Colloqui con il professor Y

Colloqui con il professor Y Book Cover Colloqui con il professor Y
Louis-Ferdinand Céline
Einaudi
2008
9788806194178

Questo libro è un figlio del Novecento. Non per via della scrittura, o della struttura, o di altre ragioni estetiche: ma per ragioni, semplicemente, industriali. Non sarebbe stato pubblicabile in un tempo estraneo alla circolazione seriale d’un’opera che non ha nessuna ragione di fascino letterario; non è un romanzo, né una raccolta di racconti, né un libro di poesie, né un saggio. È un’intervista. È l’intervista di un autore che divideva la critica, per ragioni fondamentalmente politiche; non aveva eccessivi guadagni e aveva una gran voglia di nominare il suo editore. Gallimard. Gallimard, Gallimard. “Colloqui con il Professor Y” è un oggetto: con codice a barre.

Rattrista pensare a Céline che avalla un’operazione del genere; allora sarà preferibile dire che questo libro è destinato a quei cultori, e quegli appassionati della sua scrittura, e della sua opera, e ad essi soltanto: loro troveranno, con ogni probabilità, divertente o irresistibile quel che risulta essere fondamentalmente cazzeggio, e della peggior specie; e a sfondo industriale, come s’accennava, e per finalità economiche. Un giocattolo per letterati. Nell’incipit di questa tempesta di puntini di sospensione e di chiacchiericcio riempitivo – con detestabile ironia di circostanza, e velata ricerca di comprensione nel lettore per la porcheria appena pubblicata – Céline si trova ad ammettere che, nel tempo della crisi delle vendite delle opere letterarie, affossate dalle vendite di gialli e rosa e dai successi di altri media, l’artista crepa di fame; rifiutando interviste alle radio e alle tv, non ha altro rimedio – concerta tutto con Gallimard – che questo. Un libro-intervista. Grottesco.

Un libro che va ripetendo ed esaltando, fondamentalmente, uno ed un solo concetto, tra una sberla e uno sganassone ai lettori contemporanei e agli invidiati colleghi: che Céline rivendicava l’invenzione dell’emozione del linguaggio scritto. Nel tempo in cui trionfava il fasullo, e la pubblicità contribuiva a propinare menzogne su menzogne, Céline sentiva d’aver individuato la via del riscatto e della rigenerazione della letteratura: la scrittura emozionale. Veicolo primo, i puntini di sospensione; che caratterizzano – fino ad ammorbare – la scrittura dell’artista francese. Questa intervista è un diluvio di puntini di sospensione.

Sfogliate e capirete. L’argomento delle campionature dell’argot e della lingua parlata è accennato ma trascurabile: Petronio, ad esempio, avrebbe avuto diverse rimostranze da esternare all’autore. S’accenna – e la questione poteva essere più approfondita – all’io narrante, che l’artista giura d’impegnarsi a ricoprire di merda (p. 44); pur ammettendone la centralità e l’essenzialità. Quanto al resto…tra dichiarazioni d’odio e d’estraneità a un sistema che sembra invece vagheggiato con estremo desiderio, tra pugnalate non troppo velate all’industria editoriale e alla narrativa “d’emulazione”, o di ripetizione di pattern e stili, linciaggi dell’accademia e dei lettori medi, ciondolando il libraccio s’avvia alla conclusione.

Due pagine di excerpta impedirebbero l’acquisto d’un oggetto editoriale: feticisti e fan esclusi, intendiamoci. «Alé! Faccia l’insolente!...ebbene, stia a sentire professor Y, adesso lei la metto a posto una volta per tutte: le opinioni degli uomini non contano un fico! Dissertazioni! Bolle di sapone! Troiate!...puaah! Conta solo la cosa in sé! L’oggetto! Capito? L’oggetto! È riuscito? Non è riuscito?...per la madonna! E il resto? Accademismo!...mondanità!» (p. 26)

Appunto. Lire 1400 nel 1971, edizioni Einaudi di Torino.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Louis-Ferdinand Destouches, detto Céline (Courbevoie, 1894 – Meudon, 1961) medico e scrittore francese.

Louis-Ferdinand Céline, “Colloqui con il Professor Y”, Einaudi, Torino, 1971. Traduzione di Gianni Celati e Lino Gabellone.

Prima edizione: “Entretiens ave le Professeur Y”, Gallimard, Paris 1955.

Gianfranco Franchi, 30 giugno 2005

Prima pubblicazione: Lankelot.