101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita

101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita Book Cover 101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita
Adriano Angelini
Newton Compton
2010
9788854117952

101 paesaggi lunari romani: raccontati da uno scrittore e giornalista capitolino, Adriano Angelini, innamorato come un ragazzino della storia della sua città e dei suoi segreti, e pieno di voglia di vivere, e di condividere le sue esperienze. Competente ma mai arrogante, preparato senza mai suonare cattedratico o professorale, Angelini è felicemente e intelligentemente nazionalpopolare; non cade nei tranelli delle ideologie, non risponde a nessuna dottrina diversa dalla sua coscienza. Ma quando è il momento sa scegliere da che parte stare. Come nel caso di una delle 101 storie, quella dedicata al grande Pier Paolo Pasolini, e al ricordo della sua morte, senza giustizia e senza colpevoli diversi da Pelosi, ancora oggi.

“101 cose da fare a Roma di notte almeno una volta nella vita” è soprattutto un grande esercizio di scrittura creativa, fondato su una documentazione notevole, e caratterizzato dall'alternanza tra reportage, sketch, interviste (incluso il caratteristico conduttore tv locale Massimo Marino), scenette, articoli di costume. Nasce per ricordare a tanti turisti che “Roma paga forse il dazio per essere il museo del mondo. Un museo dove non si può fare tanta baldoria altrimenti si rompono le teche. Si graffiano i reperti. Si scheggiano anfore e monili che nessuno potrà mai restituire” - ma, in ogni caso, è e rimane una capitale europea decisamente aperta allo svago, all'intrattenimento intelligente, alle manifestazioni artistiche (in periferia come in Centro); una capitale capace di offrire, dal punto di vista dei musei, dei cinema (a dispetto delle tante chiusure di sale storiche, come ricorda AA), delle librerie (aperte anche di sera), dei locali, dei centri sociali e della ristorazione, tante anime e tante personalità differenti. Come è giusto e saggio che sia. In questo senso, Roma rimane veramente fedele alla sua essenza democratica.

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Angelini descrive la prima delle sue 101 notti immaginando, nelle prime battute, l'età dei Cesari; ci accompagna in quelle notti buie, illuminate al limite da candele e lumini, e relativamente silenziose, rispetto alle nostre. E ci racconta che molti frequentavano le popinae, taverne malfamate, apprezzate dai giocatori d'azzardo, dai beoni e dai playboy d'antan; e che il periodo di maggior divertimento notturno dovrebbe essere stato quello in cui i giochi indetti da Nerone, i Neronia, duravano tutta la notte. L'unico problema è che spesso doveva vincere l'imperatore. Ci racconta dei lupanari, i bordelli dell'epoca, legalizzati e ben frequentati, stando ai pettegolezzi degli storiografi antichi, a dispetto della scarsa eleganza dei locali. Si vede che si badava al sodo.

Poi si passa al presente. Angelini descrive i grandi classici dell'eterna, passando senza problemi dall'esperienza estetica del Teatro dell'Opera a quella calcistica dello Stadio Olimpico (per il derby giocato in notturna: una tantum, accade; tendenzialmente vince l'unica squadra dell'Eterna, quella giallorossa); sprofonda con disinvoltura nelle culture giovanili, raccontando le serate al Qube (la più amata è la trasgressiva Muccassassina, una volta a settimana), le nottate a bere birra da Mastro Titta, il burlesque del Micca, il rock alternativo del socialissimo Circolo degli Artisti e l'esotico, libertino e ultranotturno Goa; accenna ai locali storici, amati dal jet-set come il Gilda o dal popolo pariolino come il Piper (là dove Kurt suonò, come i Pink Floyd, come Jimi Hendrix); segnala i templi della popolare grattachecca; cammina per quartieri romantici come Garbatella, storici e iperpoliticizzati come San Lorenzo, di recente rinascita come il Pigneto; oppure per quelli che non dormono [quasi] mai (per la gioia, si fa per dire, dei residenti) come Testaccio, Trastevere, Ostiense.

Racconta tradizioni relativamente recenti, come la Festa del Cinema, nella sublime cornice dell'Auditorium di Renzo Piano, e altre già ben radicate, come il Festival delle Letterature di Massenzio, o Fiesta a Capannelle; accenna ad antiche leggende gotiche capitoline (notevole il poco noto spettro di Donna Olimpia; non manca, ovviamente, la Cenci. Stupiscono invece i fantasmi dei due eroi patrioti ottocenteschi già cantati da Luigi Magni) e passa per la Porta Alchemica di Piazza Vittorio. Deplora la fine delle Notti Bianche, determinata dalla nuova giunta comunale per risparmiare qualcosa rispetto al passato, e accenna a dove mangiare i veri panini zozzoni romaneschi. Ci accompagna a guardare Roma dal Gianicolo, dal Pincio e dal Giardino degli Aranci, e ci spiega cosa cercare nel cielo, dallo Zodiaco.

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Chi non è mai stato a Roma potrà scoprire quanto piacevole per i bambini diventa piazza Navona, nei giorni della Befana, e quanto meravigliosa e intensa sia l'esperienza del Natale in San Pietro; potrà immaginare cosa significhi passare un mese intero tutte le notti a Trastevere, e cosa saper scegliere la stazione radiofonica giusta, da queste parti; infine si ritroverà ad ammirare Villa d'Este e Villa Adriana, a Tivoli, e andrà camminando per le rovine di Ostia Antica. Sognando di visitare i Fori di Notte. Già, è proibito. A quanto pare.

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Naturalmente, “101 cose da fare a Roma di notte almeno una volta nella vita” è destinato in prima battuta al pubblico italiano; è tuttavia difficile pensare che all'estero un'edizione del genere possa passare inosservata. Per tutti quei turisti e quegli innamorati della nostra città che hanno voglia di partire con le idee chiare su tutto quel che riguarda la vita serale e notturna dell'Eterna, da qualsiasi parte del mondo, il “101” di Angelini può rivelarsi una guida ludica, stimolante, provocatoria, divertente: vera. Tra qualche anno basterà rimaneggiarla, rinfrescarla un po', senza nessuna riscrittura.

Discorso a parte va fatto per i romani. Vi dirò poche cose ma so già che capirete. Angelini scrive che la Coppa delle Coppe vale quanto la Coppa delle Fiere; sono trofei europei desueti. Credo abbia ragione. Qua e là, spende generose segnalazioni su cosa bere, dove, e sino a che ora; non intende risolvere il mistero dei fiorai aperti tutta la notte, preferendo limitarsi a segnalarne l'esistenza; sì, racconta qualcosa di Sora Lella, e accenna – senza dire tutto – alla questione un po' spinosa del gesto di Belli, immortalato nella statua poco lontano dal Ponte. No, non ha pagato il conto da Heinz Beck.

Fatto bene.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Adriano Angelini (Roma, 1968), giornalista e scrittore romano. Ha esordito pubblicando “Da soli in mezzo al campo” (Azimut, 2005). Scrive sulla gloriosa webzine “Il Paradiso degli Orchi”.

Adriano Angelini, “101 cose da fare a Roma di notte almeno una volta nella vita”, Newton Compton, Roma, 2010.

Gianfranco Franchi, maggio 2010.

Prima pubblicazione: Lankelot.