Amicizia

Amicizia Book Cover Amicizia
Ralph Waldo Emerson
Piano B Edizioni
2010
9788896665107

Idolo di Nietzsche, fonte d'ispirazione di John Dewey, gran sodale di Thoreau, anima del trascendentalismo, Ralph Waldo Emerson (1803-1882), torna a parlare ai cuori e alle coscienze dei cittadini e dei letterati in una nuova edizione pop dei suoi scritti, a più di due secoli di distanza dalla sua nascita. E riesce a farlo, come ha già rilevato Harold Bloom, mostrando straordinaria attualità per la società nordamericana e occidentale, in generale, per via della sua visione del potere, dell'individuo e della spiritualità. “Amicizia” (Piano B, 124 pp., euro 11), curato da Stefano Paolucci e stampato – come Emerson avrebbe preferito – in carta ecologica, include cinque saggi: “Amicizia”, “Amore”, “Prudenza” (tradotti da Stefano Paolucci), “Politica” e “Natura” (tradotti da Antonio Tozzi). I primi tre provengono dalla prima serie degli “Essays” (1841), gli ultimi due dalla seconda (1844).

“Politica”, il quarto saggio, è di una potenza folgorante e di un'intelligenza formidabile. E insegna – e ricorda – cose fondamentali. Nell'ordine: soltanto chi costruisce sulle idee costruisce per l'eternità. Nel trattare con lo Stato, dovremmo sempre tenere presente che le sue istituzioni sono tutt'altro che originarie e superiori al cittadino, e che ognuna di esse fu un tempo atto d'un uomo soltanto; che ognuna di essere è alterabile, e che sta a noi saperle migliorare. Perché purtroppo “ogni Stato, oggi, è corrotto”. In ogni caso, lo Stato deve avere soltanto un oggetto degno di considerazione: le persone. Non basta fare d'un provvedimento assurdo o prepotente una legge per poterlo imporre ai cittadini. Nessun tiranno si senta al riparo: possiamo sbarazzarci di qualsiasi tiranno. Questo perché “una nazione di uomini unanimemente decisi alla libertà o a una conquista civile può sovvertire facilmente il calcolo di qualsiasi statista, può riuscire in imprese straordinarie con i propri mezzi”. E i sogni dei puri e dei semplici si rivelano profetici. È nelle cose, e da sempre è così.

Emerson è di incredibile e severa attualità quando insegna che il fine più alto d'un governo è l'educazione, e che se gli uomini saranno educati al meglio, anche le istituzioni ne beneficeranno. Un principio così elementare e sacrosanto andrebbe instillato in una classe politica che ha dimenticato che la ricchezza d'una nazione non si misura in base alla fortuna delle sue imprese edili, ma al benessere dei suoi cittadini e alla ricchezza e alla qualità della loro cultura, e dell'offerta culturale, in generale. Un principio così elementare andrebbe reclamato nei confronti di quei governi che disintegrano la speranza di vita serena e dignitosa dei ricercatori universitari, distruggendo così la futura classe dirigente d'una nazione in profonda decadenza.

E nel 2010 suona incredibilmente famigliare e giusto un altro principio politico di Emerson, fatello di quello espresso da Thoreau nel suo epocale “Disobbedienza civile”. Questo: “Meno governo avremo meglio sarà per tutti: meno leggi abbiamo e meno è il potere di cui fidarsi”. Il governo migliore, per dirla con le parole del suo amico Thoreau, è quello che governa meno. Forse perché “lo Stato esiste per educare l'uomo saggio; con la comparsa dell'uomo saggio, lo Stato muore”. Il saggio, in altre parole può diventare lo Stato: può sostituirlo. La nostra civiltà non è nel fulcro della sua evoluzione: la democrazia rappresentativa delle nazioni moderne è in uno stadio poco più che primitivo. Pretende d'essere perfezionata. Rispetto a Emerson, sappiamo che lo Stato deve saper neutralizzare la minaccia odiosa dei grandi potentati economici, e del loro periodico attentato alla libertà dei cittadini e alle istituzioni democratiche. E sappiamo quanto male può fare l'ultraliberismo nelle nazioni sovrane, nei partiti politici, nei media, nelle case di tutti. No, non abbiamo più intenzione di dimenticarcene.

Veniamo alle altre parti del libro. “Amicizia” è un lirico omaggio a un sentimento nobile, fondato e composto da due elementi: la verità e la tenerezza. La verità è un'attitudine magnifica, in un'epoca di rapporti ipocriti e funzionali, in cui la sincerità sembra essere un lusso. La tenerezza è la segreta materia d'un legame che esiste per “servire d'aiuto e conforto in tutti i rapporti e passaggi della vita e della morte”: nel male e nel bene. L'essenza dell'amicizia è l'integrità: il viatico ad essa è una fiducia totale, scevra da sospetti e pregiudizi. Secondo il filosofo, non esiste un sentiero ideale per conquistare un'amicizia: “l'unico modo per avere un amico è esserlo”, perché l'unica ricompensa per la virtù è la virtù stessa. L'amico è un Giano bifronte, canta Emerson: guarda al passato e al futuro. È “il figlio di tutte le mie ore passate, il profeta di quelle a venire, l'araldo di un amico più grande”.

Emerson scriveva che considerava l'amicizia qualcosa di troppo bello per essere creduto possibile, esattamente come l'immortalità dell'anima. E dal momento che nella sua visione del mondo la legge della natura è l'eterna alternanza, allora l'anima “si circonda di amici al fine di entrare in una più grande conoscenza di sé o solitudine; e per una stagione se ne va sola, affinché possa esaltare la sua conversazione o socialità”. Vale la pena aggiungere che la conversazione, nella filosofia di Emerson, assume un ruolo essenziale: essa è “la pratica e la consumazione dell'amicizia”. E non può che essere uno a uno: la grande conversazione “esige un'assoluta fusione di due anime in una”.

Passiamo al secondo saggio, “Amore”. Emerson fonda la sua analisi sul rapporto dell'uno a uno, che considera “incantesimo della vita umana”, sentiero ideale per la deificazione delle persone – e per una miglior comprensione del creato. Secondo il gran filosofo del Massachussets, tutta l'umanità ama un innamorato. Perché “le primissime dimostrazioni di compiacenza e gentilezza sono le immagini più avvincenti della natura. È l'alba della civiltà e della grazia nel rozzo e nel rustico”. La passione dà coraggio ai vigliacchi, e ai miserabili: è capace, consegnando un uomo a un'altra persona, di consegnarlo ancor più a sé stesso. Amando, si impara a riconoscere certe grandi qualità spirituali in tutte le persone, e non più soltanto nella persona amata. E così, come insegnavano gli antichi maestri, “scorgendo in molte anime i tratti della divina bellezza, e separando in ogni anima ciò che è divino dalla contaminazione che essa ha contratto nel mondo, l'innamorato ascende alla bellezza suprema, all'amore e alla conoscenza della Divinità”. Non esiste impresa più alta, e missione più perfetta.

Nel terzo atto di questo prezioso libretto, “Prudenza”, incontriamo infine l'arte, non meno politica, di “assicurare un benessere presente”. Il filosofo scrive che la prudenza è la virtù dei sensi: “la scienza delle apparenze. L'atto più esteriore della vita interiore”, e che è falsa quando è a sé stante, mentre è legittima quando coincide con la storia naturale dell'anima incarnata. E quando è falsa diventa il dio degli ubriachi e dei vili, e l'argomento principe delle commedie. E quando è vera, sa accettare le leggi del mondo, e sa preservarle affinché l'uomo possa godere del loro naturale beneficio. Emerson crede che poesia e prudenza dovrebbero coincidere, perché l'ispirazione lirica degli artisti dovrebbe promulgare il codice civile e dirigere il lavoro quotidiano. E sa che nei frangenti più spiacevoli della vita la prudenza non sta nella fuga o nell'evasione, ma nel coraggio. Le virtù schierate a fianco della prudenza sono amore, verità, umiltà e franchezza. Dobbiamo esserne degni, e coscienti: perché è la coscienza la nostra prossima rivoluzione.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Ralph Waldo Emerson (Boston, Massachussets, 1803 – Concord, Massachussets, 1882), filosofo e poeta americano.

Ralph Waldo Emerson, “Amicizia”, Piano B, Prato, 2010. Traduzioni di Stefano Paolucci e Antonio Tozzi. Collana “Elementi”, 7.

Prima edizione: “Friendship”, “Love”, “Prudence”, in “Essays; First Series”, 1841. “Politics” e “Nature” in “Essays; Second Series”, 1844.

Approfondimento in rete: WIKI en / Trascendentalism / Project Gutenberg / Trascendentalists  / The Complete Works of Ralph Waldo Emerson /

Gianfranco Franchi, ottobre 2010.

Prima pubblicazione: Secolo d'Italia. A ruota, Lankelot.

Idolo di Nietzsche, fonte d’ispirazione di John Dewey, gran sodale di Thoreau, anima del trascendentalismo, Ralph Waldo Emerson (1803-1882), torna a parlare ai cuori e alle coscienze dei cittadini e dei letterati…