Happy. L’incredibile avventura di Keith Richards

Happy. L'incredibile avventura di Keith Richards Book Cover Happy. L'incredibile avventura di Keith Richards
Massimo Del Papa
Meridiano Zero
2010
9788882371739

"Keith, che definizione daresti del rock?" "Me".

Fotografia di Keith Richards. Scatta Massimo Del Papa: "Ferino, belluino, con quei capelli arruffati, a nido d'aquila, rivoli d'inchiostro sulla faccia scavata, il labbro inferiore sporgente in un ghigno perennemente incazzato. E le mani, dure, nodose anche quelle, mani di uno che va per le spicce, mani da strette violente. Mani da killer. Bello no, brutto sì, ma di un brutto attraente, carismatico. Uno di quelli di cui si dice: se non fosse diventato quello che è, sarebbe finito male" (pp. 9-10).

Una delle più grandi rockstar della storia, leader dei Rolling Stones, Keith Richards è protagonista di un omaggio d'autore firmato da una grande (e divertente, ammettiamolo: divertente, soprattutto) personalità giornalistica, quella dell'editorialista di riferimento del "Mucchio". "Happy" (Meridiano Zero, 2010) appare nella collana "Mappe Musicali" della casa editrice di Marco Vicentini.

Del Papa non ha dubbi: la parola giusta per caratterizzare Richards è "bandito". Keith è stato e rimane "un fuorilegge che, per combinazione, sapeva suonare la chitarra, sapeva comporre". Un demone poetico che si nutre di disordine: un creatore capace d'essere al di là del bene e del male. "Dionisiaco ma essenziale", "autodistruttivo ma mai vittimistico", è un anarchico che gioca, a sessantadue anni come quarant'anni prima, a vivere ogni giorno come fosse l'ultimo: perché è disperatamente innamorato della vita, perchè vive per la musica. E intanto invecchia alla grande. Nel corso di un'intervista rilasciata a TGCom, Del Papa ha dichiarato: "Mi piace come è invecchiato, ha avuto una certa intelligenza nel farlo, da vampiro del ventesimo secolo. Un personaggio così, di un gruppo così, non aveva altra scelta, non era possibile dopo una carriera simile invecchiare con grazia, con gentilezza. Nel libro mi diverto ad analizzare le sue mutazioni d’immagine e fisiognomiche: è sempre stato brutto, ma ogni volta che usciva un disco o un tour aveva una faccia che sembrava non potesse peggiorare, e invece… È riuscito ad assumere l’autorevolezza che avevano i vecchi bluesman pur rimanendo un personaggio eccessivo". E s'è ritrovato a essere la musa, diciamo così, per il famoso pirata di Johnny Depp. E c'è scappato un cameo. Come sintesi di rock e kitsch nazionalpopolare non c'è male.

Secondo lo scrittore milanese, il Richards più amato dai fan è quello del tour 1981-82, "Tattoo you", perché è "quello che ha ripreso il controllo sul gruppo e su se stesso dopo anni di dannazione" (p. 13), dando vita senza accorgersene a un pezzo come "Start Me Up", "ultima grande hit dei Rolling" (p. 14). Chi erano i Rolling, prima di essere un "delirante sodalizio artistico-malavitoso", "gente temeraria che non si arrende agli sfaceli che combina"? "Un gruppo di spiantati in fuga dal conformismo neoindustriale inglese che ha scoperto una via di salvezza nel blues" (p. 22), una "ragione per combattere nella musica". Uno di questi spiantati, il nostro antieroe Keith Richards, si faceva venire in mente le canzoni dormendo. "Satisfaction" è nata così, ricorda Del Papa: Keith si sveglia di botto, incide il riff, si riaddormenta. E una volta registrato il pezzo, s'accorge che poteva venire meglio (e qualche anno fa ha confermato: "Sto appena cominciando a imparare a suonarla come Dio comanda", p. 29). E questa sì che è una bella storia.

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L'autore, in questa sua fascinosa e sintetica panoramica sulla storia della band, del suo demiurgo e delle sue inattese, incredibili trasformazioni (evoluzioni, anche) nel tempo, condivide gli emozionanti ricordi legati all'ultimo concerto romano della band (2007), approfittandone per spiegare ai più giovani quanto Richards era trattato da "nemico pubblico" dai media, a suo tempo, per il suo stile di vita depravato e malsano; e poi, Del Papa finisce per eternare lo sguardo del chitarrista quando entra in scena, e si trasfigura. E ancora: lo scrittore accenna all'unico idolo di Keith (Chuck Berry) e alla nulla soggezione di Richards e compagni nei confronti di tutte le grandi personalità incontrate nel tempo, da Andy Warhol a Godard, da Bob Dylan a Bruce Springsteen, passando per David Bowie; infine, medita su quel che può attendere – e su quel che sicuramente attende – il chitarrista dei Rolling Stones.

Estremamente leggibile, "Happy" è un omaggio fluido, appassionante e scanzonato a un artista che ha amato la trasgressione, e non l'autodistruzione: a un musicista considerato tra i migliori di sempre; a un'icona (pluri)generazionale dal fascino cupo e, in qualche strano modo, attraente.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Massimo Del Papa (Milano, 1964), giornalista e scrittore italiano. Ha pubblicato narrativa, poesia e saggistica; è editorialista del “Mucchio Selvaggio”.

Massimo Del Papa, “Happy. L'incredibile avventura di Keith Richards”, Meridiano Zero, Padova 2010. Collana Mappe Musicali, 5.

Approfondimento in rete: Wiki su Keith Richards

Gianfranco Franchi, settembre 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.

“Keith, che definizione daresti del rock?” “Me”.