Crimini letterari

Crimini letterari Book Cover Crimini letterari
Charles Nodier
duepunti
2010
9788889987414

Prima edizione italiana delle “Questions de littérature légale” di Charles Nodier, “Crimini letterari” è stata intelligentemente ridotta e strutturata in sezioni di immediata accessibilità e facile consultazione. A circa duecento anni di distanza dall'originaria pubblicazione francese, scopriamo quella che secondo Speziale, Schifani e Carbone è “Un'opera-mondo”, in cui il mondo è l'universo della Repubblica delle Lettere. I Duepunti sostengono sia “un mondo strutturalmente criminale, dove l'appropriazione indebita, la rilettura scorretta, il plagio, il sovvertimento della regola sono motore generativo, ragione della fecondità stessa” (p. 7). E forse la prova principe dell'essenza di questo mondo è che il protagonista di questa denuncia dei suoi vizi non è diverso dagli artisti incriminati: nel 1822, infatti, raccontano gli editori nella prefazione, Nodier pubblicò un racconto (“Aventures de Thibaud de la Jacquiere”) che altri non è che la “Decima giornata” del “Manoscritto ritrovato a Saragozza” di Potocki. Letterati, brutta gente.

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Sostiene Nodier che “imitazione” sia ogni traduzione da una lingua morta “inserita in un'opera di immaginazione che non sia la traduzione esatta dello scritto dal quale è estrapolata”: e imitazione è tutto ciò che un autore prende in prestito da una lingua straniera viva. L'artista francese crede che si tratti di un “plagio innocuo”. Come sosteneva Marin, “prendere dai connazionali è fare bottino, prendere dagli stranieri è fare conquiste”.

È un crimine autorizzato quando uno scrittore di livello plagia un pessimo scribacchino, perché la Repubblica delle Lettere “ne trae il vantaggio di godere di qualche bellezza che rimarrebbe sepolta in un autore ignoto se il talento di un grande non si fosse degnato di appropriarsene” (p. 20).

Sostiene Nodier che la “citazione” sia un prestito perdonabile, perché necessario: particolarmente nella critica letteraria e nelle scienze. Implica una dichiarazione di modestia da parte dell'autore. Invece, quel particolare genere di “citazione spirituale” che è l'allusione è “un modo ingegnoso di acquisire al proprio discorso un pensiero noto”. Può essere il sigillo del genio. Un po' come il pastiche, che richiede, a ben guardare, una certa plasmabilità etica ed estetica, una capacità di piegarsi al passato e a tante diverse identità autoriali per rigenerarle e restituirle. Alterate, è chiaro.

La “somiglianza di idee” è un plagio soltanto apparente: e così la reminiscenza, sebbene più colpevole. E il plagio vero, allora, qual è? Definizione: “Atto di estrapolare da un autore (in particolare se è un moderno e un connazionale, il che è un'aggravante) il fondamento di un'opera d'invenzione, lo sviluppo di una nozione nuova e ancora poco nota, oppure lo stile di uno o più pensieri” (p. 33). E il furto, allora? Questione più complessa, e oggi meno ripetibile. Diciamo che furto è ritrovare uno scritto perduto di Cicerone, non comunicarlo a nessuno, tradurlo e pubblicarlo a nome proprio, adattando dove necessario il testo alla contemporaneità. È proprio una bassezza assurda, inimmaginabile. Insomma, già quei testi hanno sofferto interpolazioni, integrazioni...

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Morale della favola: siate morali. “Una volta che a Sparta un uomo malvagio aveva enunciato un'opinione utile, l'eforo ordinò che questa fosse ripetuta da un altro, temendo che il popolo fosse indotto ad attribuire al primo anche solo una parte della considerazione che piuttosto meritava l'idea. Lo stesso dovrebbe avvenire nelle lettere. Qualunque sia il motivo della stima che si tributa a uno scellerato, è interesse della morale che questo motivo sia annullato. E non farei eccezioni neppure per l'Iliade” (p. 98).

O almeno: non fatevi beccare.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Charles Nodier (Besançon, Doubs 1780 – Parigi, 1844), bibliotecario e scrittore francese.

Charles Nodier, “Crimini letterari”, Duepunti, Palermo 2010. Traduzione di Andrea Libero Carbone. In appendice, nota biobibliografica.

Prima edizione: “Questions de littérature légale”, 1812.

Gianfranco Franchi, luglio 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.