Augustus Carp. L’autobiografia di un vero galantuomo

Augustus Carp. L'autobiografia di un vero galantuomo Book Cover Augustus Carp. L'autobiografia di un vero galantuomo
Henry H. Bashford
Elliot Edizioni
2009
9788861920767

Bashford, misconosciuto scrittore inglese del primo Novecento, meno oscura figura di medico (membro del Reale Collegio di Medicina), poeta popolare, saggista (con pubblicazioni su “Lancet”) e scrittore, rimarrà probabilmente negli annali per via di questo romanzo grottesco e satirico, originariamente apparso, anonimo, nel 1924. Burgess, nella postfazione (datata 1966), saluta l'opera come uno dei grandi romanzi umoristici del Novecento: lamenta la sua scarsa circolazione in patria, festeggia la nuova edizione inglese e ribadisce l'ambientazione edoardiana se non addirittura tardo-vittoriana; atipica, in ogni caso, rispetto a quella scelta dai contemporanei (Woolf, Huxley, Joyce). Genere di riferimento è quello british della “deadpan comedy” (l'umorismo impassibile). Oggetto degli strali è l'ipocrisia religiosa inglese metropolitana. L'attacco è frontale e spesso decisamente divertente; il registro stilistico è un bizzarro letterario alto, inevitabilmente in contrasto con la materia trattata.

“Augustus Carp” è il romanzo di un nemico inflessibile del peccato: nato Augustus in omaggio più a suo padre e che a Sant'Agostino (e così sarà per suo figlio), tartassato da problemi di digestione, nevrastenia, tendenza agli eczemi, emicranie occipitali, gonfiore addominale flatulento (ma immune al vaiolo: p. 25), è un grande esperto di testi sacri (apocrifi inclusi) e di scritti di Longfellow. Accompagneremo Augustus in eroiche imprese: debellare la tigna, beccarsi una pallonata (sulla nuca), fronteggiare aggressioni (ottenendo pubbliche scuse), sorbirsi scene d'amore (con grave scandalo) e sabotare le sale da ballo; nel frattempo, l'infanzia gli viene “crudelmente strappata via come un geranio in boccio” (p. 60), e il giovanotto si ritrova a rispondere a una chiamata importante: diventerà un magnate cristiano: un cristiano commerciale. Possibilmente, un grossista. Commerciante ma cristianissimo, e pronto a estirpare il maligno in ogni cosa. L'età adulta di questo stupido cittadino (stupido ma avido lettore della Bibbia) è descritta con classe in passi come questo: “Ora ero pronto per vestirmi e, respingendo lenzuola e coperte, per prima cosa mi sporgevo in avanti per prendere i pantaloni che la sera prima avevo appositamente appeso sulla pediera. Tenendo fermi i pantaloni, alle cui estremità aderivano ancora i calzini, riuscivo, senza togliermi la camicia da notte, a vestire gli arti inferiori prima di alzarmi; e soltanto allora scendevo dal letto e attraversavo la stanza dirigendomi al lavamano (…). Dopo aver chiuso a chiave l'uscio e accostato le tende, mi toglievo la camicia da notte onde procedere alle abluzioni” (p. 166).

Siamo dalle parti dei libri di culto per bibliofili e bibliomani: l'opera, una stravaganza micidiale, è espressione di un umorismo estraneo alla nostra tradizione e di un malessere nei confronti di una visione della religiosità che potremmo tradurre e italianizzare senza difficoltà. Cattivo, non soltanto caustico, e ridicolizzante, “Augustus Carp” è un probabile progenitore dell'approccio corrosivo e demenziale dei Monty Python. Nuovo repêchage snob a firma Elliot. Ci stanno viziando.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Sir Henry Howarth Bashford (1880 - 1961), scrittore, poeta, medico e saggista inglese.

Henry H. Bashford, “Augustus Carp. L’autobiografia di un vero galantuomo”, Elliot, Roma 2009, pp. 246. Traduzione di Franca Pece. Postfazione di Anthony Burgess. Collana: Raggi. In redazione: Marzia Grillo. Copertina di Maurizio Ceccato.

Prima edizione: “Augustus Carp, Esq. Being the Autobiography of a Really Good Man”, 1924.

Gianfranco Franchi, maggio 2009.

Prima pubblicazione: Lankelot.