Il mercato dei miraggi

Il mercato dei miraggi Book Cover Il mercato dei miraggi
Felipe Benitez Reyes
Fazi
2007
9788881128754

Picaresca e satirica, la prima indovinata parodia della narrativa thriller fantastorica e paraesoterica è inevitabilmente spagnola: il cavaliere che fece l’impresa è Felipe Benítez Reyes, letterato classe 1960. L’artista rivela la matrice prima, la novela cervantina, in una breve intervista rilasciata a “El Confidencial” nel gennaio 2007: “Cervantes parodia la novela de caballerías, porque la gente las adoptaba como realidad, y en la actualidad está sucediendo lo mismo que en la época de Cervantes, pues los lectores de las novelas de intriga esotérica no las leen como obras de ficción, sino como verdades históricas”: ne deriva, dopo anni di lavoro, questo spiazzante “Il mercato dei miraggi”, narrazione della sfortunata impresa di Jacob e zia Corina, bizzarri e stravaganti ricettatori d’arte, impegnati a esaudire una commissione di tutto sospetto: il furto delle reliquie dei sedicenti Re Magi, a Colonia, contenute nel più grande sarcofago d’Europa. Non mancheranno acute ricerche filologiche: al termine, i tre “[…] ormai per noi erano come dei bambolotti automatici, piccole figure articolate che avanzavano per terre impervie e straniere, con i capelli terrosi, in sella a quadrupedi sudati. Quei nomadi lunatici possedevano ormai delle ossa e un cuore palpitante, e occhi fissi al cielo stellato” (p. 71; sulla questione si vedano le pp. 66-73, apprezzando la notevole documentazione).

Secondo il critico Mario Turello (cfr. “Messaggero Veneto” del 15-11-2007, p. 17), il nucleo narrativo “si fa beffe in particolare del romanzo di James Rollins, 'La mappa di pietra' (in Italia per l’editrice Nord), in cui la stessa operazione viene compiuta da criminali che, travestiti da monaci, entrano nel duomo durante la messa dell’Epifania, ammazzano il celebrante, forzano la teca, cacciano le reliquie (in realtà, si tratta di oro, in un singolare stato fisico) in un sacco, sparano in testa al vescovo, mentre tutt’intorno quelli che hanno fatto la comunione muoiono in un modo raccapricciante, perdendo sangue dagli occhi e fumo dalla bocca e gli altri vengono crivellati di colpi” – prendiamo atto della congettura di Turello: si direbbe plausibile, forse proprio per questa dichiarazione dello scrittore spagnolo: “Alrededor de cuatro años entre idearla y escribirla”, che non esclude, quindi, la possibilità di una lettura in itinere di “Map of Bones” (2005) .

Narratore in prima persona è Jacob, nomen sintesi postmoderna di Genesi e psichedelia; cambiò nome in gioventù, quando vide Dio salendo per la scala di Giacobbe, mentre ascoltava stupefacente prog in compagnia di magnifici sodali. Crebbe ascoltando storie sulle chimere degli alchimisti, e sulle origini del mito di Ermete. Figlio di un erudito errante, mercante d’arte, favoloso illusionista della documentazione apocrifa (p. 18), Jacob è un ricercatore perplesso, caotico, estraneo a ogni metodo. Queste le dinamiche-cardine del suo pensiero: “(Scusate, per favore, la digressione: il mio pensiero è d’indole traslata. Ha la tendenza a trasformare una linea retta in un arabesco. E, appena può, un triangolo in un rocaille. Un sillogismo lo tramuta in una cornucopia. Per il mio pensiero, un punto e a capo può essere un abisso. Dei puntini di sospensione un infinito). (E a volte mi fa molto male la testa). (Ma non succederà più). (Almeno spero)” (p. 14).

Qualcosa del genere. Zia Corina è di origine rumene. Figlia di contadini pronti ad affidarli a diversa e migliore sorte in tenera età, buona cuoca e lettrice fortissima, poliglotta e giocatrice di qualunque cosa, ha la tendenza a viaggiare ibridando alcol e anfetamine. È la guida migliore che Jacob poteva domandare al suo destino. Lucida come il sogno d’un prisma teologico – il sogno di Sam.

Il mercato dei miraggi” è, nell’interpretazione dell’art director Maurizio Ceccato, una Monna Lisa rovesciata: il pattern à la Dan Brown viene felicemente ridicolizzato e restituito a una più terrena e apprezzabile (ir)razionalità, giocando esattamente con le sue stesse armi; la commistione dei generi, l’alterazione fiabesca della religione, l’indagine disarticolata dalla realtà. Felipe Benítez Reyes calibra con intelligenza e chiara ostilità alla linearità un’avventura che, attraverso incontri con tutta una serie di figure più o meno esecrabili – astuti satanisti, scrittori dalla musa schizzata, oscuri doppiogiochisti, committenti dei committenti, antichi e talvolta presunti amici del padre di Jacob, spettri fulcanelliani – accompagna ad amare consapevolezze: “Oltretutto, a questo punto della vita, i misteri diventano dei fallimenti della ragione perché uno ha già l’età per capire che nel nostro mondo non ci sono misteri, ma tutto è un mistero insondabile, una matematica fantasmagorica, un meccanismo incomprensibile seppur perfetto: l’algebra del senza perché. I piccoli misteri che ci affascinano o che ci tormentano non sono altro che parodie del grande mistero fondamentale: il mistero sconcertante di vivere in un universo che cerchiamo di interpretare con l’aiuto di una mente che non riesce nemmeno a interpretare se stessa” (p. 114).

Amarissimo e delirante, stravagante e caustico, Reyes demistifica le illusioni e i miraggi del nostro tempo precipitando in una narrazione convulsa e aritmica, felicemente nebulosa e artefatta. L’impatto è piacevole, l’impresa riuscita; restituirà forse più d’un lettore a quel disincanto che ci evita di confondere ingenuamente la fantasia con la realtà; e che quantomeno non ci rinnova in donchisciottesche imprese. “Una vita non è una storia, ma una cosa ben diversa: ogni vita è molte storie. Troppe forse. E troppo stravaganti nella loro apparenza, sebbene tutto, alla fine, riveli un’armonia alquanto terribile: è la tua stupida avventura. La tua vita con i suoi incomprensibili errori di copione” (p. 25).

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Felipe Benítez Reyes (Rota, Cadice, Spagna 1960), saggista, poeta, traduttore e scrittore spagnolo.

Felipe Benítez Reyes, “Il mercato dei miraggi”, Fazi, Roma 2007. Traduzione di Ursula Bedogni. Progetto grafico e concept di copertina: Maurizio Ceccato, IFIX Project.

Prima edizione: “Mercado de espejismos”, 2007.

Gianfranco Franchi, Dicembre 2007

Prima pubblicazione: Lankelot.