Carlo Zen. L’eroe di Chioggia

Carlo Zen. L'eroe di Chioggia Book Cover Carlo Zen. L'eroe di Chioggia
Nicola Bergamo
Saggio Storia Veneziana
Graphe.it
2018
9788893720335

Venezia, 1330. La Serenissima sta fronteggiando due differenti nemici, nel Mediterraneo: Genova, acerrima, avida e ambiziosa rivale, e il crescente e impetuoso sultanato turco, barbaro assassino dell'Impero Romano d'Oriente; del dominio bizantino rimane ormai poco, Costantinopoli sta vivendo il suo ultimo secolo e qualcosa di gloriosa storia, militarmente è già fatiscente ma culturalmente e politicamente rimane carismatica; peraltro Adrianopoli è ancora bizantina, così Nicomedia. In questo contesto nasce Carlo Zen, erede di una dinastia prestigiosa, un doge tra gli antenati (Renier, circa quattro generazioni prima); Carlo è figlio di Piero, capitano della Serenissima, sullo scudo un dragone, caduto per mano turca nell'eroica e sfortunata difesa di Smirne. Cresce, quindi, orfano di padre, probabilmente nel mito del suo talento e del suo coraggio; viene battezzato "Carlo" per via di un insolito legame tra la sua famiglia e l'imperatore dei tedeschi. Studia tra Avignone e Padova; vive una prima giovinezza piuttosto al limite, donnaiolo e giocatore; rovesci economici lo spingono a lasciare, provvisoriamente, Venezia, e ad accettare una prima opportunità a Patrasso, in Grecia. Là Carlo Zen si distingue nella prima delle sue notevoli imprese, la difesa del borgo dai turchi: e si distingue "alla Carlo Zen", combattendo in prima fila, regolarmente in inferiorità numerica, uscendo pieno di cicatrici, leggenda dei suoi soldati, roccia della Serenissima. Finisce sposo a una Giustiniani, vive per qualche tempo a Costantinopoli, mostrando un'inattesa sensibilità politica e una buona capacità di lettura delle complesse vicissitudini imperiali d'antan; nel corso del tempo, Zen difende, in contesti diversi, Tenedo e Treviso, soffrendo gravissime ferite e rovesciando, periodicamente, le previsioni della battaglia; ovunque e comunque difende e rappresenta Venezia, combattendo con eccezionale dedizione e accecante coraggio. L'acme della sua esperienza bellica sta nella sua impresa più delicata, a fianco di Vettor Pisani: la riconquista di Chioggia, baluardo caduto in mano genovese; mai truppe straniere si erano spinte così vicine a San Marco, eccettuati i Franchi nell'806 e gli Ungari nel 899: in ogni caso nessuno poteva averne memoria, cinquecento anni dopo. La fortuna della Serenissima poteva davvero essere differente: perdere Chioggia poteva significare perdere tutto. En passant, Carlo Zen è capace di intercettare e conquistare una grossa nave della Superba, la Bichignona (a bordo, duecento famigliari delle più illustre famiglie genovesi). L'esito di quella guerra con Genova sarà rovinoso per le casse dei liguri; politicamente, in ogni caso, la Superba non saprà mai più risollevarsi. Invecchiando, Carlo Zen trova tempo per lasciare il segno nella cultura veneziana: anima, ormai settantenne, un cenacolo veneziano che è giusto considerare proto-rinascimentale, scegliendo come leader un bizantino, Emanuele Crisolora, nell'intento limpido di tenere viva e forte l'alleanza tra Venezia e Costantinopoli e di fronteggiare, nella cultura come nei campi di battaglia, l'avanzata sinistra dei feroci turchi.

Muore 84enne. I veneziani osservano, sul suo cadavere, trentacinque cicatrici di vecchie ferite.

Appassionante biografia di un protagonista decisamente poco raccontato della storia veneziana, probabilmente da annoverare tra le figure più romantiche e valorose della Serenissima, "Carlo Zen. L'eroe di Chioggia" è destinato a fare la gioia dei venetisti e dei semplici appassionati di storia di Venezia così come dei bizantinisti, ovviamente sempre in cerca di letture complementari o di approfondimenti, anche apparentemente marginali. Fonte principale è stata la quattrocentesca biografia di Carlo Zen scritta dal nipote, Jacopo; all'epoca venne ristampata per ben due volte; era divisa in dieci libri. Il primo a tradurla in volgare fu Francesco Quirino (probabilmente "Querini"), nel 1544.

Dobbiamo questo nuova e apprezzabile restituzione della vita di Carlo Zen al professor Nicola Bergamo, classe 1977, veneziano, laureato in Storia Bizantina nella paterna Venezia, direttore scientifico della rivista internazionale di studi bizantini "Porphyra"; alle spalle ha due monografie romane d'oriente, "Costantino V. Imperatore di Bisanzio" (2007) e "Irene" (2015) e il saggio "I Longobardi. Dalle origini mitiche alla caduta del regno in Italia" (LEG, 2012). Il libro è suddiviso in sette capitoli: "Le origini (Qualis pater, talis fìlius: le gesta di Piero Zen - La gioventù)", "Carlo e l'Oriente (Carlo a Costantinopoli)", "La guerra con Genova", "La guerra di Chioggia", "Dal mare alla terra, al mare nuovamente e infine alla politica (Ancora guerra con Genova, Carlo Zen doge?)", "Carlo politico (Venezia ancora in guerra)" e "La guerra contro Padova (Carlo in Terrasanta - Carlo l'erudito e il primo circolo culturale veneziano – Conclusioni)". Corredano l'opera la prefazione di un discendente del condottiero, Nicolò Frigerio Zen, e l'ottima postfazione di Alessandro Marzo Magno; l'edizione è completa di una buona bibliografia, completa di annotazioni, e di una cronologia. Forse non possiamo considerare il vecio Zen una figura esemplare "in toto", come il povero, eroico Marcantonio Bragadin, martire della vigliaccheria e della crudeltà turca nella (predestinata) Famagosta; tuttavia è almeno una figura "fulgida", come osserva Marzo Magno, alla stregua di Sebastiano Venier (Lepanto), di Francesco Morosini (Candia, e tante altre imprese) o di Angelo Emo, l'ultimo capitano. Approfitto della circostanza per ribadire quanto saggio e intelligente sarebbe dedicare ben diverso e ampio approfondimento, negli anni del Liceo così come nelle Università, alla gloriosa e mediterranea storia della Serenissima: trascurarla così come oggi avviene è indegno e stupido, è la negazione di una storia complessa, secolare e scintillante di fortuna, di valore e di lealtà. Raccontare Venezia tramite i suoi eroi, tramite i Bragadin, i Carlo Zen, i Venier, i Morosini, o tramite il racconto stoico ed eccezionale della lealtà alla Serenissima durante certi assedi (Candia, per dire: una pagina commovente, sconosciuta ai nostri figli: 23 anni di resistenza), è un viatico a tornare a vivere il Mediterraneo, e l'Adriatico, con ben diversa profondità e consapevolezza: del vecchio commonwealth bizantino, del vecchio commonwealth veneziano, di cosa significava vivere e combattere per una bandiera e per un popolo amatissimo.

Gianfranco Franchi, Luglio 2018.

Prima pubblicazione: Mangialibri.

Per approfondire: sito ufficiale di Nicola Bergamo

Appassionante biografia di un protagonista decisamente poco raccontato della storia veneziana, probabilmente da annoverare tra le figure più romantiche e valorose della Serenissima, “Carlo Zen. L’eroe di Chioggia” è destinato a fare la gioia dei venetisti e dei semplici appassionati di storia di Venezia così come dei bizantinisti, ovviamente sempre in cerca di letture complementari o di approfondimenti…