Cento per cento

Cento per cento Book Cover Cento per cento
Sacha Naspini
Historica
2009
9788890357282

“Un uomo si gioca la vita negli anni della gioventù, proprio nel periodo in cui non ci stai di testa, ragioni per come ti gira il vento e pensi che siccome sei stato coraggioso non potrà mai succederti niente di male. Tutte cazzate” (Naspini, “Cento per cento”, p. 22)

Avete amato “Fighter” di Craig Davidson? Vi è rimasto addosso uno strano senso di fascinazione per gli incontri clandestini dopo aver interiorizzato a dovere “Fight Club”? Vi piace l'idea di cortocircuitare una narrazione cruda e viscerale nata per raccontare i ring clandestini, il sangue il sudore la rabbia la pietà che si respirano su un ring con i cliché classici del giallo, verità-matrioska e progressiva agnizione della verità? “Cento per cento” è il romanzo breve che fa per voi. Naspini ambienta negli Stati Uniti una vicenda che poteva tranquillamente capitare in Europa, protagonista un ex pugile campione del mondo. Confeziona un libro che mutua da “Natural Born Killers” l'escamotage dell'intervista kitsch e morbosetta della tv a un uomo che ha conosciuto il male, con tanto di differita studiata ad hoc; dissemina false piste e colpi di scena dove e quando può, calibrando con intelligenza le evoluzioni e le involuzioni della trama. Ne deriva un giocattolo letterario piacevole e appassionante.

7 aprile 2003. Esclusiva mondiale in televisione. Intervistato è Dino Carrisi, pugile figlio di poveri emigranti italoamericani, una leggenda oltreoceano e non solo. Partito dalla miseria più nera, idolo nei combattimenti clandestini, mantiene un gran ricordo di quel periodo difficile, nonostante tutto: “Era strepitoso, credetemi. I momenti più intensi della mia vita li ho vissuti nei sotterranei dei locali esclusivi, cacando sangue dal culo. Io là dentro diventavo come un dio, datemi retta. Affossavo bestioni e dopo andavo a giocarmi metà della paga sul panno verde. Bei tempi davvero” (p. 15). Nei sotterranei non c'erano round. Ci si pestava sin quando se ne avevano le forze. Senza guantoni. Nei sotterranei si combatteva pensando sempre che poteva essere l'ultima volta. Dino s'era innamorato di una ragazza, era pronto a uscire dal giro pur di poter stare con lei. Se ne era accorto troppo tardi, qualche ora di ritardo. Troppo tardi.

Dino è uno che era nato pugile, al cento per cento; e in un mondo in cui si nasceva pugili al sessanta o al settanta per cento questo faceva la differenza. Uno dei suoi pochi simili era Westwood. Combattendo contro di lui, aveva perso alla nona ripresa. Ma quell'incontro era stato poesia, per tutti e due. Si erano riconosciuti, era stato come combattere allo specchio.

Le cose erano andate male poco tempo dopo, quando Dino s'era sposato e sua moglie era stata trovata uccisa. Vent'anni di carcere, e daccapo boxe clandestina nelle patrie galere. Forse per proteggere il vero assassino. Il vero assassino poteva essere il suo allenatore. Non poteva tradirlo. Questione d'onore. Questione di riconoscenza verso uno che l'aveva salvato dalla strada e avviato a un sentiero di grandezza e di fortuna economica. Apparentemente. Fermiamoci qua.

Appassionati di boxe in letteratura – questa è una chicca, prendetene nota.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Sacha Naspini (Grosseto, 1976), scrittore italiano. Ha esordito pubblicando “L’ingrato” (Effequ, 2006).

Sacha Naspini, “Cento per cento”, Historica, Cesena 2009. Collana Short Cuts, 4.

Approfondimento in rete: sito ufficiale di SN.

Gianfranco Franchi, gennaio 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.

Chicca per gli appassionati di boxe…