Loro loro ad allestire il covile per i figli (p. 113). Le femmine si chiamano “Marli”. Sono fondamentali. Senza di loro non si può vivere. Davvero.

Qualche curiosità. Un coniglio diventa “tzarn” quando, esausto o spaventato, viene colto da una sorta di paralisi e guarda (“like a rabbit in the headlights”, direbbe Yorke) con gli occhi sbarrati il suo prossimo assassino.

I conigli contano soltanto fino a 4: qualsiasi numero superiore è “hrair”, da cinque fino a mille. I nemici – tutti – sono “U Hrair”: volpe, donnola, faina, gatto, gufo, uomo (p. 13) e via dicendo.

Non hanno un'idea precisa del tempo: si radunano in parecchi giorni, a volte, e si mettono in moto con una lentezza simile. Tuttavia sembra che partano per un ordine passato telepaticamente (p. 22). Per loro, tutto ciò che è ignoto è pericoloso: al minimo allarme, scrive Adams, trasaliscono, e hanno l'impulso della fuga (p. 27).

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Che altro? Watership Down esiste davvero: si trova nell'Hampshire, non lontano dai posti in cui il signor Adams è cresciuto e vissuto. Leggete il romanzo e pensateci su, per le prossime vacanze. Quando si dice “turismo culturale”.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Richard Adams (Newbury, Berkshire, 1920 - Whitchurch, Hampshire, 2016), scrittore inglese. Ha studiato Storia al Bradfield and Worcester College di Oxford. È stato impiegato statale. Dal 1974, s'è dedicato anima e corpo alla scrittura. Ha esordito pubblicando “La collina dei conigli” (1972).

Richard Adams, “La collina dei conigli”, Rizzoli, Milano 1975. Traduzione di Pier Francesco Paolini.

Prima edizione: “Watership Down”, 1972. Adattamento cinematografico: “La collina dei conigli” di Martin Rosen (1978). Approfondimento in rete: WIKI

Gianfranco Franchi, febbraio 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.

Un’esperienza atipica, romantica, divertente e decisamente in linea con il rinnovato spirito animalista ed ecologista delle nuove generazioni…