Il vampiro di Ropraz

Il vampiro di Ropraz Book Cover Il vampiro di Ropraz
Jacques Chessex
Fazi
2009
9788881129959

Ropraz, Svizzera francese, maggio 1978. Lo scrittore Jacques Chessex, valdese di Payerne, letterato ribelle e anticonformista, si costruisce casa nel villaggio, a un passo dal cimitero di Losanna. Scopre la storia di Rose Gilliéron, giovanissima figlia di un giudice di pace, sepolta nel viale a un passo dalle sue finestre. Morta di meningite nel 1903, era stata stuprata, smembrata e divorata nella tomba. In paese e in tutti i dintorni, allora, era scattata la psicosi del vampiro: si dormiva con ghirlande d'aglio, crocifissi piazzati su porte e finestre, e qualcuno aveva già slegato il cane (…).

Era iniziata la caccia al vampiro, complice la stampa: il “Feuille d'Avis de Lausanne” del 23 febbraio parlava dell'esistenza di un “ignobile vampiro”, la stampa europea pubblicava indagini sul “Vampiro di Ropraz”. La polizia indagava come poteva: puntando uno studente di medicina, futuro chirurgo (“lo terremo d'occhio, quello là”, p. 37), due pregiudicati condannati a suo tempo dal padre di Rose, un macellaio ambulante. Qua e là, intanto, si ripetevano avvistamenti del notturno misterioso vampiro: “Sembra che nessuna collina, nessun bosco, nessuna scorciatoia sfugga al potere del mostro. È ovunque, il vampiro di Ropraz, si aggira, spia, minaccia, lievita a causa sua la paura ancorata in fondo alle fattorie isolate. (…). Il vecchio senso di colpa dei corpi puniti e offerti al diavolo” (p. 42).

La stampa cavalca la psicosi. Nuovi articoli domandano sicurezza e giustizia. Le campagne sono sconvolte dalla presenza del misterioso vampiro. Il 14 aprile, giovani svizzeri giocano a calcio con quella che si rivela una testa scotennata: la testa è quella di Nadine, nuova morta profanata e violata nel paese di Carrouge. Più avanti, toccherà a Justine, da Ferlens. Comincia a intravedersi qualche coincidenza: è come se il vampiro fosse informato del giorno di sepoltura di giovani brune dal corpo delicato e flessuoso. Ma proprio quando le indagini stanno puntando l'ambiente cimiteriale e i becchini della zona, spunta un primo presunto colpevole: un ragazzo sfortunato, proveniente da un ambiente contaminato dalle piaghe dell'analfabetismo, dell'alcol e dell'incesto; uno che si diletta a stuprare le vacche. E che, da ex compagno di classe della prima vittima, era stato già pizzicato a pedinarla e a spiarla.

Le indagini sembrano inchiodarlo; una prima perizia psichica lo scagiona, ma non appena fuori il vampiro si impegna a violentare una vedova. Stando a Chessex, ciò accade perché in galera ha conosciuto il sesso: una misteriosa donna vestita di bianco è andata a trovarlo più e più volte. Mucche a parte, Chessex s'era dichiarato vergine. Un vergine ossessionato dal sesso, che il sesso vero aveva appena scoperto. Subito andava a cercarne dell'altro.

Si ritrova nuovamente al gabbio, condannato all'ergastolo, pena commutata in internamento al manicomio. Dal manicomio fuggirà, dopo una decina d'anni, per arruolarsi al fronte: paradosso dei paradossi, finito nella Legione Straniera, sarà uno degli otto soldati mai riconosciuti che si ritroveranno, cadaveri, sorteggiati per riposare nel sepolcro del Milite Ignoto, sotto l'Arco di Trionfo. La morale della nera favola di Chessex si tinge così di grottesco: lo strupratore e smembratore di cadaveri, lo sfondavacche e violenta-vedove, un'infanzia passata a subire violenze sessuali nel gretto ambiente rurale di provenienza, una nera fama in tutta Europa, da “Vampiro”, si ritrova, morto, omaggiato come eroe di guerra.

***

Era possibile credere all'esistenza di un vampiro nella Svizzera del primo Novecento? Il clima culturale poteva prevederlo: grande povertà, ignoranza assoluta, miseria invincibile. “Le idee non circolano, la tradizione pesa, l'igiene moderna è sconosciuta. Avarizia, crudeltà, superstizione, non si è lontani dalla frontiera di Friburgo, dove brulica la stregoneria” (p. 23). L'ultimo lupo era stato ucciso soltanto vent'anni prima. Le giovani donne erano come “stelle” che “magnetizzavano la follia”, secondo l'autore: in un contesto non estraneo agli incesti e alle violenze domestiche più assurde e ripetute, le donne erano oggetto di desiderio – e di stupro – con una certa, triste facilità. Il fatto che simbolicamente qualcuno potesse diventare il colpevole delle colpe segrete e inespresse di tanti serviva a sciacquare qualche coscienza. Così, probabilmente, andarono le cose.

Secondo la prefatrice Daria Galateria, questo è un racconto che va considerato “Capolavoro di antropologia con la sua lingua affilata, che stringe precisa il gelo, i vecchi usi e la follia”, perché “Chessex approda sornionamente al ridicolo dei miti d'oggi, chiudendo in segreta allegria il più esigente dei suoi racconti neri” (pp. 14-15).

Senza dubbio, l'opera costituisce uno schiaffone alle letterature vampiriche contemporanee; plana nella realtà, e mostra quanto orribile e trista essa sappia essere e rivelarsi, e restituisce i vampiri alla Letteratura Gotica dopo aver umiliato le loro incarnazioni terrene, rurali e quotidiane. Chessex è come quegli intellettuali illuministi che, per prendersi gioco delle superstizioni, dell'ignoranza e dell'arroganza del popolo, finisce per snudare spettri e feticci del suo inconscio, contraddizioni e contrasti spesso insolubili – il primo, quello tra pubblica menzogna e privata verità; il secondo, quello tra peccatori non smascherati e peccatore inchiodato alla sbarra; il terzo, quello tra desiderio e possesso. Racconto lungo da interiorizzare e conservare con cura. Scritto in nome dell'intelligenza e della tolleranza, in un'epoca che s'appresta ad ammainare entrambe, è un documento storico e letterario di almeno discreto interesse.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Jacques Chessex (Payerne, Svizzera 1934-Yverdon-les-Bains, Svizzera, 2009), saggista, poeta e romanziere svizzero di lingua francese. Legion d'Onore 2002.

Jacques Chessex, “Il vampiro di Ropraz”, Fazi, Roma 2009. Collana “Le strade”, 150. Traduzione di Maurizio Ferrara. Prefazione di Daria Galateria.

Prima edizione: “Le vampire de Ropraz”, 2007.

Gianfranco Franchi, marzo 2009.

Prima pubblicazione: Lankelot.